Kobani liberata! Le forze curde cacciano fuori l’ISIS dalla città
Kobani liberata! Le forze curde cacciano fuori l’ISIS dalla città
Di Joris Leverink
29 gennaio 2015
Oggi i curdi che resistenti e i loro compagni a Kobani hanno ottenuto l’inimmaginabile: sono riusciti a espellere dalla città i combattenti dello Stato Islamico(ISIS).
Dopo 134 giorni di feroci battaglie tra le forze curde delle YPG e delle YPJ (Unità di difesa del Popolo e unità di difesa delle Donne), le truppe di Peshmerga ed elementi dell’Esercito Siriano Libero da una parte, e l’ISIS dall’altra, sembra che gli ultimi quartieri della città che erano sotto il controllo dei militanti jihadisti siano stati finalmente liberati.
Mentre il portavoce ufficiale delle YPG, Polat Can, annunciava (1) la liberazione completa della città tramite Twitter, i media sociali si riempivano di immagini che festeggiano (2) i combattenti della resistenza, di carri armati dell’ISIS incendiati e, naturalmente della emblematica bandiera rossa-gialla e verde del TEVEDEM, il Movimento per una Società Democratica, che sventola (3) in cima alla collina strategicamente importante di Mishtenur, che sovrasta la città.
L’avanzata dell’ISIS su Kobani è iniziata a metà settembre, quando le loro forze sono riuscite a conquistare la campagna che circonda la città nel giro di alcuni giorni prima di marciare proprio sul centro urbano. Intanto centinaia di migliaia di persone sono stati costretti a lasciare le proprie case, scappando terrorizzati davanti ai jihadisti pesantemente armati che hanno lasciato dietro di loro soltanto carneficina e distruzione.
Circa 260.000 persone hanno cercato rifugio al di là del confine con la Turchia, ma parecchie centinaia di combattenti della resistenza sono rimasti indietro per proteggere la città. Con poco altro oltre ai loro fucili AK-47, e alla ferma determinazione di arrestare l’avanzata dell’ISIS a Kobani, gli uomini e le donne delle YPG/YPJ sono riusciti a impedire che l’ISIS aggiungesse ancora un’altra città alla loro lunga lista di vittorie dei mesi recenti.
La resistenza dei combattenti curdi contro l’ISIS è stata ostacolata dalle politiche della vicina Turchia (4), che ha tenuto ermeticamente chiuso il suo confine con la città assediata, impedendo che qualsiasi aiuto raggiungesse la resistenza. Contemporaneamente molte fonti e osservatori hanno citato il suo presumibile appoggio militare, logistico, e medico ai jihadisti.
Nei mesi scorsi i combattenti curdi e i loro sostenitori in tutta la regione e in tutto il mondo si sono riuniti sul lato turco del confine per esprimere il loro appoggio e la loro solidarietà con la resistenza. La battaglia di Kobani non ha soltanto messo in luce l’efficacia delle milizia curde come una delle poche forze armate della regione in grado di combattere l’ISIS, ma, ciò che più conta, ha portato l’attenzione mondiale sulla brutta situazione della gente del Rojava e sulla sua rivoluzione sociale (5) incentrata sulla democrazia diretta, sull’uguaglianza di genere e sulla sostenibilità dell’ambiente.
Inoltre, la città liberata di Kobani ora è in rovina. Il continuo bombardamento con i mortai, il fuoco dell’artiglieria pesante, e gli attacchi dell’ISIS con autobombe insieme ai bombardamenti aerei della coalizione guidata dagli Stati Uniti che prendevano di mira le posizioni dell’ISIS in città, hanno distrutto interi quartieri.
La liberazione di Kobani è di importanza militare strategica, ma, ciò che più conta, è una vittoria simbolica della democrazia sull’autoritarismo; del pluralismo sul fascismo; della libertà sulla repressione – e soprattutto è una vittoria che ha mostrato al mondo il vero potere di coloro che combattono per una liberazione genuina in opposizione al fanatismo di coloro che combattono soltanto per convinzioni finte.
Mentre Kobani era sotto assedio, nei cantoni confinanti di Afrin e Cezire, la rivoluzione è continuata (6): si sono costituiti consigli del popolo, si sono sviluppate cooperative di lavoratori, e le donne hanno iniziato attivamente a occuparsi di processi decisionali che stanno gettando le fondamenta per una nuova società dove il potere nasce dal basso verso l’alto invece che dall’alto verso il basso.
La sfida maggiore per il popolo di Kobani, e forse una prova cruciale per la forza della rivoluzione, sta per arrivare: non soltanto una città, ma un’intera società dovrà essere ricostruita quasi da zero.
La gente di Kobani ha dimostrato la sua forza sul campo di battaglia e la sua eroica resistenza contro tutto e tutti è diventata una sorgente di speranza per tutti coloro che credono che la lotta contro tutte le forze repressive del fascismo, sotto qualsiasi forma, possono essere vinte.
L’attenzione internazionale che ha ricevuto la battaglia di Kobani può essere ora usata per mostrare al mondo che la gente del Rojava non sta facendo da guida soltanto nel combattere l’estremismo dell’ISIS, ma anche nel combattere contro le forze dell’imperialismo, del capitalismo e del patriarcato che hanno generato così tanti dei mali che attualmente affliggono le società in tutto il globo – e in Medio Oriente in particolare.
Joris Leverink è un giornalista indipendente di base a Istanbul ed è uno dei redattori della rivista online ROAR Magazine (7).
1https://twitter.com/polatcano/status/559721755976400897
2https://twitter.com/search-home#kobane&src=typd&mode=photos
3https://twitter.com/search-home
4http://roarmag.org/2014/12/isis-attacks-kobane-from-turkey/
5http://roarmag.org/2014/12/isis-attack
6http://roarmag.org/2014/12/janet-biehl
7http://roarmag.org/
Joris Leverink è un giornalista indipendente di base a Istanbul ed è uno dei redattori della rivista online ROAR Magazine (7).
Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
www.znetitaly.org
Fonte: http://zcomm.org/znet/article/kobani-liberated-kurdish-forces-push-isis-out-of-town
Originale: Roarmarg.org
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2015 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY NC-SA 3.0
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