Matteo Renzi da Netanyahu: amico di Israele ma più amico degli Usa: in difesa dell'accordo con l'Iran sul nucleare


 
 
 
“Credo che abbiamo una posizione differente sull’accordo con l’Iran sul nucleare…”. In certi casi, ammettere le diversità di vedute è l’unica via d&r
huffingtonpost.it




“Credo che abbiamo una posizione differente sull’accordo con l’Iran sul nucleare…”. In certi casi, ammettere le diversità di vedute è l’unica via d’uscita. Matteo Renzi parla al fianco di Benjamin Netanyahu nella conferenza stampa congiunta a Tel Aviv. Cordialità e abbracci finali, affinità ma anche divergenze. Anzi, un’unica divergenza: quella prevedibile sull’accordo fortemente voluto dagli Stati Uniti e firmato qualche giorno fa a Vienna sul nucleare iraniano. Renzi lo difende: “Noi, come gli Stati Uniti, pensiamo che sul nucleare sia possibile un compromesso, ma che non è possibile un compromesso sulla sicurezza di Israele”. Netanyahu no: “Un errore storico”, scandisce in conferenza stampa. Non poteva che essere così. Ma il premier italiano spera di tracciare anche solo un piccolissimo solco con il discorso che domani pronuncerà alla Knesset, il parlamento israeliano.
Renzi è il primo leader occidentale a visitare Israele dopo la firma dello storico accordo di Vienna sul nucleare, officiato dall’italiana Federica Mogherini, Alto rappresentante Ue per la politica estera, presenza che ha portato al tavolo delle trattative un po’ di italianità, anche solo informale visto che il nostro paese non ha partecipato direttamente al negoziato (è fuori dal 5+1). Renzi è anche il primo premier italiano che parli alla Knesset da cinque anni a questa parte. L’ultimo fu Silvio Berlusconi nel 2010. Renzi non poteva non difendere l’accordo con Teheran, malgrado Netanyahu, il più longevo premier israeliano che solo a marzo ha iniziato il suo quarto mandato con un discorso di fuoco al Congresso Usa contro quello che definisce “il patto con il diavolo”.
Non poteva, per convinzione, naturalmente, e anche per il legame altrettanto storico dell’Italia con gli Usa: da preservare anche se questo significa scontentare un po’ l’alleato di Tel Aviv. Non poteva anche per gli interessi italiani in Iran: il nostro paese era tra i primi partner economici di Teheran prima delle sanzioni. Non a caso tra qualche settimana i ministri Gentiloni e Guidi si recheranno in visita a Teheran. Ma Renzi riesce comunque a salvaguardare il legame tra Italia e Israele, “paesi amici”, dice, pronti a “collaborare e competere ma anche condividere i sogni più importanti per realizzare una vita migliore”. “I nostri due Paesi condividono un rapporto speciale”, condivide Netanyahu.
L’idea – sebbene senza molte speranze - è di riuscire a smuovere qualcosa parlando con Netanyahu del ruolo strategico di Israele nella lotta all’Isis. “Penso che oggi siamo tutti Davide contro nemici barbarici che usano la religione per portare terrore, miseria e morte. E penso che la sicurezza di Israele è la sicurezza dell’Europa e anche la mia: abbiamo un destino comune da condividere”, è l’argomentazione del premier italiano.
Domani, oltre al discorso alla Knesset, Renzi incontrerà anche il leader laburista israeliano Isaac Herzog, praticamente ‘l’uomo di Obama’ in Israele, che però ha perso la sfida elettorale con l’invincibile ‘falco’ Netanyahu. Herzog non la pensa come il premier israeliano sull’accordo con Teheran, aveva cercato di dissuaderlo dall’idea di recarsi al congresso Usa per sparare contro Obama. Senza successo. Ora tocca a Renzi, che con la visita a Tel Aviv traccia il nuovo posizionamento dell’Italia tra gli Usa e Israele, nel complicatissimo risiko post-accordo di Vienna: più vicina a Washington, più lontana da Tel Aviv. Domani il premier passerà il muro tra Gerusalemme e i territori e incontrerà anche il leader dell’Anp Abu Mazen: a Betlemme, non nella capitale di Ramallah. Anche questa scelta traccia una posizione del governo italiano: quella verso la causa palestinese, cautela e attenzione per non allungare ulteriormente la distanza maturata con Israele.

Commenti

Post popolari in questo blog

Hilo Glazer : Nelle Prealpi italiane, gli israeliani stanno creando una comunità di espatriati. Iniziative simili non sono così rare

giorno 79: Betlemme cancella le celebrazioni del Natale mentre Israele continua a bombardare Gaza

Né Ashkenaziti né Sefarditi: gli Ebrei italiani sono un mistero - JoiMag

I 'cimiteri dei numeri': dove finisono i "nemici" di Israele