L’Arabia Saudita annuncia “manovre militari” di 20 Paesi sunniti
L’annuncio
all’indomani delle dichiarazioni di Ankara e Riyadh di un possibile
intervento di loro truppe di terra, alle quali Teheran ha replicato:
“Non…
Di AsiaNews.it
L’annuncio all’indomani delle dichiarazioni di Ankara e Riyadh di un possibile intervento di loro truppe di terra, alle quali Teheran ha replicato: “Non consentiremo certamente che la situazione in Siria evolva in linea con la volontà dei Paesi ribelli. Prenderemo le misure necessarie a tempo debito”.
Beirut (AsiaNews) – Tentativi di accordo e minacce di
allargamento del conflitto continuano a segnare la drammatica vicenda
siriana: ai risvolti positivi attesi dalla notizia della conversazione
telefonica tra Obama e Putin si contrappongono le minacce più o meno
velate che si rivolgono sauditi e iraniani.
All’avvertimento dell’Iran di essere pronto “a prendere le misure necessarie” in caso di un intervento di truppe saudite in Siria, da Riyadh arriva la notizia che da ieri stanno giungendo nel Regno truppe e mezzi di 20 Paesi - sunniti o retti da governi sunniti - per partecipare alle “maggiori manovre militari” mai compiute nella regione.
L’annuncio è arrivato all’indomani della notizia che aerei militari sauditi sono giunti nella base turca di Incirlik e alle dichiarazioni di Ankara e Riyadh di un possibile intervento di loro truppe di terra. Affermazione alla quale da Teheran il generale di brigata Masoud Jazayeri, vice del capo di Stato maggiore delle forze armate iraniane, ha replicato: “Non consentiremo certamente che la situazione in Siria evolva in linea con la volontà dei Paesi ribelli. Prenderemo le misure necessarie a tempo debito”.
Denominate “Thunder of the North”, le manovre – alle quali prenderanno parte mezzi aerei e navali, oltre che truppe di terra - inviano, ha scritto l’agenzia governativa SPA, “un chiaro messaggio” che Riyadh e i suoi alleati “sono uniti nell’affrontare tutte le sfide e preservare la pace e la stabilità della regine”. L’agenzia, peraltro, non ha reso noto né quando le manovre cominceranno, né quale sarà la loro durata. Da parte sua, il filogovernativo Arab News ha attribuito ad “analisti” la considerazione che le manovre evidenziano come “le leadership dei Paesi partecipanti concordano pienamente con la visione del Regno sull'importanza della tutela della pace e della realizzazione della stabilità nella regione”.
A quanto annunciato, alle manovre prendono parte Arabia Saudita, Emirati arabi, Giordania, Bahrain, Senegal, Sudan, Kuwait, Maldive, Marocco, Pakistan, Ciad, Tunisia, Isolo Comoros, Gibuti, Oman, Qatar, Malaysia, Egitto, Mauritania e Mauritius.
All’avvertimento dell’Iran di essere pronto “a prendere le misure necessarie” in caso di un intervento di truppe saudite in Siria, da Riyadh arriva la notizia che da ieri stanno giungendo nel Regno truppe e mezzi di 20 Paesi - sunniti o retti da governi sunniti - per partecipare alle “maggiori manovre militari” mai compiute nella regione.
L’annuncio è arrivato all’indomani della notizia che aerei militari sauditi sono giunti nella base turca di Incirlik e alle dichiarazioni di Ankara e Riyadh di un possibile intervento di loro truppe di terra. Affermazione alla quale da Teheran il generale di brigata Masoud Jazayeri, vice del capo di Stato maggiore delle forze armate iraniane, ha replicato: “Non consentiremo certamente che la situazione in Siria evolva in linea con la volontà dei Paesi ribelli. Prenderemo le misure necessarie a tempo debito”.
Denominate “Thunder of the North”, le manovre – alle quali prenderanno parte mezzi aerei e navali, oltre che truppe di terra - inviano, ha scritto l’agenzia governativa SPA, “un chiaro messaggio” che Riyadh e i suoi alleati “sono uniti nell’affrontare tutte le sfide e preservare la pace e la stabilità della regine”. L’agenzia, peraltro, non ha reso noto né quando le manovre cominceranno, né quale sarà la loro durata. Da parte sua, il filogovernativo Arab News ha attribuito ad “analisti” la considerazione che le manovre evidenziano come “le leadership dei Paesi partecipanti concordano pienamente con la visione del Regno sull'importanza della tutela della pace e della realizzazione della stabilità nella regione”.
A quanto annunciato, alle manovre prendono parte Arabia Saudita, Emirati arabi, Giordania, Bahrain, Senegal, Sudan, Kuwait, Maldive, Marocco, Pakistan, Ciad, Tunisia, Isolo Comoros, Gibuti, Oman, Qatar, Malaysia, Egitto, Mauritania e Mauritius.
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