Gideon Levy: Obbedienza cieca
Gideon Levy: Obbedienza cieca
Internazionale n.1060 18/24.7.2014
Gideon Levy, Ha'aretz
Per un pilota israelianola più grande dimostrazionedi coraggio è rifiutarsidi uccidere dei civili
T|ra
i soldati delle forze armate israeliane sono i più eloquenti,educati,
intelligenti e istruiti. Durante il servizio militare studiano nelle
migliori università. Provengono dalle migliori famiglie e dalle migliori
scuole superiori. Negli anni di addestramento imparano le tecniche di
volo, l'elettronica, le strategie di combattimento. Sono la meglio
gioventù di Israele, destinata a fare grandi cose. Ma oggi i piloti israeliani commettono le azioni più crudeli che si possano immaginare.
Comodamente
seduti nelle loro cabine, armeggiano con pulsanti e leve. E un gioco di
guerra. Dall'alto decidono chi vince e chi muore.
Osservano piccoli puntini neri che corrono in preda al panico e
scappano per sopravvivere. Alcuni, sui tetti delle case, agitano le
mani, sconvolti dal terrore. La freccia nera punta il bersaglio. Un
attimo dopo si alza del fumo nero. I piloti israeliani non sono mai
stati attaccati da un aereo nemico. Ai tempi dell'ultima battaglia aerea
sostenuta dall'aviazione israeliana, non erano ancora nati. E non hanno
mai visto da vicino le loro vittime.
Sono
gli eroi.di Israele, quelli che avranno successo nella vita. Sposeranno
le ragazze più belle. Vivranno in un grazioso insediamento.
Diventeranno capitani degli aerei El Al, imprenditori, professionisti.
Voteranno per politici di centro, come Yair Lapid, e per partiti di
sinistra, come il Meretz. Insegneranno ai figli come diventare cittadini
modello. Dimenticheranno in fretta cos'hanno fatto durante il servizio
militare. Ma in fondo hanno ben poco da dimenti-
care. Dalla cabina di un F-16 non si vede quasi niente. Non
sono poliziotti di frontiera che rincorrono i bambini nei vicoli e poi
li picchiano. Non fanno parte della brigata di fanteria Golani, che fa
irruzione nelle case dei palestinesi in piena notte. Non sorvegliano i
checkpoint. Non usano un linguaggio scurrile e non umiliano
l'avversario. Sono educati. Sono i piloti dell'esercito più virtuoso del mondo,
Ma
mentre scrivo hanno già ucciso duecento persone e ne hanno ferite più
di un migliaio. La maggior parte erano civili. Pochi giorni fa hanno
ucciso una ventina di persone della famiglia Al Batash. Il loro
bersaglio era il capo della polizia di Gaza, Taysir al Batash. L'attacco
ha causato 21 morti, tra cui sei bambini e quattro donne. Un'intera
famiglia spazzata via.
Certo,
la colpa non è (solo) dei piloti. Loro eseguono gli ordini. Spingono il
pulsante giusto al momento giusto. Ma lo fanno con un automatismo e una
cecità che fanno venire i brividi. Sono davvero convinti che
eseguendo mille operazioni e sganciando mille tonnellate di bombe sulla
Striscia di Gaza stiano solo facendo il loro dovere?
Per
quanto ne sappiamo, finora nessuno di loro si è ancora "ribellato". Nel
2003 27 piloti non eseguirono gli ordini. Fecero qualcosa di più
coraggioso: in una lettera scrissero che si rifiutavano di partecipare a
operazioni che mettessero in pericolo i civili. Stavolta non è successo
niente di simile.
Non c'è nessun Yonatan Shapira e nessun Iftach Spector (due dei firmatari della lettera). Nessuno
si è chiesto se è davvero questo il modo giusto di andare avanti.
Nessuno si è rifiutato di far parte di uno squadrone della morte.
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