Lo scrittore siriano Khaled al-Khalifa su un possibile attacco USA


Khaled al-Khalifa, scrittore siriano
Khaled al-Khalifa, scrittore siriano
di Khaled al-Khalifa, tradotto e redatto in inglese da Lina Sinjab (Arablit 29/08/2013). Traduzione di Claudia Avolio.
I dittatori si portano dietro gli invasori: questo è un fatto indiscutibile. Gli invasori non hanno mai portato con sé libertà per il popolo, e questo è un altro fatto che non dovremmo scordarci. Ma ciò che dovremmo dire in questo momento davvero cruciale delle nostre vite e per la vita della nostra rivoluzione, è che i dittatori non sono gli unici ad essersi portati dietro gli invasori. Vi ha contribuito un gruppo di politici e mercanti della rivoluzione che hanno venduto il nostro sangue – una volta al Qatar, una volta all’Arabia Saudita e una volta ad organizzazioni di cui non conosco la natura – senza il minimo sentore di vergogna. Immagina Samir Nashar e Zuheir Salem a rappresentare questa grande rivoluzione: che strano!
Vuoi sapere la mia posizione?
Sono contro l’intervento militare degli Stati Uniti e ho le mie ragioni, io, il figlio di questa rivoluzione, che  piaccia o no.
In una situazione come la nostra, i mercanti di sangue e la Coalizione dovrebbero tutti ammettere che sono partner dei dittatori, e ne sono una copia e non lo sono dell’onestà della nostra rivoluzione, non la rappresentano.
Non dirò altro,
Devi metterti davanti allo specchio, tu che sei stato pagato per il nostro sangue, prima di parlare di fatti che conosciamo sul dittatore fascista e il regime settario. Ma non dovresti essere fascista, dittatore né settario se volessi essere parte della nostra rivoluzione.
Ascolta attentamente:
Dimmi, quand’è che gli invasori hanno portato con sé la libertà?
Alla fine non sarò mai a favore di alcun intervento americano nella nostra area, perché li conosco molto bene. Potrebbero aver difeso i valori sin dal primo giorno della nostra rivoluzione e avrebbero potuto aiutarci, ma hanno aspettato finché la nazione fosse distrutta.
La caduta del regime mi renderà soddisfatto, ma non voglio che la nostra rivoluzione sia incompleta dopo tutto questo sangue. Non è una lettera per la Storia ma una lettera d’addio a tutti i miei amici nel caso io dovessi morire. Se muoio tra queste bombe o per qualunque altra ragione, voglio che i miei amici mi seppelliscano in una tomba sconosciuta il cui indirizzo sarà noto solo ai miei amici e ai miei cari.
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