Israele : la difficile condizione dei migranti


 
 
 
 
 
 
Migranti: Israele,rapporto Ong denuncia condizioni internati, Affollamenti, poco cibo e mancanza…
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TEL AVIV - Le difficili condizioni di internamento per migliaia di migranti africani in Israele sono descritte in un rapporto pubblicato oggi dalla Ong israeliana Moked (Hotline.org). Sulla base di decine di testimonianze, la Ong descrive gravi situazioni di sovraffollamento nel carcere di Saharonim (Neghev), nel vicino centro di raccolta di Holot (al confine con l'Egitto) e nelle prigioni di Ghivon e Yahalom, presso l'aeroporto di Tel Aviv.
In ogni dato momento, precisa Moked, in quelle installazioni sono internati complessivamente circa 5.000 migranti africani, per lo più eritrei e sudanesi. A Holot (3.360 internati alla fine del 2015) i cancelli sono lasciati aperti nel corso della giornata: data la distanza dalla citta' israeliana più vicina, Beer Sheva, le possibilità di spostamento sono però solo teoriche, dice il rapporto, e le possibilità di lavoro nulle. Lagnanze costanti sono emerse in questo lavoro di ricerca. In particolare la penuria di interpreti, cosa che lascia i migranti nell'incertezza circa i propri diritti e la propria situazione legale. Sono poi denunciate carenze nella assistenza sanitaria e nella possibilità di sostenersi, anche all'interno del carcere.
Altri hanno parlato di pressioni da parte delle autorità allo scopo di convincerli a lasciare Israele e a tornare in Africa: cosa che, per legge, garantirebbe loro un assegno pro-capite per affrontare le prime necessita' in un Paese diverso.
In Israele risiedono oggi circa 40-45 mila migranti africani.
Finanziato con l'aiuto del 'Heinrich Boll Stiftung' e della 'Foundation for Migration, Population and Environment (Pme)', il rapporto prende atto che, per legge, Israele favorisce unicamente l'immigrazione ebraica. Ribadisce d'altra parte che gli arresti di migranti dovrebbero avere luogo solo in casi eccezionali e che tutti gli altri dovrebbero beneficiare di liberta' di spostamento in Israele. Affinchè ciò avvenga, conclude, il requisito minimo e' un netto miglioramento delle condizioni di vita nei luoghi dove sono internati.

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