Bimbo palestinese muore in casa bruciata da coloni israeliani
E’
accaduto a Kfar Douma, un villaggio della provincia di Nablus. Il nome
del piccolo morto è Ali Saad Daobasa, 1 anno e mezzo. I genitori e un
fratellini ricoverati in...
nena-news.it
La casa data alle fiamme a Kfar Douma
AGGIORNAMENTI:
ore 14:45 Abbas (Presidente palestinese): “Presenteremo il caso alla Corte penale internazionale”
Il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha detto che l’Autorità palestinese farà appello alla Corte Penale Internazionale (Cpi) per investigare sull’incendio provocato dai coloni israeliani. “Stiamo preparando immediatamente la documentazione da inviare al Cpi”, Abbas ha detto ai giornalisti nel suo quartier generale di Ramallah. Il presidente ha denunciato i “crimini di guerra e contro l’umanità compiuti ogni giorno dagli israeliani ai danni del popolo palestinese”.
ore 13:30 Rivlin (Presidente israeliano): “Abbiamo affrontato il fenomeno del terrorismo ebraico troppo debolmente”
Commentano i fatti di Kfar Duma il presidente israeliano Rivlin ha detto: “la morte di Ali Dawabsha, un bambino che dormiva nel suo letto, e il grave danno fatto ai membri della sua famiglia, sua madre, suo padre e fratello è una ferita al cuore di noi tutti. Ma più che vergogna, io provo dolore. Dolore per l’omicidio di questo piccolo bambino. Dolore per il mio popolo che ha scelto la via del terrore e ha perso la sua umanità. Questa non è la mia strada, non è la strada dello stato d’Israele, né del popolo ebraico”.
Commentando la violenza di stampo israeliana il presidente ha affermato: “purtroppo, fino ad ora sembra che abbiamo affrontato il fenomeno del terrorismo ebraico troppo debolmente. Forse non abbiamo ammesso con abbastanza decisione che siamo di fronte ad un gruppo ideologico che è pericoloso e determinato a distruggere i ponti che abbiamo costruito con fatica. Sono fortemente convinto che affrontiamo un pericolo serio e dobbiamo attaccarlo alla radice” .
Poi ha rivolto un invito ai cittadini israeliani e palestinesi: “in questi momenti di dolore, mi rivolgo a voi cittadini d’Israele, arabi israeliani, popolo palestinese e a tutti i cittadini rispettosi della legge.Vi invito a non cedere a sentimenti di rabbia e di collera. E’ tempo di unire le mani e lasciare che la legge e la giustizia trovino gli assassini”
ore 13:00 Fuoco contro auto israeliano in una colonia nella Valle del Giordano. Nessun ferito
Secondo il portale israeliano Ynet, alcuni uomini armati in macchina avrebbero sparato ad un veicolo israeliano vicino all’insediamento di Kokhav HaShahar nella Valle del Giordano (Cisgiordania occupata). Non ci sono stati feriti, solo danni alla macchina.
ore 12:30 Colono investe palestinese a Raas al-Amud (Gerusalemme)
Un colono ha investito poco fa con la sua macchina un giovane palestinese mentre pregava. L’episodio è avvenuto nel quartiere di Raas al-Amud a Gerusalemme. Secondo quanto ha riferito all’agenzia di stampa Maan (nella sua versione in arabo) Majdi Abbasi del centro di informazioni Wadi Hilwe il colono avrebbe agito deliberatamente.
ore 12:20 Hamas: “Coloni e soldati israeliani bersagli legittimi della resistenza”. Fatah: “Atto codardo, crimine disastroso ” Fronte popolare: “Bisogna aumentare la resistenza”
Dopo l’uccisione del bimbo palestinese Ali Dawabsha a Kfar Douma, Hamas ha detto che tutti i soldati e i coloni israeliani sono “bersagli legittimi della resistenza”. Un portavoce del gruppo, Hussam Badran, ha esortato il popolo palestinese ad un’azione popolare in risposta all’uccisione di Dawabsha affermando che i crimini israeliani possono essere fermati solo attraverso “una resistenza di vasta portata in tutte le sue forme”.
La Jihad Islamica ha attributo le responsabilità di quanto accaduto al governo israeliano perché protegge i coloni. “Il terrorismo dei coloni e dell’esercito israeliano saranno fronteggiati dalla volontà palestinese che non accetta di arrendersi” ha affermato un portavoce del gruppo.
Fatah, il partito del presidente Abbas e che governa la Cisgiordania, ha definito quanto accaduto a Kfar Duma un atto “codardo” e ha criticato il governo Netanyahu per il “disastroso crimine”. Secondo Fatah: “la comunità internazionale, le Nazioni Unite e la Corte Penale internazionale devono scegliere tra ‘il lato dei diritti e della giustizia’ o quello del ‘terrorismo’ e devono ritenere Israele responsabile per quello che è successo”.
I comitati di resistenza popolare, intanto, hanno invitato ad una “rivoluzione della rabbia” nelle città, villaggi e strade della Palestina e hanno detto che Israele potrà essere fermata solo con la forza. Il Fronte popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP) ha esortato il popolo palestinese ad “aumentare la resistenza” contro lo stato ebraico e ha chiesto all’Autorità palestinese (Ap) di dichiarare lo stato di emergenza. Il partito di sinistra ha anche criticato la dirigenza palestinese perché non avrebbe protetto i suoi cittadini
ore 11:50 Al-Malki (Ministro esteri palestinese): “Coloni siano messi fuori legge in tutto il mondo”
In una comunicato ufficiale il ministro degli esteri palestinesi, Riyad al-Malki, ha chiesto che i gruppi di coloni vengano posti fuori legge non solo in Israele, ma anche “nella comunità internazionale e, nello specifico, Usa, Unione Europea, Onu, Canada, Australia, Giappone, Unione Africana e tra i paesi non allineati”.
“E’ una vergogna da parte della comunità internazionale che sia stato ripetutamente ignorato il terrorismo dei coloni sui civili palestinesi. E’ una vergogna per gli stati stranieri, per le organizzazioni internazionali e i gruppi regionali che ciò sia avvenuto nonostante le nostre richieste in passato di considerare questi movimenti come terroristici e fuori legge”.
“Noi – si legge nel comunicato – rifiutiamo qualunque condanna ufficiale israeliana per questo atto di terrorismo. Sono loro [gli israeliani] che devono assumersi la responsabilità diretta per quanto accaduto a causa dei loro continui silenzi, della loro opposizione a considerare questi gruppi come movimenti terroristici fuori legge e per la protezione che danno loro durante e dopo le aggressioni”.
ore 11:10 – Erakat (Olp): “Governo israeliano responsabile per uccisione bimbo”
L’Olp (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) considera il governo israeliano “pienamente responsabile” per la morte del bimbo ad opera dei coloni. Ad affermarlo in una nota è Sa’eb Erakat, neo segretario generale dell’Olp. “Quanto è accaduto – ha detto Erakat – è la diretta conseguenza di decenni di impunità data dal governo israeliano al terrorismo dei coloni. Non possiamo separare l’atto barbaro avvenuto stanotte a Duma dalla recente approvazione di nuovi insediamenti decisa dal governo israeliano, un governo che rappresenta una coalizione nazionale israeliana e l’Apartheid”.
Secondo la nota, dal 2004 a oggi sono stati registrati più di 11.000 attacchi dei coloni contro i palestinesi. Nella quasi totalità dei casi – sostiene il comunicato – i crimini sono rimasti impuniti.
Duro il commento anche del portavoce del Presidente Abbas, Nabil Abu Rudeineh, che ha descritto quanto accaduto a Duma un “atto barbaro” che “non sarebbe accaduto se il governo israeliano non avesse insistito a proteggere i coloni e ad espandere gli insediamenti illegali”.
ore 11 – POLIZIA ISRAELE IMPONE RESTRIZIONI NELL’ACCESSO ALLA SPIANATA
Dopo la diffusione della notizia dell’uccisione del piccolo Ali Saad Dawabsha, la polizia israeliana ha imposto restrizioni nell’accesso alla moschea di Al Aqsa, meta di centinaia di fedeli musulmani durante la preghiera del venerdì. Gli uomini sotto i 50 anni – ha fatto sapere Azzam al-Khatib, direttore degli Affari della Moschea di Al-Aqsa – non saranno autorizzati ad entrare dalle forze militari israeliane. Chiusi anche le porte principali di accesso alla Spianata.
La morte del bambino, ucciso in un incendio provocato da quattro coloni vicino Nablus, potrebbe ulteriormente accendere la tensione a Gerusalemme dove per oggi è stata organizzata una manifestazione di protesta per i fatti della scorsa settimana: pochi giorni fa Hamas ha fatto appello a scendere in strada in difesa di Al Aqsa nel “giorno della rabbia”, come risposta all’attacco da parte di ultraortodossi estremisti e polizia di domenica scorsa.
Le forze militari israeliane hanno compiuto un violento raid nella Spianata per permettere ad un gruppo di 250 estremisti ebrei, parte del movimento di estrema destra “Torniamo sul Monte”, di pregare ad Al Aqsa. Decine gli arrestati, molti i feriti dal gas dei lacrimogeni e da proiettili di gomma.
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della redazione
Kfar Douma (Nablus), 31 luglio 2015, Nena News – Un bimbo palestinese di un anno e mezzo, Ali Dawabsha, è morto carbonizzato nell’incendio doloso della sua abitazione causato dal lancio, questa mattina all’alba, di bottiglie molotov da parte di un gruppo di quattro coloni israeliani entrati nel villaggio di Kfar Douma, nella provincia di Nablus. I suoi genitori e un fratellino di 4 anni, Ahmad, sono stati ricoverati in ospedale per gravi ustioni, secondo quanto riferiscono fonti locali.
Secondo quanto raccontato da testimoni, i coloni avrebbero agito poco prima dell’alba. Sui muri delle abitazioni prese di mira hanno lasciato scritte come “Vendetta” e “Lunga vita al Messia”, poi hanno lanciato delle bottiglie incendiarie. Le fiamme hanno subito avvolto le case. Chi era all’interno ha avuto pochi attimi per scappare.
Il padre è riuscito a mettere in salvo la moglie e un figlio di quattro anni ma non il piccolo Ali Dawabsha a causa delle fiamme e del fumo. Qualcuno ha poi raccontato di aver visto i quattro fuggire in direzione della colonia di Maale Efraim.
Lo stesso esercito israeliano parla di atto di terrorismo e l’attacco è stato condannato anche dal primo ministro Benyamin Netanyahu e dal ministro dell’istruzione Naftali Bennett, leader del partito ultranazionalista Casa Ebraica che rappresenta il movimento dei coloni.
Gli attentatori che potrebbero aver colpito per vendicare le demolizioni di due edifici nella colonia di Bet El, vicino Ramallah, ordinata due giorni fa dalla Corte suprema israeliana.
“Israele e’ responsabile ”di questo crimine odioso” ha protestato Nabil Abu Rudeina, portavoce del presidente palestinese Abu Mazen. L’Autorità nazionale palestinese accusa il governo Netanyahu di aver aiutato in ogni modo la colonizzazione, di aver garantito impunità ai coloni e per questo intende rivolgersi alla Corte penale internazionale. Nena News
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