Operazione Colomba: Coloni israeliani entrano nel villaggio di At Tuwani scortati dall'esercito
-
di Operazione Colomba
Il 17 Settembre, alle ore 5:30, tre macchine
con quattordici coloni Israeliani sono arrivate nel villaggio Palestinese
di At Tuwani, scortate da due jeep dell'esercito.
I coloni sono entrati nel sito archeologico situato tra le case di
alcuni palestinesi, nel centro del villaggio, uno di questi era armato.
Gli abitanti di At Tuwani si sono riuniti presso la casa palestinese
più vicina e il proprietario della casa ha chiesto spiegazioni
all'esercito Israeliano riguardo a quello che stava accadendo. Dopo
la pressione nonviolenta esercitata dagli abitanti del villaggio sull'esercito
e sui coloni, questi se ne sono andati alle 6:15. Questa è
l'ennesima delle continue provocazioni compiute dall'esercito e dai
coloni israeliani, alla quale le comunità Palestinesi delle
colline a sud di Hebron continuano a reagire in maniera nonviolenta.
Nel 2011 ad At Tuwani sono stati condotti scavi da parte di archeologi
israeliani scortati dall'esercito. Molti degli archeologi che hanno
visitato il villaggio affermano che i ritrovamenti risalgono all'epoca
Bizantina. Eppure nel Dicembre 2011, durante una conferenza sull'archeologia
avvenuta nell'insediamento Israeliano di Suseya (nell'area delle colline
a sud di Hebron), è stato dichiarato che le rovine sono appartenenti
ad una antica sinagoga. Nella conferenza è stato anche indicato
come raggiungere il sito archeologico. Il ritrovamento di antiche
rovine ebraiche negli anno '80 è stato il pretesto formale
per l'evacuazione forzata della popolazione palestinese dal villaggio
di Susiya.
Operazione Colomba mantiene una presenza costante nel villaggio di
At-Tuwani e nell'area delle colline a sud di Hebron dal 2004.
Coloni israeliani
attaccano internazionali ed un pastore palestinese di Operazione Colomba
In conseguenza dell'attacco un pastore ed un internazionale sono
stati detenuti dalla Polizia israeliana
Il 14 settembre due coloni israeliani hanno attaccato
un pastore palestinese e due internazionali vicino all'avamposto di
Mitzpe Yair, nell'area a Sud delle colline di Hebron. Durante l'aggressione
i coloni hanno rubato le videocamere degli internazionali ed hanno
rotto il telefono di uno di loro. La polizia israeliana ha detenuto
il pastore palestinese ed uno degli internazionali per 6 ore. Non
ci sono state conseguenze per i coloni.
Alle 9:00 di mattina circa quattro pastori palestinesi
del villaggio di Qawawis, situato nelle colline a sud di Hebron, stavano
pascolando le loro greggi accompagnati da due internazionali su terra
di proprietà palestinese nelle vicinanze dell'avamposto israeliano.
I due coloni di Mitzpe Yair hanno attraversato una zona chiusa (dove
l'accesso è vietato a chiunque) per attaccare un pastore, iniziando
con lo scacciare il suo gregge; nel frattempo i due internazionali
stavano filmando la scena. Successivamente i coloni hanno assalito
i volontari internazionali: prima hanno preso per il collo uno di
loro e lo hanno buttato per terra, gli hanno strappato di mano la
videocamera e hanno rotto il suo telefono; successivamente i coloni
hanno attaccato l'altra internazionale e torcendole il braccio si
sono impadroniti anche della sua videocamera. Dopo che i coloni tornati
all'avamposto con le videocamere rubate, il palestinese e gli internazionali
sono andati al villaggio di Qawawis.
La Polizia israeliana è arrivata nel villaggio
palestinese ed ha chiesto al pastore ed all'internazionale che era
stato attaccato di seguirli alla stazione di polizia israeliana della
colonia di Kiryat Arba, poiché accusati da uno dei coloni di
avergli tirato contro delle pietre. Gli agenti di polizia hanno detenuto
entrambi per sei ore e li hanno interrogati a proposito dell'incidente.
La polizia israeliana li ha rilasciati alle 17:00, senza conseguenze.
L'area delle colline a Sud di Hebron ha sofferto
la presenza di coloni israeliani sin dagli anni '70. Otto insediamenti
ed avamposti israeliani (tra i quali Mitzpe Yair) hanno quasi totalmente
isolato 16 villaggi palestinesi dal resto della Cisgiordania. La violenza
dei coloni include anche aggressioni fisiche sui palestinesi e i loro
animali; danneggiamenti alle proprietà private e limitazioni
alla libertà di movimento, con ripercussioni sulla loro vita
quotidiana. Dall'inizio del 2014 Operazione Colomba ha registrato
l'arresto di 15 palestinesi, compresi minorenni, perché nelle
vicinanze degli insediamenti. Nello stesso periodo non ci sono state
conseguenze per i coloni israeliani coinvolti negli incidenti avvenuti
in quest'area.
Nonostante la violenza subita dai palestinesi delle
colline a Sud di Hebron, essi continuano pascolare e coltivare sulle
loro terre, resistendo in modo nonviolento all'occupazione israeliana.
Operazione Colomba mantiene una presenza costante
nel villaggio di At-Tuwani e nell'area delle colline a sud di Hebron
dal 2004.
Israele governo di estrema destra e opposizione 156 Israele opposizione civile e democratica 618 Sulla scia del colpo di stato giudiziario, le discussioni israeliane sul trasferimento all’estero non si fermano più ai gruppi di social media. In una lussureggiante valle dell’Italia nordoccidentale si stanno concretizzando idee di emigrazione collettiva – e iniziative simili stanno prendendo forma anche altrove Hilo Glazer 2 settembre 2023 1:19 IDT “Mentre il numero di ore di luce nella democrazia del loro paese continua a diminuire, sempre più israeliani arrivano nella valle montuosa alla ricerca di un nuovo inizio. Tra loro ci sono giovani con bambini nel marsupio, altri con bambini in età scolare, e ci sono persone con i capelli grigi come me. Un insegnante, un imprenditore tecnologico, uno psicologo, un toelettatore, un allenatore di basket. Alcuni dicono che stanno solo esplorando, ma si vergognano ancora di ammettere che stanno seriamente considerando l'opzione. Altri sembra
joimag.it Né Ashkenaziti né Sefarditi: gli Ebrei italiani sono un mistero - JoiMag Ashkenaziti, Sefarditi, Mizrahim, ma anche Bukhari, Falashà e Romanioti. Sono numerosissimi i gruppi che compongono la Diaspora ebraica. Tuttavia gli Ebrei italiani, gli Italkim, rappresentano un’eccezione unica e con una grande storia. Spesso si sente parlare di due categorie di Ebrei: Ashkenaziti e Sefarditi . Alcuni alludono anche a un terzo gruppo, i Mizrahim , per indicare gli Ebrei che vivevano in quei territori che oggi sono Iraq, Siria, Yemen, Iran, Georgia e Uzbekistan. Ma questa divisione in gruppi può risultare molto più complicata di quello che può sembrare a un primo sguardo. Ci sono tre modi di intendere la classificazione degli Ebrei; uno di questi si basa sulla geografia. Questo approccio applica l’etichetta “Ashkenazita” agli Ebrei che hanno gli antenati che provengono dal territorio che nella letteratura rabbinica medievale era chiamato
Vittime Oltre 20.258 morti* e almeno 53.688 feriti nella Striscia di Gaza. 303 palestinesi uccisi nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme est Israele rivede il numero stimato delle vittime del 7 ottobre riducendolo da 1.400 a 1.147. 485 soldati israeliani uccisi dal 7 ottobre e almeno 1.831 feriti. Gaza guerra Hamas e Israele Sviluppi chiave Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden non chiede al governo israeliano il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza in una telefonata con il primo ministro Benjamin Netanyahu. Le forze israeliane si ritirano dalla rotonda palestinese di Gaza City dopo aver completamente raso al suolo e distrutto i locali che la circondano. Le squadre di soccorso palestinesi recuperano i corpi di 40 persone nel centro di Gaza uccise venerdì dai bombardamenti israeliani. L'esercito israeliano annuncia che 14 soldati sono stati uccisi in scontri armati con combattenti palestinesi nella Striscia di Gaza nel fine settimana. Un ministro israeliano afferma che
Li chiamano “cimiteri dei numeri”, sono i luoghi dove vengono interrati i corpi dei “nemici” di Israele, e per lo più sono palestinesi. Poco si conosce di queste fosse comuni, anche se grazie alle ricerche dei giornalisti israeliani e internazionali sarebbe stati individuati quattro siti. di Simone Ogno Due si troverebbero nella Jordan Valley - nei dintorni di Adam Bridge e Refedeem -, un altro a Banat Yacoub Bridge, al confine con il Libano, l’ultimo nei pressi di Wadi al Hamam in Galilea. L’incertezza aleggia anche sulle cifre, numeri che oscillano tra le cinquecento e le mille unità, c’è chi ipotizza al rialzo; fonti palestinesi parlano di 338 corpi, ai quali si andrebbero ad aggiungere 195 appartenenti ad altre nazionalità: libanesi, siriani, egiziani, sudanesi. Tutti individui uccisi dall’esercito israeliano durante scontri a fuoco, rivolte, manifestazioni. La particolarità del nome è strettamente collegata alla barbarie dell’atto. Un tribunale militare israelian
Commenti
Posta un commento