Il punto sulla situazione umanitaria a Gaza


Gaza1GAZA- 25 agosto 2014. Facciate crivellate dai proiettili, case ed edifici crollati, tetti squarciati. Nella Striscia di Gaza, pochi sono i quartieri che sono stati risparmiati dai combattimenti e dai bombardamenti che continuano a imperversare. Facciamo il punto seguendo l’ultimo rapporto OCHA, l’Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari delle Nazioni Unite.
Mentre dall’altra parte del confine, il 70% degli israeliani ha lasciato le case per disertare la zona che è sotto il costante lancio di razzi, Gaza è un paesaggio devastato. Molte migliaia di case, ospedali, negozi e magazzini sono stati rasi al suolo. Questi sono più che semplici muri da ricostruire. La sensazione di costante paura, la perdita dei parenti, le atrocità viste o sperimentate, hanno duramente segnato gli animi. Per gli esperti che operano nei servizi psicosociali palestinesi, nella Mezzaluna Rossa, la Caritas, il CRS (Catholic Relief Services) e altre organizzazioni umanitarie, bisogna innanzitutto far fronte all’emergenza dei bisogni civili fondamentali: cibo, acqua, ricovero, e sostenere una popolazione in stato di shock, perché trovi un senso di sicurezza e di normalità.
L’intensità degli attacchi aerei, i pesanti combattimenti di terra e l’impossibilità di fuggire dalla Striscia di Gaza, generano un sentimento di paura costante. Paura rafforzata dal fatto che i luoghi considerati protetti sono stati talvolta direttamente presi di mira, in risposta ai razzi lanciati da questi luoghi che a priori si considerano inviolabili: centri sanitari, ospedali, scuole, edifici dell’ONU.
Dal 7 luglio (inizio dell’operazione Frontiera di protezione) al 25 agosto (ultimo rapporto OCHA), dalla parte israeliana sono stati uccisi 67 israeliani, tra cui un bambino di 4 anni; da parte palestinese, sono stati uccisi 2.076 palestinesi, tra cui 1.454 civili, 491 bambini e 253 donne.
A Gaza, più di 10.193 persone sono rimaste ferite e più di 1.000 bambini soffriranno di disabilità permanente.
A queste cifre va aggiunto un numero (non esattamente reso noto) di circa 25 palestinesi, uccisi da Hamas, perché accusati di collaborazionismo con Israele. Un crimine denunciato dal partito palestinese di Al Fatah.

Gaza2In questa guerra senza grazie, più di 17.200 case sono state distrutte o gravemente danneggiate, centinaia sono state mira diretta dagli attacchi aerei israeliani. A seguito dei bombardamenti, più di 475 0000 persone sono state sfollate e 280.000 di loro vivono nelle scuole dell’UNRWA, altri in rifugi governativi, in ricoveri di fortuna o accolti da famiglie.
Nessun luogo è sicuro, le persone non hanno un posto dove andare, dato che il blocco limita la popolazione in 400 km² della Striscia di Gaza, di cui il 44% è stato designato dall’esercito israeliano come una zona tampone.
L’attuale azione militare nella Striscia ha devastato una popolazione che viveva già una crisi umanitaria cronica: prima di questa azione recente, l’80% della popolazione ha ricevuto assistenza umanitaria in questa stretta banda sabbiosa che sopporta un blocco da 7 anni.
L’ONU ha lanciato l’emergenza di 367 milioni dollari per soddisfare le esigenze immediate, tra cui 293 milioni per cibo e riparo. Le organizzazioni locali e internazionali si sono mobilitate.
Dati OCHA:
- Le case di almeno 100.000 persone sono state distrutte o gravemente danneggiate (17.200 famiglie).
- 100.000 persone, le cui case sono state distrutte o gravemente danneggiate, hanno bisogno di aiuti alimentari. Tuttavia, l’intera popolazione di Gaza, colpita dal conflitto, ha quasi tutta bisogno di cibo e di altri aiuti a lungo termine. La carenza di energia elettrica limita la capacità di stoccare prodotti freschi sia per i negozi e sia per le famiglie. Il prezzo di alcuni prodotti alimentari è aumentato, tra cui la frutta fresca, le verdure e le uova, a causa dei danni alle aziende e ai terreni agricoli. Più di 4.000 animali devono essere alimentati per prevenire la perdita dei mezzi di sussistenza. Un’alta percentuale di terreni agricoli è stata danneggiata, il bestiame è stato ucciso.
Un serbatoio d’acqua distrutto dai bombardamenti
Un serbatoio d’acqua distrutto dai bombardamenti
- Acqua e servizi igienico-sanitari: almeno 180.000 persone hanno un accesso limitato all’acqua. La mancanza di energia elettrica e di combustibili limita anche l’approvvigionamento idrico. Le Nazioni Unite e altre agenzie sono preoccupate per il rischio di malattie legate alla mancanza di accesso all’acqua. In realtà, migliaia di persone vivono in sovraffollamento (in scuole e rifugi). Questo, insieme alla mancanza di acqua e alla scarsa igiene, pone dei seri rischi di epidemie.
- Salute e nutrizione: gravi carenze di farmaci e di forniture mediche ostacolano i benefici per la salute, in particolare quelli relativi alle emergenze, agli interventi chirurgici e alle unità di terapia intensiva. 29 ospedali lavorano con generatori di backup che richiedono carburante. 15 ospedali e 16 centri sanitari danneggiati richiedono la ricostruzione. La mancanza di chirurghi specializzati limita l’assistenza medica ai feriti.
Padre Jorge Hernandez, parroco di Gaza che insegue instancabilmente la sua opera di consolazione, in mezzo alle rovine
Padre Jorge Hernandez, parroco di Gaza che insegue instancabilmente la sua opera di consolazione, in mezzo alle rovine
- Protezione: almeno 373.000 bambini hanno bisogno di sostegno psicosociale. Migliaia di resti esplosivi di guerra si trovano nei centri abitati, e rappresentano un rischio significativo per i bambini, gli agricoltori, gli operatori umanitari e gli sfollati che tornano nelle case.
-Istruzione: il ritorno a scuola, in programma per il 24 agosto, non ha avuto luogo, l’Onu ha annunciato un periodo di un mese per il recupero, che potrebbe essere esteso se le ostilità continuano. 25 scuole sono state distrutte o gravemente danneggiate, 230 sono state danneggiate e vi è il rischio significativo di residuati bellici esplosivi. Quasi mezzo milione di bambini non tornerà in classe in questa prossima settimana.
Myriam Ambroselli
Fonte: Rapporto delle Nazioni Unite – OCHA
Foto del sacerdote latino parrocchia di Gaza, p. Jorge Hernandez, pubblicata nella Cronica sobrio Gaza
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