Venerdì di sangue nei Territori Occupati: 3 palestinesi uccisi

Venerdì di sangue nei Territori Occupati: 3 palestinesi uccisi

 

della redazione
Roma, 19 dicembre 2015, Nena News – E’ stato un altro venerdì di sangue nei Territori occupati: a fine giornata il bilancio è stato di tre palestinesi uccisi e di decine di feriti.
Un primo incidente è avvenuto al checkpoint di Qalandya dove, afferma Tel Aviv, un trentenne palestinese avrebbe provato ad investire un gruppo di militari israeliani. Dopo aver colpito la barriera di cemento con la sua vettura, l’aggressore avrebbe provato a fuggire dalla macchina, ma sarebbe stato raggiunto immediatamente dai colpi sparati dai soldati dello stato ebraico.
“Una guardia lo ha colpito nella parte inferiore del corpo ferendolo” ha detto in uno scarno comunicato la portavoce della polizia israeliana, Luba Samri. Dopo aver ricevuto i trattamenti sanitari sul posto, il giovane è stato arrestato. In seguito a quanto accaduto, il checkpoint è stato chiuso in entrambe le direzioni. Nessun militare israeliano è rimasto ferito nel corso dell’attacco.
Un’ora più tardi una scena più o meno simile si è ripetuta a Silwad (nord est di Ramallah) quando un palestinese avrebbe provato a investire con la sua vettura i soldati israeliani che si stavano scontrando con i manifestanti palestinesi. Gli esiti  questa volta sono stati però diversi: l’aggressore, Muhhammed Abd ar-Rahman Ayyad (21 anni), colpito dai proiettili dei militari, è infatti rimasto ucciso. Secondo la versione fornita dai residenti di Silwad, il giovane sarebbe stato lasciato morire dissanguato nella sua macchina. Fonti locali riferiscono che Ayyad aveva lasciato un testamento prima di compiere l’attacco.
Lutto anche nel villaggio di Sinjil (nord est di Ramallah) dove a perdere la vita è stato Nashat Asfour (33 anni) nel corso degli scontri con le forze armate israeliane.
Situazione molto tesa anche nella Striscia di Gaza dove le forze armate dello stato ebraico hanno sparato a un gruppo di manifestanti palestinesi che provavano ad avvicinarsi al confine tra Israele e il piccolo lembo di terra palestinese, un’area interdetta ai palestinesi in base alle disposizioni delle autorità israeliane. “Un centinaio di rivoltosi hanno provato a entrare nella buffer zone e a danneggiare la barriera [che divide Israele con la Striscia di Gaza]. Nel tentativo di prevenire una escalation di violenza e la minaccia di infiltrazione [di palestinesi in territorio israeliano], le forze stazionate lungo il confine hanno sparato verso i principali istigatori” ha detto una portavoce militare israeliana.
A morire è stato il ventenne Mahmoud al-Agha, membro delle Brigate al-Qassam. A confermare l’affiliazione del giovane al braccio armato del movimento islamico Hamas, è stato lo stesso gruppo armato in una nota. Nel corso degli scontri, sono state ferite decine di palestinesi. Secondo il ministro della salute della Striscia di Gaza, Ashraf al-Qudra, 31 di loro sono stati colpiti da pallottole vere, mentre altri 10 da pallottole di gomma.
Sale così a 124 il numero dei palestinesi uccisi da quando, il 1 ottobre, è scoppiata l’ondata di violenza in Israele e nei Territori occupati (chiamata “Intifada dei coltelli” da Tel Aviv, “Intifada di Gerusalemme” o rivolta, “habbeh”, dai palestinesi). Le vittime da parte israeliana sono 17. Uccisi anche un cittadino americano e un richiedente asilo eritreo scambiato per “terrorista arabo” da un gruppo di israeliani alla stazione degli autobus di Be’er Sheva. Nena News
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