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Gerusalemme, 21 dicembre 2015, Nena News -
Mentre il Congresso discute il rinnovo, sicuro, del finanziamento
annuale statunitense di tre miliardi di dollari, in gran parte ad uso
militare, destinato a Israele, il portavoce delle Forze Armate dello
Stato ebraico ha diffuso le foto del sottomarino “Rahav” (“Nettuno”, in
ebraico) che lascia il porto tedesco di Kiel diretto ad Haifa. Il
“Rahav” è l’ultimo dei sommergibili di classe Dolphin II, di
fabbricazione tedesca, a entrare in servizio e, nel silenzio
internazionale, accrescerà ulteriormente le capacità atomiche di Israele
che non ha mai firmato il Trattato di non proliferazione nucleare e
continua a mantenere segreto il suo arsenale atomico costituito, secondo
alcuni esperti internazionali, da 100 forse 200 bombe.
Costruito
nei cantieri Howaldtswerke-Deutsche Werft, con un costo di 2 miliardi
di dollari sostenuto dalla Germania (nel quadro dei risarcimenti
tedeschi per l’Olocausto), il “Rahav” non è a propulsione
atomica ma, come altri due dei quattro sommergibili israeliani costruiti
in Germania già in servizio, è in grado di trasportare missili con
testate nucleari nei mari del Medio Oriente e nell’Oceano Indiano. Se gli Stati Uniti sono garanti della superiorità bellica di Israele nei confronti degli altri Paesi della regione, la
Germania di Angela Merkel da anni contribuisce alla costituzione di una
flotta di sottomarini israeliani dotati anche di armi non
convenzionali.
Grazie
all’aiuto di Berlino, Israele può tenere sotto il tiro dei suoi missili
Popeye con una gittata di 1500 km e armati con atomiche fino a 200
chilogrammi non solo il “nemico” Iran, la Siria, tutti gli altri Paesi
arabi e parte dell’Asia centrale. Tre anni fa, la rivista tedesca Der Speigel, in un servizio di 12 pagine intitolato “L’Operazione Sansone”, scrisse che i
missili israeliani con testata nucleare possono essere lanciati dai
sommergibili grazie a un sistema idraulico speciale di ultima
generazione. «Utilizzando la tecnologia tedesca, Israele ha
creato un arsenale nucleare galleggiante in Medio Oriente», aggiunse il
giornale. Angela Merkel ha sempre negato che i sottomarini consegnati a
Israele siano in grado di trasportare testate nucleari. In realtà,
spiegava Der Spiegel, il governo tedesco è consapevole della
capacità nucleare dei sommergibili però accetta di guardare da un’altra
parte in nome della “sicurezza di Israele”.
Nella visione strategica israeliana, ha scritto Ronen Bergman, analista militare per il quotidiano di Tel Aviv Yedioth Ahronot,
il “Rahav” e gli altri sottomarini garantirebbero a Israele la capacità
del “secondo colpo”, ossia la possibilità di rispondere con le atomiche
ai nemici anche dopo aver subito un attacco nucleare. Altri esperti,
non israeliani, sostengono che i sommergibili hanno il compito di
affermare la superiorità militare e la potenza nucleare dello Stato
ebraico nella regione, quindi di rappresentare un potere di deterrenza,
o, secondo un altro punto di vista, una costante minaccia non dichiarata
davanti alle coste degli avversari. È perciò strategica la capacità che
il “Rahav”, il suo predecessore “Tanin” e il sesto sommergibile
israeliano ora in costruzione in Germania, hanno di rimanere in
immersione anche per 18 giorni consecutivi.
Sarebbe
l’Eritrea, secondo il centro ricerche strategiche Stratfor, a fornire
una base navale strategica, nell’arcipelago di Dahlak, ai sottomarini di
Israele che si alternano nella missione di tenere sotto tiro l’Iran e
nel controllo delle navi di Tehran che entrano nel Mar Rosso.
Allo stesso tempo l’Eritrea assicura un porto, ad Assab, anche alla
Marina militare iraniana, ottenendo dai due Paesi avversari armi e aiuti
finanziari.Nena News
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