Rogel Alpher: Israele è la mia casa, ma non posso più vivere qui





 Sintesi personale
Ho bisogno di lasciare il paese. La mia israelianità e la mia ebraicità non sono essenziali per la mia identità. Ho un passaporto straniero  non solo tecnicamente, ma psicologicamente. Israele è la mia casa, ma non è corretto dire   che non ho altro.

Come ogni persona cosmopolita, rigorosamente laica e con una visione del mondo universalista, ben immerso in cultura globale e con una ottima conoscenza dell'inglese, posso avere molte altre case.  Come chiunque credo fermamente che vivo solo una volta e ho il diritto di realizzare i miei desideri personali e prosperare con un minimo di sacrificio necessario per il paese  dove pago le tasse e  ricevo benessere e  servizi  sociali ed educativi  Come tutti i genitori che credono che i loro figli non abbiano alcun dovere patriottico verso l'Israele di oggi e non hanno necessità di rischiare la vita o morire per servirlo, non ho dubbi che sto facendo loro male restando qui.
Non sto parlando di moralità. Non voglio che questo articolo sia ancora un altro dibattito vuoto circa l'occupazione. Sto parlando in un linguaggio pratico e sobrio. Sto cercando di essere realista , il ministro Uri Orbach.  sostiene che dobbiamo ammettere che, nella nostra vita e  in quella dei nostri figli, a distanza di  pochi anni dovremo condurre una guerra   dove i civili saranno uccisi . Ha ragione. Questi sono i fatti della nostra vita. Missili continueranno a cadere su di noi, a causa dei coloni come a causa di gruppi estremisti arabi come Hamas, Hezbollah e lo Stato islamico.
Il mio destino e il destino dei miei figli saranno determinati qui da persone che hanno un Dio in nome del quale agiscono. Penso che sono pazzo. Quali sono le alternative? Le forze razziste del ministro degli Esteri Avigdor Lieberman? Le parole vuote di Yair Lapid? Il pessimismo inutile del primo ministro Benjamin Netanyahu? Per loro e per i loro elettori   essere un Ebreo che vive in Israele è la cosa più importante e vale la pena di morire per questo . Essi hanno modellato la nostra vita in base a tale principio. Vivono a Yad Vashem.
Io appartengo a una razza morente in Israele. Non posso influenzare la situazione. Non ho alcun interesse a dedicarmi alla lotta contro l'occupazione. Credo che sia inutile. Non ci sarà nessun compromesso.Non sarà  stabilito Nessun Stato palestinese e uno stato binazionale sarà un inferno.
Guardo Canale 2, ascolto la radio dell'esercito, leggo il sito Walla e il quotidiano Yedioth Ahronoth e sento  che non mi appartengono;che non c'è niente qui per me, nemmeno nella bolla di Tel Aviv. Non voglio vivere in una bolla  protetta da una cupola di ferro.
Se ci  si identifica con me  si incoraggerà i nostri figli a cercare il loro futuro in altre parti del mondo per la loro sicurezza personale, per il loro benessere psicologico ed economico. Israele non vale il prezzo che si sta esigendo da noi. C'è una maggioranza nazionalista-religioso-ultra-ortodossi e il nostro stile di vita non sopravvivrà nella nostra patria. Abbiamo molte più possibilità di mantenerlo altrove. Questa è la verità.
Io non posso giustificare ai miei figli il continuare a vivere qui. Israele è un posto pericoloso che richiede molto di più di quello che dà per ragioni che io non accetto. Non si può vivere una buona vita qui. Si può morire qui, si può cercare un rifugio o si può semplicemente lasciare.

Rogel Alpher : Israel is my home, but I can no longer live here

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