«Mostriamo i nudi persiani» La rivolta iraniana sui social
Giovani,
blogger, attivisti pubblicano le immagini di mosaici e sculture «senza
veli» per protestare contro la censura ai Musei Capitolini durante...
www.corriere.it
«Sono
sicuro che anche Rouhani è arrabbiato. Dopo tanto tempo, era finalmente
arrivato a Roma, pronto a vederne le bellezze, e questi italiani
gliel’hanno impedito», commenta divertito da Teheran Said Sadegh su
Twitter. «Con gli affari che ci sono in ballo non mi sarei stupito se
gli italiani avessero addirittura distrutto le statue», scrive in farsi
un altro utente che si identifica solo come H. Anche i social media
iraniani sono esplosi tra battute, parole critiche per la «censura»
delle statue nei Musei Capitolini, vignette (una delle quali mostra la
Monna Lisa con il velo di suora). Ma soprattutto, come ci spiega uno
studente, da un paio di giorni «il Facebook persiano è nudo». Molti cioé
stanno pubblicando le foto di statue, mosaici, miniature presenti in
città e musei del Paese (ma anche esportati all’estero) che ritraggono
donne e uomini senza veli.
shadow carousel
«Fieri dei nostri nudi»
«Non siamo barbari incivili»
C’è
la statua di Ercole scolpita nella montagna di Behistun, a Kermanshah,
ai tempi dell’impero seleucide: non indossa alcuna veste e tiene una
coppa in mano (ma va detto che dopo la rivoluzione islamica del 1979
qualcuno gli ha tagliato il pene). C’è il dettaglio di una donna nuda e
pensosa avvicinata da un cavaliere vestito di tutto punto, dipinta sopra
la porta di Casa Borujerdi a Kashan. Ci sono gli affreschi della
cattedrale armena di Vank a Isfahan (qui i nudi comunque sono anime in
pena all’inferno). «Se gli ayatollah davvero non volessero vedere nudi è
chiaro che opere come queste non sarebbero esposte», scrive su Facebook
una studentessa di nome Setareh. Sulla sua pagina: una statuetta di
terracotta maschile con generosi attributi tenuta nel Palazzo Saadabad a
Teheran e un mosaico di stile greco-romano di una donna che suona
l’arpa a seno scoperto emerso da scavi a Bishapur. Setareh se la prende
con il governo italiano, accusandolo di trattare gli iraniani come
«barbari incivili». Altri sono furiosi sia con Roma che con Teheran: in
una lettera agli italiani, le attiviste di «Stealthy Freedom» movimento
dissidente che promulga la libertà delle donne di scoprirsi i capelli,
scrive che la censura dei capolavori per compiacere la delegazione di
Rouhani «offende milioni di iraniane che rischiano la vita per cambiare
le leggi discriminatorie della Repubblica Islamica».
Le critiche dei conservatori
Sul
fronte opposto, anche gli ultraconservatori comunque sono arrabbiati:
la ragione è diversa, loro considerano un’offesa che l’incontro con
Renzi si sia tenuto ai piedi della statua di Marco Aurelio, «imperatore
che sconfisse gli iraniani», scrive l’agenzia Fars. I più pragmatici,
infine, si chiedono: «Ma perché fare la conferenza stampa proprio lì?».
27 gennaio 2016 (modifica il 27 gennaio 2016 | 22:35)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Commenti
Posta un commento