Perché il boicottaggio spaventa Israele di Omar Barghouti






Se i tentativi del segretario di Stato John Kerry per rilanciare i colloqui tra Israele e l'Autorità palestinese fallissero a causa della continua costruzione da parte di Israele degli insediamenti illegali, è probabile che il governo israeliano debba fronteggiare un boicottaggio internazionale aumentato a dismisura, come Kerry ha avvertito lo scorso Agosto . In questi giorni, Israele sembra terrorizzato dalla crescita "esponenziale" del movimento del Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (o BDS) guidato dai palestinesi così come dalla crescente influenza dell'Iran nella regione. Lo scorso giugno, il primo ministro Benjamin Netanyahu effettivamente ha dichiarato che il BDS è una minaccia strategica. Definendolo un movimento "di delegittimazione", ha attribuito la totale responsabilità di combatterlo al suo Ministero degli Affari Strategici. Ma il BDS non costituisce una minaccia all’esistenza di Israele; pone una seria sfida al sistema israeliano di oppressione del popolo palestinese, che è alla radice del suo crescente isolamento a livello mondiale.
Il punto di vista del governo israeliano sul B.D.S. come una minaccia strategica, rivela una preoccupazione sempre più forte dinanzi alla recente diffusione del movimento tra i media più diffusi e riflette anche il fallimento della ben finanziata campagna "Brand Israel" del Ministero degli Affari Esteri , che riduce il BDS ad un problema di immagine e utilizza la cultura come strumento di propaganda mandando ben noti personaggi israeliani in tutto il mondo per mostrare il volto più apprezzabile di Israele.
Iniziata nel 2005 dalle più grandi federazioni sindacali e dalle organizzazioni della società [civile] palestinese, il BDS chiede che termini l’occupazione israeliana del 1967, "riconoscendo il diritto fondamentale dei cittadini arabo-palestinesi di Israele alla piena uguaglianza", e il diritto dei profughi palestinesi al ritorno nelle case e nelle terre da cui sono stati forzatamente cacciati e diseredati nel 1948.
Perché Israele, una potenza nucleare con una solida economia, si sente così vulnerabile nei confronti di un movimento nonviolento per la difesa dei diritti umani?
Israele è profondamente preoccupato per il crescente numero di ebrei americani che si oppongono apertamente alle sue politiche - in particolare quelli che stanno aderendo o che dirigono le campagne del BDS. [Israele] percepisce anche come una profonda minaccia il dissenso crescente tra le figure di spicco di ebrei che rifiutano la sua pretesa a parlare a loro nome, che sfidano la sua presunzione di essere il "focolare nazionale" di tutti gli ebrei, o che sollevano il conflitto insito nella sua auto-definizione etnico-religiosa e la sua pretesa di Stato democratico. Quello che I.F. Stone profeticamente ha scritto su Israele nel lontano 1967, che si stava "creando una sorta di schizofrenia morale nel mondo ebraico" a causa del suo ideale "razziale e esclusivista", non è più inaccettabile.
Israele è minacciata anche dall'efficacia delle strategie nonviolente utilizzate dal movimento BDS, compresa la sua componente israeliana e dall'impatto negativo che queste hanno avuto  nell' opinione pubblica mondiale sulla posizione di Israele. Come ha detto un comandante militare israeliano riguardo alla repressione della resistenza popolare palestinese all'occupazione," Non ci viene molto bene di comportarci alla Gandhi."
Il voto schiacciante della American Studies Association nel mese di dicembre per aderire al boicottaggio accademico di Israele che arriva sulla scia di una decisione simile da parte dell'Associazione per gli Studi asiatico-americani e tra le altre così come il voto per il disinvestimento di diversi consigli degli studenti universitari, dimostra che il BDS non è più un tabù negli Stati Uniti.
Anche l’Impatto del movimento sulla economia sta diventando sempre più evidente. La recente decisione del fondo pensione olandese PGGM da $ 200.000.000.000 di disinvestire dalle cinque maggiori banche israeliane a causa del loro coinvolgimento nei territori occupati palestinesi ha scosso l’élite economica e politica israeliana.
Per sottolineare il pericolo ""esiziale"" che il BDS pone, Israele e i suoi gruppi di pressione spesso invocano l’onta dell’antisemitismo, nonostante l'inequivocabile posizione e coerente del movimento contro tutte le forme di razzismo, compreso l’antisemitismo. Tale affermazione infondata è tesa a mettere a tacere coloro che criticano Israele e confondere tali critiche con il razzismo anti-ebraico.
Sostenere che boicottare Israele è intrinsicamente antisemita non solo è falso, ma presuppone anche che Israele e "gli ebrei" siano una sola e medesima cosa. Questo è assurdo e bigotto; sarebbe a dire che il boicottaggio di uno Stato auto-definito islamico come l'Arabia Saudita, per esempio, a causa della sua terribile situazione dei diritti umani, sarebbe necessariamente un atto di islamofobia.
L’appello del movimento BDS per la piena uguaglianza legale e politica dei cittadini palestinesi di Israele è particolarmente preoccupante per Israele perché solleva domande sulla sua autodefinizione come Stato esclusivamente ebraico. Israele considera qualsiasi sfida come una "minaccia esiziale" a quello che persino il Dipartimento di Stato ha criticato come " il suo sistema di discriminazione a livello istituzionale, legale e sociale" contro i suoi cittadini palestinesi in parte a causa dell'immagine di apartheid che questa sfida evoca.
Significativamente, la Corte Suprema ha recentemente respinto un tentativo di progressisti israeliani perchè nell’ anagrafe della popolazione nazionale si scrivesse la loro nazionalità o origine etnica semplicemente come "israeliana" (invece che come ebreo, arabo, druso, ecc.) La Corte ha ritenuto che, così facendo, l'identità fondante di Israele come Stato ebraico per il popolo ebraico sarebbe stata gravemente minacciata.
Israele rimane l'unico paese al mondo che non riconosce la propria nazionalità, dato che minando la sua identità "etnocratica", tutti i suoi cittadini teoricamente potrebbero giovare di uguali diritti.  L'affermazione che il BDS, un movimento nonviolento ancorato ai principi universali dei diritti umani, mira a "distruggere" Israele deve essere intesa in questo senso.
Potrebbero la giustizia e i diritti uguali per tutti davvero distruggere Israele? L’uguaglianza ha distrutto il sud degli Stati Uniti? O il Sud Africa? Certo, ha distrutto l'ordine fondato sulla discriminazione razziale che aveva prevalso in entrambi i luoghi, ma non ha distrutto il popolo o il Paese.
Allo stesso modo, solamente l'ingiusto sistema israeliano è minacciato dal Boicottaggio, dal Disinvestimento e dalle Sanzioni.


Fonte: nytimes.com



Why the Boycott Movement Scares Israel di OMAR BARGHOUTI

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