Che cosa dà agli USA il diritto di bombardare la Siria?



 


di Joshua Brollier – 29 agosto 2013
Quelli che ritengono che gli Stati Uniti dovrebbero intervenire in Siria, ricordino che si tratta degli stessi Stati Uniti che:
Le molte atrocità commesse dal regime di Assad dall’avvio della rivoluzione siriana sono assolutamente inaccettabili e le storie che emergono dal paese sono assolutamente strazianti. E, per essere giusti, anche i crimini di guerra commessi dalle molte milizie ribelli operanti in Siria, anche se minori in numero e in intensità, sono raccapriccianti e inaccettabili. I recenti attacchi chimici sono indubbiamente uno sviluppo molto allarmante. Le centomila vite andate perdute prima di tali attacchi sono altrettanto preziose e le sofferenze delle loro famiglie non sono minori a causa del tipo di armi che hanno ucciso i loro cari.
Da esterno, non posso fingere di sapere quale sia la risposta per risolvere questo conflitto, per rendere giustizia a quelli che sono stati colpiti o per costruire una Siria stabile e inclusiva per tutti i suoi abitanti. Non sono sicuro che qualcuno la conosca. Gli stati arabi e mussulmani e varie milizie sono divisi dai loro interessi specifici. Le grandi potenze straniere hanno tutte i loro programmi, basati principalmente su calcoli imperiali in competizione. Le voci dei siriani comuni sono sovrastate dalla violenza e da preoccupazioni più immediate, come cercare pane e un rifugio. (Tuttavia è importante riconoscere che, con tutta l’attenzione concentrata sui combattenti islamisti stranieri nel conflitto, i siriani, sia armati sia disarmati,  sono rimasti attivi nella resistenza al regime di Assad. Naturalmente essi costituiscono anche i ranghi delle forze governative).
Tendo ad essere d’accordo con l’analisi di Patrick Cockburn che un primo passo per por fine a questo stallo da incubo consista nell’esercitare pressioni su tutte le parti coinvolte nei combattimenti e sulle potenze regionali ed esterne (che indubbiamente esercitano influenza presso il governo e presso i ribelli) perché negozino immediatamente un cessate il fuoco. Gli USA risulterebbero aver abbandonato ogni partecipazione alle procedure di pace e stanno mettendo a punto piani per attacchi aerei. Ma anche che considerano necessario un qualche genere di intervento armato io chiedo di mettere criticamente in discussione i precedenti degli Stati Uniti nella regione come forza credibile per la democrazia, come esercito responsabile e morale e come partner adatto al raggiungimento della pace. Con i tamburi di guerra che rullano sempre più forte e con le navi da guerra statunitensi che arrivano al largo della costa siriana, sollecito tutti a esprimersi, a collaborare e a cercare insieme una soluzione diversa prima che una parte ancor maggiore della Siria sia distrutta. Ci sono implicazioni e conseguenze potenzialmente disastrose nel caso di un accresciuto coinvolgimento degli Stati Uniti in Siria e nella regione. Con i precedenti ipocriti ed egocentrici degli Stati Uniti un altro intervento a sproposito non farebbe che peggiorare le cose.
Joshua Brollier è co-coordinatore di Voice for Creative Nonviolence [Voci per una nonviolenza creativa]. Ha partecipato a delegazioni e a tentativi di costruire la pace in Pakistan, Afghanistan, Egitto e Palestina. Ha studiato arabo in Siria dal settembre 2010 al febbraio 2011.
Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo




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