Moni Ovadia al Festival della Filosofia di Cagliari
Il
Circolo dei lettori di Elmas promuove la cultura di diffusione del
libro. Organizza la Festa dei lettori, presentazioni di libri, consigli
per la lettura, incontri pubblici di lettura
equilibrielmas.it
Il Festival della Filosofia, che si è tenuto a Cagliari dal 15 al 17
maggio, aveva come tema “L’infinito fratricidio, capire il male: storia,
memoria, catarsi” . Il tema generale dell’edizione 2015 aveva come
specchio teatrale “Incendi” di Wajdi Mouawad drammaturgo, regista,
attore, in fuga dalla guerra civile libanese, esiliato a Parigi nel 1968
e poi in Canada, che trova nel teatro la sua dolorosa catarsi. L’uso
critico della memoria e la conoscenza della storia, un’informazione non
edulcorata per un’opinione pubblica che, dopo la caduta delle ideologie e
il trionfo del pensiero unico liberista, pare intorpidita
nell’indifferenza, costituiscono una prima catarsi per capire le guerre,
tutte le guerre e in particolare quelle “fratricidi” che hanno
segnato l’umanità fin dalle origini. Il festival è stato declinato nei
diversi dialoghi tra i protagonisti, filosofi, letterati, storici,
giornalisti. In continuità con un recente dibattito a Elmas sulla
questione palestinese (presentazione del libro di Marco Sini “Pace,
Shalom, Salam. Israele e Palestina, diario di viaggio e altre
annotazioni”) abbiamo scelto come dialogo da proporre ai lettori del
sito di “Equilibri” quello tra Luca Foschi, giornalista sardo,
corrispondente di guerra nelle zone calde del medi oriente, e Moni
Ovadia, avente come titolo “L’Europa, i conflitti, i migranti”.
Moni Ovadia, bollato spregiativamente dagli israeliani vicini al
governo Netanyahu come ebreo antisemita, non ha fatto sconti: ha
denunciato con forza le responsabilità degli USA in medioriente,
l’impotenza del Diritto internazionale asservito alla logica delle
grandi potenze, l’irresponsabile politica dell’attuale governo
israeliano nei confronti del popolo palestinese e dei suoi diritti,
l’ignavia della sinistra israeliana ed europea, l’uso strumentale della
Shoah per coprire la falsa coscienza degli europei e degli stessi
israeliani. Grazie alle sollecitazioni e riflessioni di Luca Foschi il
dialogo si è allargato a temi più generali, quali i pericoli
dell’informazione e il nichilismo che si nasconde in Internet, o più
drammaticamente attuali, come la tragedia dei migranti nel mondo e nel
Mediterraneo, fino alle responsabilità delle nazioni nel fare i conti
con la propria storia. Insomma: un dialogo come esempio di passione e
impegno civile, oggi più che mai necessari.
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