Gaza : aggiornamento 31 Luglio 2014
dalla
redazione
Gerusalemme,
31 luglio 2014, Nena News – 86mila. Questo il numero totale di riservisti richiamati dall’esercito
israeliano per l’operazione militare contro Gaza. Oggi l’ultimo round: altri
16mila soldati per proseguire un’offensiva che si fa ogni giorno più sanguinosa
e drammatica. La decisione di incrementare il numero di militari impiegati
è stata presa ieri nella riunione di gabinetto, meeting che si terrà anche oggi
pomeriggio. Oltre alle truppe, Israele ha anche bisogno di armi e, dopo una
serie di commenti stizziti con l’amministrazione Washington e il presidente
Obama, la Casa Bianca ha comunque accettato di inviare a Tel Aviv altre
munizioni: mortai 120mm e munizioni per lanciagranate da 40 mm.
Intanto
proseguono i bombardamenti: stamattina 15 palestinesi – sfollat in una scuola
dell’Onu nel campo profughi di Jabaliya, a nord – sono stati feriti quando
colpi sparati dall’esercito israeliano hanno centrato una moschea.
Siamo ormai
al 24 esimo giorno di “Barriera Protettiva” e i numeri ormai toccano quelli di
Piombo Fuso. Per molti l’operazione in corso è molto più devastante di
quella che fu l’offensiva del 2008-2009 per il livello altissimo di distruzione
e il numero di sfollati, elevatissimo a causa dei bombardamenti diretti
contro abitazioni civili. A Gaza non c’è più elettricità: dopo il bombardamento
dell’unico impianto elettrico della Striscia, gran parte della popolazione ha
la corrente per due ore al giorno, ma nel centro dell’enclave è completamente
assente.
I target
colpiti negli ultimi due giorni – scuole Unrwa, ospedali, parchi giochi,
mercati – hanno fatto alzare la voce anche ai più silenziosi alleati
israeliani. Ieri sia il presidente Obama che il segretario generale dell’Onu
hanno condannato gli attacchi ai civili, con il Palazzo di Vetro che definiva “oltraggioso”
il bombardamento della scuola Unrwa di Jabaliya. Parole dure anche dall’Unrwa,
l’agenzia Onu per i rifugiati, a corto di fondi e spazio per gli oltre 215mila
rifugiati interni a Gaza. Impossibile accoglierli tutti: con 4.987 case
completamente e 26.270 parzialmente distrutte, è diventato estremamente
difficile trovare riparo a Gaza. Nelle scuole dell’Unrwa, affollate, carenti
di bagni, cibo e acqua e comunque target dei raid israeliani, la popolazione
vive in condizioni pessime. Da cui la dichiarazione di ieri sera: l’Unrwa non
ce la fa più a prendersi cura degli sfollati che Israele ha provocato, per cui
Israele – in quanto potere occupante – se ne assuma la responsabilità.
Ma se
qualcuno alza la voce ed esprime almeno disappunto per l’operazione in corso,
la diplomazia non si muove. Oggi al Cairo dovrebbero volare una delegazione
di Hamas e dell’Olp per discutere di nuovo della proposta di tregua
egiziana. All’orizzonte non c’è nulla. Israele non apre ad alcuna
discussione ed intensifica l’operazione, Hamas sa di non poter tornare al
precedente status quo, all’assedio, come se niente fosse successo, come se non
fossero morte ammazzate 1.360 persone. Nena NewsDIRETTA GAZA. Israele richiama altri 16mila riservisti, bilancio delle vittime come Piombo Fuso...
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