Iraq. L'amore ai tempi del Califfato

Un giovane di Mosul racconta come la sua vita sia stata interrotta da quando l'Is ha preso il controllo della città. Avrebbe dovuto sposare la sua fidanzata dopo la laurea, ma ora che le donne devono essere completamente velate e le università sono state chiuse, non può incontrarla e terminare gli studi.


Baha è un giovane di Mosul, il cui nome non può essere rivelato per intero. E' solo uno dei tanti giovani della città, ora sotto il controllo degli estremisti sunniti, la cui vita sociale è stata duramente spezzata dall'avanzata del gruppo noto come Stato Islamico (IS)
Mosul è sempre stata una città conservatrice naturalmente, con una cultura fermamente radicata nella tradizione tribale. Per questo, i suoi giovani non sono mai stati in grado di socializzare liberamente, o di amare liberamente qualcuno.Tuttavia le cose sono peggiorate con la presenza dell'Is, o Daesh, come viene chiamato in arabo.
Baha è innamorato di una giovane di Mosul, Maysoum. Frequentava il quarto anno di università nella facoltà di Ingengeria. Aveva già chiesto una volta al padre di Maysoun il permesso di sposare sua figlia, ma lui aveva rifiutato perché Baha era ancora uno studente e viveva grazie al reddito dei suoi genitori.
Baha, però, era sicuro che una volta laureato e con un lavoro da ingegnere, il padre di Maysoun avrebbe cambiato idea.
Quando Da'esh ha preso il controllo di Mosul all'inizio di giugno però, Baha e Maysoun hanno dovuto interrompere la loro storia d'amore.
E' sempre stato abbastanza inconsueto vedere un giovane uomo e una giovane donna assieme qui. La società di Mosul era piuttosto chiusa e non c'erano in effetti molti luoghi dove le giovani coppie potessero andare per incontrarsi. Le tradizioni tribali e gli anni di insicurezza dal 2003 in poi non hanno certo aiutato a migliorare la situazione.
Ma il bisogno di amare ed essere amati ha spinto molti giovani a improvvisare, a inventare modi per vedersi o comunicare, anche se solo per pochi minuti, In un mercato, su Facebook, con un sms. 
Anche queste cose però sono diventate più difficili dopo l'arrivo di Da'esh.
Da un lato, Baha ha dovuto interrompere gli studi quando il gruppo estremista ha chiuso l'università e altre istituzioni governative. Dall'altro, l'università era l'unico posto dove Baha e Maysoun potevano vedersi, anche se a distanza.
Non è il solo problema di Baha: “Da'esh ha costretto tutte le donne del posto a indossare il niqab – racconta arrabbiato – perciò rischio di non riconoscere Maysoun nemmeno se per caso mi passa vicino”.
La coppia prima manteneva i contatti usando messaggi sul cellulare e via Facebook. Ma al primo assalto di Da'esh alla città i servizi di telefonia mobile e internet sono stati tagliati per un po' di tempo. Ora funzionano di nuovo, ma Maysoun non ha più risposto. “Forse si sente frustrata”, suggerisce lui con tristezza.
Ha sorvegliato per giorni la sua casa. Ha visto donne vestite interamente di nero, con il velo integrale e il viso coperto, uscire ed entrare per giorni.
Racconta di non aver visto nemmeno una donna con il velo bianco: le stringenti indicazioni di Da'esh dicono che le donne sposate devono usarlo nero, e solo le nubili possono indossarlo bianco. 
“Non ho visto nessuna donna in bianco lasciare la casa”, dice Baha. Forse Maysoun non esce mai, aggiunge. Si ferma e poi dice: “Non so quale possa essere la punizione per le donne che rifiutano di sposare un membro di Da'esh, ma temo non meno di una serie di frustate”.
Baha sa molto bene cosa succede a chi pratica qualsiasi “licenzioso” atto d'amore nel nuovo, autoproclamato Califfato.
Qualche giorno fa, due uomini sono stati lapidati a morte per adulterio. E questo nonostante il fatto che, come tutti sanno, secondo la legge islamica devono esserci quattro testimoni oculari dell'atto dell'adulterio prima che una simile punizione possa essere comminata.  
Secondo Baha, la lapidazione è servita solo a mostrare il potere di Da'esh. Non può escludere che anche le due vittime amassero qualcuno, come lui. Ma hanno avuto la sfortuna di cadere nelle mani di Da'esh, che rende schiavi i propri prigionieri, decapita le persone e punisce normali cittadini solo perché sorpresi a fumare o perché sentiti dire la cosa sbagliata.
Da'esh ha praticamente escluso le donne di Mosul dalla vita pubblica, separando i sessi nelle scuole e obbligandole a indossare il velo integrale. Ha anche imposto punizioni a quelle che si mostrano sui social network, al punto che le pagine Facebook delle ragazze della città di solito mostrano fiori, o avatar anonimi.
Baha lo sa e per questo per cercare di comunicare con Maysoun ha creato un'altra pagina Facebook con un nome diverso. Per più di due mesi ha scritto del suo amore e del suo desiderio, e ha aspettato che Maysoun accettasse la sua richiesta di amicizia.
Un'attesa vana. Anzichè ricevere un messaggio da lei, ha ricevuto una lettera decorata con la bandiera nera di Da'esh, che gli suggeriva di giurare fedeltà al  suo leader, il Califfo, perché era questa l'unica via verso la salvezza.

*La traduzione è a cura della redazione. Per la versione originale dell'articolo, pubblicata su Niqash, clicca qui.  
24 Settembre 2014
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