Gisha : libertà di movimento a merci e a persone a Gaza
Sintesi personale
L'enormità della distruzione, l'alto numero di morti e i traumi causati dalla recente round di combattimenti a Gaza e in Israele evidenziano che la chiusura di Gaza, al di là della posizione etica , non è riuscita a raggiungere i suoi obiettivi. Gisha pubblica un nuovo documento chiedendo a Israele di porre fine alla chiusura e annullare la politica di separazione.
" Israele ha imposto restrizioni ai
movimenti dei civili tra
Gaza e la Cisgiordania, il divieto di commercializzazione delle merci da
Gaza in Israele e in Cisgiordania e restrizioni all' l'ingresso di materiali da costruzione .
Queste restrizioni sono state apparentemente fondate su esigenze di
sicurezza , ma hanno superato di gran lunga quello che
era necessario per la sicurezza, violando i diritti della popolazione
civile e danneggiando l'economia di Gaza.
Israele ha il diritto e anzi il dovere di proteggere i suoi cittadini ,ma non ogni restrizione è consentita.
La chiusura di Gaza non fa distinzione tra civili e combattenti e viola
i diritti e le esigenze di 1.760.000 residenti palestinesi della
Striscia, la maggior parte dei quali sono bambini.
La chiusura civile è incompatibile con gli obblighi di Israele ai sensi
del diritto internazionale. E 'tempo che finisca.
Sollevamento della chiusura renderebbe possibile una vita normale agli
studenti di Gaza che potrebbero studiare nelle università in
Cisgiordania, ai lavoratori edili ,alle persone che potrebbeo riunirsi con parenti che non hanno
visto per anni, agli uomini d'affari e alle donne permettendo loro di sviluppare le loro imprese e di accedere a opportunità professionali, agli agricoltori che potrebbero vender i loro prodotti e provvedere alle loro famiglie. Migliorare le condizioni per la popolazione civile di Gaza non compromette le esigenze di sicurezza di Israele. Al contrario, nel lungo periodo, è l'unico modo per raggiungere una sicurezza sostenibile nella regione.
Israele deve abbandonare la " politica di separazione " che divide Gaza e la Cisgiordania e nega l'accesso alle due parti del territorio palestinese.
Fatte salve le misure di sicurezza adeguate, si deve
permettere il transito dei prodotti da Gaza al mercati in
Israele e in Cisgiordania e consentire ai residenti di Gaza, nei
settori pubblico e privato allo stesso modo,l'acquisto di materiali
da costruzione.
Nelle ultime settimane, sia i funzionari israeliani che stranieri di alto livello, tra cui il capo di stato maggiore israeliano Benny Gantz (ebraico), hanno convenuto che Israele ha l'obbligo di consentire la ricostruzione e lo sviluppo di Gaza.
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