TERRITORI OCCUPATI. 17enne ucciso in Cisgiordania, fuoco sui pescatori di Gaza

la gioia per l’accordo siglato da al-Qiq ha fatto spazio alla rabbia per un’altra morte. Ieri represse con la forza le manifestazioni di protesta palestinesi
Mahmoud Muhammad Ali Shaalan, ucciso ieri vicino Ramallah (Foto: Ma'an News)




Mahmoud Muhammad Ali Shaalan, ucciso ieri vicino Ramallah (Foto: Ma’an News)
della redazione
Roma, 27 febbraio 2016, Nena News – La gioia esplosa in tutta la Palestina per l’accordo siglato tra Mohammed al Qiq e Israele, che pone fine a oltre tre mesi di sciopero della fame, si è spento presto. Ieri, mentre il giornalista palestinese otteneva dalle autorità militari israeliane l’impegno a non rinnovare l’ordine di detenzione amministrativa, vicino Ramallah un altro giovane veniva ucciso dall’esercito.
Mahmoud Muhammad Ali Shaalan, 17 anni, è stato ucciso al checkpoint militare di Beit El dopo – dice l’esercito – aver tentato di accoltellare i soldati presenti, senza ferirne nessuno. Qualche ora dopo il corpo è stato riconsegnato alla famiglia per i funerali. Mahmoud era originario del villaggio di Deir Dibwan, vicino Ramallah, e aveva la cittadinanza statunitense. Si aggiunge agli oltre 180 palestinesi uccisi dal primo ottobre, molti dei quali minorenni.
La giornata di ieri in Cisgiordania è stata giornata di manifestazioni come ogni venerdì e della conseguente repressione dell’esercito israeliano. Numerosi i feriti: un giovane palestinese è stato colpito alla testa da un candelotto lacrimogeno a Kufr Qaddum, decine quelli soccorsi per inalazione di gas o perché colpiti da proiettili di gomma. Scene simili nel villaggio di Bilin: tra i feriti il giornalista kuwaitiano Nayif Shahir. Scontri alle manifestazioni si sono registrati anche a Nabi Saleh, Nilin, al-Masara.
Manifestazione nel villaggio di Kufr Qaddum (Foto: MIchele Giorgio/Nena News)


TERRITORI OCCUPATI. 17enne ucciso in Cisgiordania, fuoco sui pescatori di Gaza



Manifestazione nel villaggio di Kufr Qaddum (Foto: MIchele Giorgio/Nena News)
Tensioni anche nella Striscia di Gaza: questa mattina l’esercito israeliano ha arrestato tre palestinesi accusati di voler attraversare illegalmente il confine con Israele. Poco prima i soldati avevano aperto il fuoco nella zona di Khuzaa, a sud della Striscia, e nel campo profughi di al-Bureij, al centro, contro dei contadini che si trovavano lungo la frontiera tra Gaza e Israele, zona agricola per eccellenza ma da anni considerata limite invalicabile: dichiarata unilateralmente buffer zone, ne è impedito l’utilizzo ai contadini delle aree rurali che spesso finiscono sotto il fuoco israeliano quando tentano di accedere alle proprie terre.
Oltre ai contadini sono tornati target anche i pescatori: questa mattina la marina israeliana ha aperto il fuoco contro delle barche di pescatori gazawi, nonostante – riporta l’agenzia Wafa – si trovassero all’interno delle 6 miglia nautiche previste dall’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Secondo gli accordi di Oslo, i pescatori palestinesi hanno diritto a spingersi oltre, a 20 miglia nautiche dalla costa, ma da anni la marina israeliana lo impedisce. Secondo i dati forniti dall’agenzia Onu Ocha, tra il 16 e il 22 febbraio “si sono verificati almeno 21 incidenti con le forze israeliane che hanno aperto il fuoco contro civili palestinesi sia a terra che in mare”. Nena News

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