Fulvio Scaglione : I russi sono i cattivi

 

 
 
 
 
I russi sono i cattivi. I giornalisti, ma anche il cinema hanno abituato il mondo occidentale a questa storia. La Russia ha sempre voluto conquistare il mondo intero e oggi potrebbe sganciare una bomba nucleare da un momento all’altro. Paura…
it.sputniknews.com|Di Sputnik

 

 

 

 

I russi sono i cattivi. I giornalisti, ma anche il cinema hanno abituato il mondo occidentale a questa storia. La Russia ha sempre voluto conquistare il mondo intero e oggi potrebbe sganciare una bomba nucleare da un momento all’altro. Paura vero?

Anno dopo anno viene riproposto il solito film, ma dopo l'intervento russo in Siria qualcosa è cambiato, la solita narrazione occidentale dei fatti si inceppa ed è giunto il momento di porsi qualche domanda.
La Russia rappresenterebbe continue minacce per l'Occidente e sarebbe la causa di tutti i mali. Perché? Sputnik Italia ha raggiunto per una riflessione in merito Fulvio Scaglione, vice direttore di "Famiglia Cristiana".
— Perché solitamente i media occidentali presentano la Russia come l'impero del male?
 
 
 
 
 
 
 

Fulvio Scaglione, vice direttore di “Famiglia Cristiana”
— C'è un sentimento antirusso di antica data che risale a secoli fa. Questo fenomeno è stato ben analizzato in un libro di recente pubblicazione del giornalista Guy Mettan che si intitola "Una guerra di mille anni": parla della russofobia da Carlo Magno alla crisi ucraina. In questo libro si fa notare come gli argomenti dei giornali inglesi durante la guerra di Crimea di metà Ottocento sono stati quasi alla lettera ripetuti dai giornali inglesi adesso a proposito della crisi ucraina.
Per quanto riguarda oggigiorno, credo ci sia il rimbalzo di una convinzione che era soprattutto americana, successivamente allargata anche in Europa; ovvero sia che con la fine dell'Unione Sovietica, la Russia fosse finita come interlocutore globale. C'è un libro uscito alla fine degli anni '90 che si intitola "La grande scacchiera" di Zbigniew Brzezinski , segretario di stato del presidente Jimmy Carter e personaggio molto influente. Nel libro lui spiega che nel mondo è rimasta solo la potenza americana, che la Cina avrebbe impiegato troppi anni per assurgere a un livello importante, che l'Europa contava poco e la Russia era oramai disfatta. Secondo lui bisognava insistere su questo processo di disfacimento per impedire che ci fosse una qualunque forma di "resurrezione" dell'influenza globale russa.
Ebbene, il fallimento di questo piano, secondo me, ha deluso e preoccupato molti. Lo si vede bene adesso con Putin che è stato l'interprete di un neonazionalismo russo, il quale da un lato ha i suoi difetti come l'autoritarismo, dall'altro ha riscattato la dignità nazionale di un popolo, che sentiva di averla persa.
Russi non s'arrendono! Celebrazioni dedicate alle vittoria nella Grande guerra patriotica (1941-1945)
 
 
 
 
 
 
"Russi non s'arrendono!" Celebrazioni dedicate alle vittoria nella Grande guerra patriotica (1941-1945)
— Come spiegare questa paura nei confronti della Russia? Perché i russi sono "i cattivi"?
— La storia viene raccontata sempre da chi vince e non da chi perde. È chiaro che nella competizione mondiale la potenza americana è preponderante, basta vedere la dislocazione delle basi militari americane nel mondo, anche il numero di brevetti tecnologici registrati nel mondo. L'America è rimasta l'unica superpotenza. Essendo la potenza vincitrice in una competizione di lungo periodo, è lei a raccontare la storia. Lo sterminio degli indiani d'America, come c'è stato raccontato dal cinema dai film western, è l'avanzata della civiltà e non lo sterminio degli indiani d'America.
Allo stesso modo, se guardiamo la produzione cinematografica hollywoodiana, c'è un filone continuo di film in cui si racconta la Russia come un Paese unicamente di corruzione e violenza, un Paese sbandato da cui possono venire minacce per l'Occidente. Per esempio le armi di distruzione di massa. Non è mai successo che un'arma di questo tipo sia uscita dalla Russia per andare a colpire l'Occidente, ma questa cosa viene ugualmente raccontata.
— Dopo l'intervento in Siria, abbiamo visto come la Russia sia stata rivalutata anche dai media. Sembra che i giornalisti abbiano avuto un contrordine dall'alto. Secondo lei è una svolta destinata a durare?
— Non saprei, credo che molto faticosamente i media stiano prendendo coscienza che una certa narrazione è piena di buchi, di lacune ed è talmente artificiosa che poi non permette di capire più niente. Non permette di capire per esempio come mai da quando abbiamo lanciato la guerra al terrore, le vittime del terrorismo sono aumentate! Non permette di capire come mai nei Paesi dove l'Occidente diceva di portare la democrazia, sono Paesi in presa alla guerra, alla disgregazione e alla miseria. La narrazione dei vincitori non permette più di capire nulla.
L'intervento russo in Siria per esempio ha scompaginato un po'questa narrazione, qualcuno ne sta faticosamente prendendo coscienza. Qui non si tratta di dire che in Russia tutto è perfetto e che Putin è la persona migliore del mondo. Putin è un capo di Stato che cerca in maniera decisa di fare gli interessi nazionali del proprio Paese, come tutti gli altri. Non credo Putin sia un uomo che fa beneficienza. Però resta il fatto che negli equilibri mondiali è meglio che lui ci sia.

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