PALESTINA. La scuola di circo chiede la liberazione di Mohammed


 
 
 
 
 
 
Ieri contro il 23enne Mohammed Faisal Abu Sakha, artista e trainer della Palestinian Circus School, è stato spiccato un ordine di detenzione amministrativa. Detenuto…
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Roma, 23 dicembre 2015, Nena News – Era in viaggio da Jenin e Ramallah con la sua famiglia quando è stato fermato al checkpoint Zaatara e arrestato. Lunedì 14 dicembre Mohammed Faisal Abu Sakha, 23 anni nato a Jenin, è stato portato via da 14 soldati israeliani. Ad attirare l’attenzione sul suo caso, simile in questi mesi di sollevazione e in questi decenni di occupazione a quello di migliaia di altri giovani palestinesi, è la Scuola di Circo Palestinese di Ramallah: Mohammed è uno dei trainer e dei membri della Palestinian Circus School.
Ieri la corte militare di Salem ha spiccato contro il giovane un ordine di detenzione amministrativa, senza indicare alcuna ragione per l’arresto. Una misura cautelare che non prevede la presentazione di accuse formali e quindi l’apertura di un processo e la possibilità per gli avvocati di difendere i sospettati. Da anni la detenzione amministrativa è utilizzata dalle autorità israeliane per imprigionare palestinesi, in aperta violazione del diritto internazionale che ne impedisce l’utilizzo sistematico. Ma nei Territori è la normalità: l’ordine di detenzione può durare fino a sei mesi ed è reiterabile all’infinito, senza che si apra mai un processo.
abu_sakha_3Contro Mohammed l’ordine è stato presentato dopo una settimana agli arresti. Per la sua liberazione la Scuola di Circo si è subito mobilitata e ha chiesto il sostegno internazionale: «Mohammed è parte della Palestinian Circus School dal 2007, prima come studente e poi, dal 2011, come artista e trainer – si legge nel comunicato della scuola – Mohammed ama il suo lavoro in generale e in particolare i programmi sociali della scuola. È famoso per la sua magica abilità di disegnare un sorriso nella faccia della gente. La sua intera vita è dedicata al circo».
Le cicliche violenze che hanno come teatro i Territori Occupati si sono drammaticamente intensificate a partire dal primo ottobre scorso, quando è cominciata quella che è stata ribattezzata l’Intifada di Gerusalemme. Agli scontri e alle manifestazioni palestinesi, che da Gerusalemme e la Cisgiordania si sono presto propagate a Gaza e alle città nello Stato di Israele, segue la dura repressione israeliana: sono 124 i palestinesi uccisi in quasi tre mesi di rivolte, 17 le vittime israeliane.
Con le morti aumentano anche i prigionieri politici: secondo l’associazione palestinese per i diritti dei prigionieri, Addameer, dal primo ottobre al 10 dicembre sono stati arrestati 2.256 palestinesi, di cui 399 minorenni. Tra loro 247 sono stati posti in detenzione amministrativa, senza accuse né processo. Come Mohammed. Nena News
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