Moni Ovadia: I posseduti di Berlusconi e la lingua dell’assurdo


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I posseduti di Berlusconi e la lingua dell’assurdo

La democrazia, si sa, è in generale un sistema particolarmente fragile e decisamente precario. In passato, e non solo in passato, i suoi nemici si sono serviti delle sue prerogative per rovesciarla o comunque per cortocircuitarne il funzionamento. I pilastri edificati dalla Costituzione su cui si regge, le libere elezioni garanti della sovranità popolare, le caratteristiche del voto, libero, uguale e segreto, l’indipendenza e l’autonomia degli ordini, l’esistenza degli organi di controllo e tutta la serie di equilibri e contrappesi che gli americani definiscono checks and balances, configurano le condizioni necessarie per il funzionamento della democrazia, ma non quelle sufficienti. Requisito fondamentale per il livello minimo di corretto funzionamento di un regime democratico, può essere solo l’esistenza di una cultura e di una consapevolezza democratica radicata e condivisa presso la stragrande maggioranza della popolazione. Solo un sapere e un ethos istituzionale comuni possono garantire che il voto espresso in occasione dei turni elettorali sia oltre che libero, segreto ed uguale, anche consapevole.
I vent’anni di berlusconismo che hanno imbrigliato l’intero Paese, testimoniano del fatto che l’Italia è una nazione nella quale la democrazia può essere sistematicamente abusata senza che compaiano anticorpi per contrastare l’abuso. La destra politica di questo Paese, si è ridotta a essere un’imbarazzante corte padronale che del partito ha solo il nome, in quanto non si fonda sul presupposto della democrazia, ma su quello dell’obbedienza assoluta ad un padrone, fino al punto di identificarsi non solo con le «direttive» di un leader, ma addirittura col suo corpo fisico e mistico: «siamo tutti Berlusconi» abbiamo più volte sentito proclamare dalle sue invasate «baccanti».
Lo spettacolo a cui abbiamo assistito nelle sedi istituzionali, ma soprattutto nelle televisioni da che il divino Silvio è stato condannato in via definitiva per evasione e frode fiscale, lascia sgomenti per il suo carattere allucinatorio e per la sua abolizione deflagrante di qualsiasi senso comune o logica. Le argomentazioni dei posseduti da Berlusconi, trascendono l’ordine del discorso con tali iperboli di illogicità, da fare apparire il linguaggio dell’assurdo, un manuale di coerenza fondato sull’analisi logica. Se la situazione non fosse tragica, perché generata da un conflitto insanabile sul significato da dare alle parole che oppone irriducibilmente la logica democratica a quella servile, potremmo bearci di vivere in un Paese dalla bizzarra forma di stivale, in cui lo schifo politico sa raggiungere le vette ineguagliate dell’apoteosi.

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