Abbiamo
fatto passare alcuni giorni dai fatti accaduti il 25 aprile alla
manifestazione dell’ANPI di Roma, atti a recepire tutti gli elementi per
avere un idea concreta sulla responsabilità degli accadimenti.
Abbiamo
constatato imprecisioni e strumentalizzazioni circolanti in “rete” da
parte di: alcuni cittadini, alcuni esponenti della comunità ebraica,
alcuni simpatizzanti della causa palestinese e con rammarico alcune
sezioni ANPI. La stampa si è soffermata sugli incidenti, ignorando il
significato e i valori del 25 aprile, forse ritenuti più importanti dei
discorsi degli intervenuti a Porta San Paolo e non mettendo così in
risalto la presenza di migliaia di persone nel corteo e nella piazza,
venuti per dimostrare l’affetto degli antifascisti per i partigiani e
l’attualità della Resistenza.
Leggendo i commenti in larga
parte si evince che, la responsabilità per quanto accaduto sarebbe
dell’ANPI di Roma perché non capace di prevenire quanto accaduto.
Francamente
siamo amareggiati, perché il Presidente per primo, insieme a soci
dell’ANPI, si sono adoperati affinché si evitassero scontri fisici tra i
contendenti. Poco prima della partenza del corteo abbiamo potuto
verificare una aggressione perpetrata da alcuni individui staccatisi
dalla comunità ebraica, contro persone con le bandiere della Palestina,
chiedendone l’allontanamento dal corteo.
Si è creato un clima
non favorevole per la serenità del corteo stesso che, allora stabilita, è
partito al fine di far defluire i partecipanti e porre fine alla
caotica situazione, difficilmente gestibile.
Durante il
corteo, ci è stato comunicato che la coda dello stesso era stata fermata
al Colosseo dalle Forze dell’ordine, perciò il Presidente ha deciso di
fermare il corteo e si è recato (accompagnato da due vicepresidenti ANPI
e dal Presidente dell’Associazione Articolo 21) al Colosseo per
contattare i responsabili delle Forze dell’ordine, invitandoli a far
partire la coda del corteo tra cui c’erano delle sezioni ANPI,
assumendosi la responsabilità della decisione con i funzionari di
Polizia.
Il corteo dopo essere stato fermato, rallentando la
sua marcia, è giunto a Porta San Paolo e sul palco sono salite le
persone invitate a parlare. Durante l’intervento di apertura del
Presidente è giunta la coda. Purtroppo, anche in piazza sono partiti
insulti tra i rappresentanti della Brigata Ebraica e simpatizzanti
palestinesi, con tutto ciò che ne è conseguito, creando confusione tra
le persone venute in piazza per stare al fianco dell’ANPI, nella
giornata che ricorda le partigiane, i partigiani e la loro lotta.
Visto
il clima di tensione, siamo stati costretti a chiudere gli interventi
ancora previsti (rappresentante di CGIL-CISL-UIL; Brigata Ebraica; due
partigiane; rappresentante degli studenti e la Presidente della
associazione del Libero Pensiero, Giordano Bruno) proprio per tutelare
tutti coloro che erano in piazza.
Dopo la chiusura degli
interventi, sono salite sul palco persone non autorizzate, tra cui il
Presidente della comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici che ha preso
il microfono, scatenando le invettive di persone sotto il palco, tanto
che Pacifici è saltato giù dallo stesso per andare verso costoro,
fortunatamente bloccato dalle forze dell’ordine e dai soci dell’ANPI.
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