Memoria – Selvino, dove rinacque la speranza
Tra il 1945 e il 1948, 800 bambini, orfani e sopravvissuti agli orrori della Shoah furono ospitati nel comune di Selvino. Nel paesino sulle Alpi in provincia di Bergamo aveva sede Sciesopoli, un’ex colonia fascista, che si trasformò in un kibbutz fuori dai confini della futura Israele, dove i piccoli poterono ritrovare salute, affetti e speranza, per emigrare poi nel neonato Stato. A prendersi cura di loro un’unità della Brigata ebraica, con l’aiuto e la solidarietà della popolazione del paese, che nel 1996 ha celebrato il cinquantesimo anniversario di quegli avvenimenti suggellando un gemellaggio con il kibbutz Tzeelim nel Negev, che fu fondato anche da alcuni di quei ragazzi che da Selvino erano passati. Oggi a causa del deterioramento l’allora colonia, il complesso rischia di essere distrutto e una petizione è stata lanciata dallo studioso Marco Cavallarin per preservare la memoria di questa storia di rinascita dopo gli anni bui. Tra i promotori dell’appello, rivolto al presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, al presidente della Provincia di Bergamo Ettore Pirovano e al Sindaco di Selvino Carmelo Ghilardi, anche il presidente della Comunità ebraica di Milano Walker Meghnagi e il consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e presidente della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea Giorgio Sacerdoti, Carlo Smuraglia, presidente dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia, Valerio Onida, presidente dell’Istituto nazionale per la storia del Movimento di Liberazione in Italia. A firmare anche alcuni dei “bambini di Sciesopoli”, e loro discendenti (compresi i figli del direttore Moshe Ze’iri). “Riteniamo che tale intervento di salvaguardia della Memoria possa valere da esempio per le future generazioni su come sia possibile riprendere positivamente la vita, anche quando si è stati vittime di disumane crudeltà – si legge nell’appello – Salvare Sciesopoli può anche essere un modo per contribuire al futuro di Selvino e delle sue valli. Tutelare e valorizzare la sua storia sarà un’occasione vitale per la crescita spirituale e morale della popolazione giovanile, oggi ignara di tanto passato”. “Seguiamo da vicino la vicenda, bisogna assolutamente preservare questa memoria” spiega Meghnagi. “Penso sia importante trovare la soluzione giusta – commenta Sacerdoti – L’auspicio è che questo appello, più che a un edificio, serva a riscoprire una storia bella e positiva, il ricordo di un luogo di solidarietà”. Alle vicende di quegli anni dopo la seconda guerra mondiale è dedicato anche il volume “The Story of the Selvino Children” di Aharon Megged (Valentine Mitchell & Co), tradotto in italiano con il titolo “Il viaggio verso la Terra promessa – La storia dei bambini di Selvino” (Mazzotta). (30 dicembre 2013) - articolo
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