La crisi in Siria: nella sacra Maaloula, dove parlano la lingua di Cristo, la guerra spinge i vicini al tradimento
Di Robert Fisk
28 settembre 2013
La famiglia Diab non può più tornare a Maaloula. Non da quando i Cristiani di questa bella città sacra hanno visto i loro vicini musulmani condurre nelle loro case gli Islamisti armati del Fronte armato Nusra. Georgios ricorda come aveva sbirciato dal suo balcone e aveva visto Mohame Diab e Ossama Diab e Yasser Diab e Hossam Diab e Khaled Turkik Qutaiman – tutti di Maaloulaa – camminare per strada con uomini che diceva fossero vestiti con abiti afgano-pakistani. “Uno di loro aveva un fucile Kalashnikov in una mano e una spada in un’altra,” dice scuotendo la testa incredulo. Venti anni fa tragedie analoghe distruggevano i villaggi della Bosnia e ora vengono ripetute in Siria. “Conoscevamo da una vita i nostri vicini musulmani,” dice Georgios. E’ cattolico.”Sì, sapevamo che la famiglia Diab era molto estremista, ma pensavamo che non ci avrebbe mai tradito. Mangiavamo con loro. Siamo un solo popolo.”
“Alcuni membri della famiglia Diab se ne erano andati mesi fa e ipotizzavamo che fossero con il Nusra. Però le loro mogli e i loro figli erano ancora qui. Ci prendevamo cura di loro. Poi, due giorni prima che il Nusra attaccasse, le famiglie hanno improvvisamente hanno lasciato la città. Non sapevamo perché. E poi i nostri vicini hanno guidato i nostri nemici tra di noi.”
E’ una storia terribile, in questa bellissima città, con le sue 17 chiese e le reliquie sacre e le sue grandi grotte a picco sui fianchi della montagna. Ora i combattenti di Jabhat al-Nusra – un gruppo ribelle con legami con al-Qa’ida – stanno sopravvivendo nelle grotte da dove sparano sui soldati siriani nelle strade di Maaloula con i fucili russi da cecchino. Si deve correre da una casa all’altra, e una pallottola ha frantumato il parabrezza di una macchina parcheggiata ad appena a 10 metri dal balcone dove Georgios mi stava raccontando la sua terribile storia. Nella parte alta della strada, una scarica di mortaio – apparentemente sparata da uomini del Nusra – ha fatto un buco nella cupola di una chiesa. L’esercito siriano dice di aver respinto da Maaloula gli Islamisti, e questo tecnicamente è vero; però, per lasciare la città, io ho dovuto viaggiare nel retro di veicolo militare corazzato. Non è una vittoria straordinaria per nessuno.
Nessuno dei 5.000 cristiani residenti – neanche un solo membro della comunità musulmana che conta 2.000 persone – è ritornato. Maaloula è, quasi letteralmente, una città fantasma. Soltanto Geogios e il suo amico Hanna e pochi altri uomini cristiani che sono entrati nelle unità “di difesa nazionale” sono rimasti. Almeno 10 Cristiani sono stati uccisi quando la milizia del Nusra ha iniziato la sua serie di attacchi a Maaloula il 4 settembre – alcuni uccisi da armi da fuoco – secondo Hannah – quando si sono rifiutati di convertirsi all’Islam, altri eliminati con una coltellata alla gola. E c’è una terrificante ironia storica sulle loro morti, perché sono stati massacrati in vista del monastero di Mar Sarkis, sacro alla memoria di un soldato romano che si chiamava Sergio che è stato ucciso 2.000 anni fa per le sua fede cristiana.
Hanna dice che prima che questo mese la guerra arrivasse a Maaloula, sia i Cristiani che i Musulmani erano d’accordo che la città dovesse rimaner un luogo di pace. “C’era una specie di coesistenza tra di noi, conferma Georgios. “Avevamo rapporti eccellenti. Non ci è mai venuto in mente che i vicini musulmani ci avrebbero tradito. Abbiamo detto tutti ‘per favore, lasciate che questa città viva in pace – non dobbiamo ucciderci a vicenda’. Ora invece c’è astio. Hanno portato qui il Nusra per buttare fuori i Cristiani e liberarsi per sempre di noi. Alcuni dei Musulmani che vivevano con noi sono brava gente ma non mi fiderò di nuovo del 90% di loro.”
Ci potrebbe essere una prova migliore del desiderio del Nusra – e di quello di quasi ogni parte nel conflitto – di far diventare settaria la guerra? Georgios si è unito alla sua unità armata governativa fino quando gli uomini armati del Nusra sono ritornati due giorni dopo – il 6 settembre – e ora ha in un’enorme pistola Ceca da 75mm fissata con una cinghia attraverso il torace. Ha combattuto con la terza divisione armata dell’esercito siriano, che ha impiegato tre giorni a riprendere Maaloula, perché, dicono i soldati, non potevano rischiare di danneggiare le chiese e i santuari. E riguardo a questo c’è un problema importante. Un sottotenente in seconda siriano che si chiama Talal mi ha detto che ora le grotte sono state circondate e che i cecchini di Nusra rimarranno senza scorte . Ma se questo è vero – dato il numero di proiettili che sono esplosi nelle strade durante la mia visita – gli insorti sembrano avere ancora un sacco di munizioni.
Il problema, naturalmente, è che c’è una semplice soluzione militare per l’attuale agonia di Maaloula: che l’esercito usi dai loro carri armati fatti in Russia per far saltare le grotte riducendole in macerie. Questa azione però, continuerebbe soltanto la distruzione dell’eredità di Maaloula, i cui abitanti parlano ancora aramaico, la lingua che gli studioso credono fosse parlata da Cristo. Soltanto 5 mesi fa, in una Maaloula intatta, stavo vicino alla chiesa di Mar Taqla, dove una ragazza cattolica recitava il Padrenostro in Aramaico. Più nessuna preghiera adesso.
E’ impossibile, nelle strade oggi piene del sibilo delle pallottole, parlando ai Cristiani armati le cui emozioni sono incendiarie, raccogliere la storia completa, o accurata della tragedia di Maaloula. Dico che la chiesa di Mar Taqla è stata malamente danneggiata, la pala di altare è stata fatta a pezzi, i dipinti bizantini sono stati distrutti, ma perfino le truppe siriane non si avvicineranno oggi al monastero. Quando hanno, per breve tempo, cercato di aiutare alcune suore a tornare lì dopo la battaglia, mi hanno detto che i cecchini del Nusra li hanno uccisi, a molti hanno sparato alle gambe mentre cercavano di aiutare le suore a scappare via.
Quasi tutti i soldati che ho incontrato erano stati feriti. Il luogotenente Talal che è di Sweida, era stato ferito a entrambe le gambe durante le battaglie. Due soldati siriani sono stati colpiti lunedì, uno alle gambe, l’altro a una spalla. In seguito a una precedente scaramuccia con gli uomini del Nusra, – apparentemente con un altro fratello Diab – Georgios era stato ferito a un braccio, alle gambe, e alle costole, e una delle sue dita era stata staccata da una pallottola.
Gli uomini del Nusra sembravano provare un piacere perverso non soltanto a distruggere le immagini sacre, ma i letti e le sedie delle case, forse in cerca di denaro contante.
Perfino il numero esatto di morti non può essere confermato. E’ però impossibile credere, dopo queste ferite provocate dal settarismo, che Maaloula possa tornare come era, un luogo di venerazione per gli Ortodossi e i Cattolici, ma anche, cosa affascinante, per i Musulmano Sciiti, molti dei quali iraniani, che erano soliti visitare la città per vedere i suoi monasteri e le cappelle cristiane.
Un generale siriano ha cercato in seguito di spiegarmi che non ero testimone di una guerra civile, ma semplicemente di una “guerra contro il terrore” – la citazione di repertorio del governo – e che i siriani non erano settari. “A Latakia, abbiamo 200.000 profughi musulmani che vivono insieme ai cristiani e agli Alauiti e non ci sono problemi tra di loro,” ha detto. Questo è vero. E fuori Maaloula, parecchi civili sostenevano che le forze del Nusra che invadevano la città – secondo l’esercito siriano ammontavano a 1.800 uomini – avevano ucciso anche musulmani locali.
Per diversi giorni gli uomini armati del Nusra hanno resistito tra le rovine dell’Hotel Safir prima di rifugiarsi nelle grotte. I cristiani sono ora tutti profughi, alcuni nel distretto cristiano di Bab Touma nella città vecchia di Damasco, altri in Libano. Però alcune statistiche, anche se raccolte in modo non preciso, parlano da sole. Si crede che il 60% dei cristiani della Siria siano ora fuggiti dal loro paese
Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
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