Gli israeliani anticipano attacco siriano di Sergio Yahni


AIC - Alternative Information Center
28.08.2013

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Gli israeliani anticipano l’attacco siriano


Mentre gli Stati Uniti e i loro alleati si preparano per un attacco contro la Siria, gli israeliani ritengono che anche un intervento limitato li trascinerà nel conflitto. Dichiarazioni ufficiali sottolineano la forza dell’esercito, ma la maggior parte degli israeliani non crede che il Paese sia pronto.


di Sergio Yahni
Gli Stati Uniti parlano di un attacco militare contro la Siria nei prossimi giorni. L’amministrazione Obama ritiene valide le prove raccolte dall’intelligence sull’assembramento e il lancio di armi chimiche da parte del governo siriano, la scorsa settimana alle porte di Damasco. Funzionari americani affermano che le prove in loro possesso dimostrano che Assad è responsabile di quello che gli Stati Uniti definiscono “un innegabile” attacco chimico contro la popolazione civile della capitale. Secondo il Washington Post, l’amministrazione americana pubblicherà le prove a giorni.
              
  
 Gli analisti israeliani affermano che una parte di tali prove è stata fornita dall’esercito israeliano. Riprendendo il quotidiano tedesco Focus, i media israeliani scrivono che l’unità 8200 dell’esercito israeliano ha registrato la voce di alcuni leader siriani che ordinavano l’attacco chimico della scorsa settimana.
Come riportato dall’AFP, l’inviato speciale di Onu e Lega Araba in Siria, Lakhdar Brahimi, ha confermato mercoledì l’utilizzo di armi chimiche nell’attacco del 21 agosto. Tuttavia, il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon ha chiesto agli ispettori di completare le indagini prima che l’attacco contro la Siria sia lanciato.
In Israele, il gabinetto politico del governo si è incontrato mercoledì mattina per discutere dei piani americani.
Intanto il governo siriano nega le accuse. Il ministro degli Esteri, Walid al-Moallem, ha detto in conferenza stampa che le forze armate siriane non hanno utilizzato armi chimiche e ha aggiunto che le accuse americane “non hanno alcun fondamento”, sottolineando i dubbi del regime sulle intenzioni degli Stati Uniti a raggiungere davvero una soluzione politica, a causa dell’influenza israeliana sulle politiche americane.
Il regime siriano è convinto dell’interesse di Israele a far proseguire le violenze in Siria: un attacco da parte americana giustificherebbe un attacco contro Israele. “ Se Damasco viene attaccata, Tel Aviv sarà un target”, ha detto un membro dell’esercito siriano alla Fars News Agency. E il premier israeliano Netanyahu ha aggiunto che “Israele è pronto a qualsiasi scenario. Risponderemo e reagiremo con forza ad ogni tentativo di danneggiarci”.
Finora l’aviazione ha innalzato il livello di allerta del sistema di intercettazione missili Hetz. L’esercito israeliano ha anche deciso di dispiegare un altro Iron Dome a Nord, insieme a quello già pronto ad Haifa da qualche settimana. Inoltre, mercoledì il gabinetto di sicurezza ha autorizzato l’esercito a richiamare un certo numero di riservisti.
Eppure gli israeliani non si fidano delle misure del governo e sono convinti che un attacco americano contro la Siria porterà ad un’aggressione contro Israele, a cui l’esercito non sarà in grado di reagire.Mercoledì un gruppo di persone ha distribuito maschere anti-gas a Gerusalemme, mentre nel resto del Paese la gente si scontra per accaparrarsene una.
Anche la Knesset non è certa della preparazione israeliana. Il governo ha cancellato il budget per le maschere anti-gas del 2014, sebbene la Knesset abbia chiesto un rifinanziamento. L’ex presidente del parlamento, Reuven Rivlin di Likud-Beitenu, ha detto che il governo ha fallito di nuovo.

(tradotto a cura di AIC Italia/Palestina Rossa)

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