Giorgio Forti : razzismo e resistenza in Israele
razzismo e resistenza in Israele
Israele: Resistenza
di giovani alla persecuzione razzista da parte dello Stato Ebraico.
La realtà di Israele, che vuole
essere lo Stato degli Ebrei, è ben riassunta da due significativi
documenti: il film (https://www.youtube.com/watch?v=uz8_qzdDdM4#t=553),
girato a cura del Military Court Watch dove è documentata la persecuzione dei
Palestinesi ad opera dell’Esercito di Israele, che ha raggiunto un alto livello
di crudeltà programmata e freddamente messa in atto (vedi anche http://is.gd/i2JRdT),
ed un coraggioso documento di giovani israeliani che, a 17-18 anni, all’uscita
dalla Scuola Media, rifiutano il servizio militare nell’Esercito del loro Paese
che occupa la terra Palestinese. Riportiamo qui la lettera che hanno scritto al
premier Netanyahu:
“Noi, cittadini dello stato di Israele, siamo obbligati al servizio
militare nell’esercito. Ci appelliamo ai lettori di questa lettera perché
abbandonino quello che è sempre stato preso per garantito e perché
riconsiderino le implicazioni del servizio militare.
Noi sottoscritti intendiamo rifiutare il servizio nell’esercito, e la
ragione principale per questo rifiuto è la nostra opposizione all’occupazione
militare dei territori Palestinesi. I Palestinesi nei territori occupati vivono
sotto il dominio israeliano contro la loro volontà, e non hanno mezzi legali
per influenzare questo regime o i modi
in cui vengono prese le decisioni. Questo non è né ugualitario né giusto. In
quei territori i diritti umani sono violati, e atti definiti crimini di guerra
secondo la legge internazionale sono compiuti ogni giorno. Questi includono
assassinii (uccisioni extragiudiziali), la costruzione di colonie sulla terra
occupata, le detenzioni amministrative, la tortura, le punizioni collettive e
la attribuzione diseguale di risorse come l’elettricità e l’acqua. Qualsiasi
forma di servizio militare rafforza queste condizioni, quindi, secondo la
nostra coscienza, non possiamo fare parte di un sistema che compie gli atti
sopramenzionati.
La responsabilità dell’esercito non è solo quella del danno inflitto
alla società Palestinese.Esso infiltra la vita quotidiana anche nella società
israeliana: dà forma al sistema educativo, alle nostre opportunità di lavoro,
mentre rafforza il razzismo, la violenza e la discriminazione su base etnica,
nazionale e di genere.
Rifiutiamo di dar man forte al sistema militare nel promuovere e
perpetuare il predominio maschile. Nel nostro giudizio, l’esercito incoraggia
un ideale maschile violento e militarista per il quale “ la forza è diritto”.
Questo ideale è dannoso a tutti, specialmente a quelli che non vi si adattano.
Inoltre, ci opponiamo alle strutture di potere oppressive, discriminatorie e pesantemente
di genere dentro allo stesso esercito.
Rifiutiamo di rinunziare ai nostri principi come condizione per essere
accettati nella nostra società. Abbiamo pensato profondamente al nostro
rifiuto, e manteniamo le nostre decisioni.
Facciamo appello ai nostri simili, a quelli che stanno prestando
servizio nell’esercito o come riservisti, ed al pubblico israeliano tutto perché
riconsiderino la propria posizione riguardo all’occupazione, all’esercito ed al
ruolo dei militari nella società civile. Crediamo nel potere e nella capacità
dei civili di cambiare la realtà per il meglio creando una società più leale e
giusta. Il nostro rifiuto esprime questo convincimento.
.For details:
Dafna Rothstein Landman – – dafna.e.r.l@gmail.com
Itamar Bellaiche - - itabellaiche@gmail.com
L’esempio dei giovanissimi israeliani
che hanno scelto libertà, uguaglianza e giustizia e respingono i principi del
nazionalismo militarista incoraggia sulla possibilità di una civiltà migliore,
e deve esser conosciuto da tutti, in primo luogo dai governanti dell’Europa e
degli USA, che finora hanno sostenuto e sostengono Israele qualsiasi cosa
faccia, e dai candidati alle prossime elezioni
del Parlamento Europeo.
Dafna Rothstein Landman – – dafna.e.r.l@gmail.com
Itamar Bellaiche - - itabellaiche@gmail.com
- Categoria: Rete ECO
- Pubblicato Venerdì, 21 Marzo 2014 12:02
- Scritto da Giorgio Forti
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