Mossad negò che l' Iran avesse arma atomica smentendo Netanyahu


(ANSA) - ROMA, 23 FEB - Nell'ottobre del 2012 il Mossad concluse che l'Iran "non stava svolgendo l'attività necessaria per la produzione di armi", nucleari. E' quanto rivela uno dei documenti segreti del dossier Spycables rilanciati da al Jazeera e Guardian che ricorda come il mese prima il premier Benyamin Netanyahu e cioe' che all'Iran mancava un anno dal fabbricare un'arma nucleare. Una affermazione che ora appare in effetti in contraddizione con i suoi stessi servizi segreti


2   Spy Cables: Al Jazeera e Guardian svelano dispacci segreti, nuova tempesta sull'intelligence
ROMA - Levatevi dalla mente, almeno per ora, le sequenze che a Roma stanno riprendendo le nuove gesta di James Bond. E dimenticate anche Ed Snowden, la Nsa e lo spionaggio elettronico a cui è stato sottoposto il vostro computer, il vostro cellulare, il vostro Gps, il vostro leader. Qui si parla di umanità. Ovvero, uomini in carne e ossa, il personale delle principali agenzie di intelligence del mondo, raccontati attraverso il loro ordinario lavoro di ufficio. Per scoprire quali sono le beghe con cui si devono davvero confrontare, giorno dopo giorno. Che vanno dal collega pasticcione alle riflessioni sull'espansione cinese in Africa.

E' quanto promettono Al Jazeera e il britannico Guardian, che nei prossimi giorni si apprestano a pubblicare in collaborazione centinaia di dispacci dei più disparati servizi segreti con l'obiettivo dichiarato di aprire uno squarcio attraverso cui potremo spiare, a nostra volta, "le reali dinamiche operative dell'oscuro e altamente politicizzato regno dello spionaggio globale".

La corrispondenza, pervenuta in forma digitale, copre un periodo che va dal 2006 al dicembre del 2014 e il fulcro attorno al quale girano le comunicazioni è il servizio segreto sudafricano (SSA, State Security Agency). Dove, tra dettagliate descrizioni dei briefing e analisi a uso interno, viene rivelato il contenuto della corrispondenza intercorsa con l'americana Cia, il britannico MI6, il Mossad israeliano, il russo FSB, i servizi iraniani e quelli di un'altra decina di agenzie disseminate tra Asia, Medio Oriente e Africa.

Dalla visione d'insieme emerge, secondo le anticipazioni di Al Jazeera, come negli anni del post-Apartheid il Sudafrica sia stato particolarmente impegnato nell'adeguamento dei suoi servizi alla nuova realtà, risultando allo stesso tempo "vulnerabile" allo spionaggio altrui e inondato da allarmi durante la "Guerra al Terrore" dell'America di George W. Bush.

Analizzando, invece, più in dettaglio i documenti, spiega ancora Al Jazeera, si scopre come la componente umana dei servizi segreti perda anche molto tempo a confrontarsi su problematiche riscontrabili in qualsiasi altro lavoro d'ufficio: lamentele per la scomparsa di documenti, litigi e gelosie personali. Mentre le comunicazioni con le altre agenzie non includono solo gli inviti a stringere legami e lo scambio di rapporti per il reciproco uso e consumo, ma anche personali richieste di numeri di telefono.

Nulla di più lontano dagli affascinanti plot di cui si nutrono da sempre cinema e letteratura. Ma i dispacci in arrivo su Al Jazeera e Guardian promettono addirittura di fare un passo oltre le critiche mosse alla Cia da Robert Baer, autore di La disfatta della Cia (2003), da cui fu tratto il film Syriana (2005). In cui l'ex agente dei servizi statunitensi lamentava la decadenza di Langley, sempre meno animata da persone attive sul territorio, anche il più pericoloso, sempre più dipendente dalle elucubrazioni geopolitiche di analisti seduti nei loro comodi uffici a poca distanza da casa.

Un esempio di questo step forward è anticipato da Al Jazeera e ha dell'esilarante. Si tratta di un dispaccio dei servizi algerini ai colleghi sudafricani, riguardante una questione "vitale". Si chiede che nella strada su cui affaccia l'ambasciata algerina in Sudafrica vengano disposti dei segnali di divieto di parcheggio. Paura di attentati? Esigenze di carico e scarico? Semplice precauzione? Nulla di tutto ciò: nel dispaccio, i servizi algerini fanno notare che le ambasciate britannica e americana godono di quel privilegio, quindi dovrebbe essere esteso anche all'Algeria.

Ma in quei documenti ci sarebbe anche ben altro. Ad anticipare la roba che scotta davvero è il Guardian, con l'estrema preoccupazione dei diretti interessati. Ad esempio, la visione esattamente opposta che il Mossad e il premier israeliano Benjamin Netanyahu dimostrano di avere sul nucleare iraniano in base a un documento datato 2012. In cui i servizi di Tel Aviv concludevano che l'Iran "non stava svolgendo l'attività necessaria per la produzione di armi", nucleari. Attività esistente, invece, per il primo ministro, che solo un mese prima, in missione a New York, lo aveva sostenuto all'Onu.

Il Guardian afferma che il "pacchetto" include dettagli di operazioni dirette contro Al Qaeda e lo Stato Islamico. Meno scontato è scoprire che altre siano contro gli attivisti a difesa dell'ambiente. Il "menù" anticipato dal quotidiano britannico include: le comunicazioni rivelerebbero che la Cia ha tentato di stabilire un contatto con Hamas anche se ufficialmente gli Usa hanno bandito il movimento palestinese; che lo stesso Barack Obama ha minacciato il presidente dell'autorità nazionale palestinese di ritirare l'appoggio all'Onu per il riconoscimento della Palestina; che i servizi nord-coreani hanno messo nel mirino il leader di Greenpeace.

Il Guardian evidenzia inoltre come dallo scambio di informazioni risalti il sempre più forte interesse dell'intelligence mondiale per l'Africa. Con i servizi occidentali impegnati a rafforzare la loro presenza nel continente nel momento in cui la Cina espande proprio lì la sua presenza economica. E Cia, MI6 e Mossad sempre più concentrati in una campagna globale di attività sotto copertura per arginare la crescente influenza iraniana, oltre a bloccarne il programma nucleare.

L'anticipazione di Al Jazeera è seguita da un editoriale, in cui si spiega come, dopo la lettura delle centinaia di dispacci, sia evidente che tante informazioni che i servizi segreti "classificano", in realtà non appartengono alla categoria dei segreti inconfessabili ed è per questo ingiusto nasconderli al pubblico. D'altro canto, l'editoriale spiega al lettore anche il perché dell'intervento redazionale con cui sono stati cancellati nomi, cognomi, ruoli, incarichi, luoghi. La loro esposizione metterebbe a rischio la vita di molti agenti. E non è proprio il caso di mantenere intonso quel dispaccio in cui è riportata la formula chimica con cui realizzare un potente esplosivo. 


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