Quanto costano i checkpoint israeliani alla Cisgiordania?
Foreign Policy
22.07.2013
http://8.foreignpolicy.com/posts/2013/07/22/how_much_do_Israeli_checkpoints_cost_the_west_bank
Quanto costano i checkpoint israeliani alla Cisgiordania?
Le barriere israeliane nei Territori impediscono il movimento di beni e lavoratori, affossando l'economia dei Territori che perde così centinaia di milioni l'anno.di Neha Paliwal
Gerusalemme, 22 luglio 2013, FP - Quando economisti e uomini d'affari parlano di barriere al commercio, generalmente fanno riferimento a tariffe, regolamenti e quote d'importazione che rendono il business internazionale frustrante e più costoso. Ma a volte le barriere al commercio sono letterali e hanno un effetto profondo sulle economie.
La
Banca Mondiale la scorsa settimana, tra le voci che girano intorno ai
negoziati di pace israelo-palestinesi, ha messo sul tavolo alcuni dati
sugli effetti che il conflitto ha sul lavoro e il commercio in
Cisgiordania. Dopo lo scoppio della Prima Intifada nel 1987, Israele ha
costruito una serie di checkpoint nei Territori per garantire la
sicurezza. Il loro numero era diminuito negli anni Novanta, per poi
essere incrementato dopo la Seconda Intifada nel 2000 e la costruzione
del Muro di Separazione nel 2002. Il loro numero ha raggiunto l'apice
nel 2008.
I ricercatori hanno stabilito che i checkpoint, restringendo il movimento di beni, servizi e lavoratori e rendendo la produzione più costosa, hanno avuto un grosso impatto negativo sui residenti della Cisgiordania. Tra il 2000 e il 2005, ad esempio, i dati mostrano che c'è stato un calo del 17% - dal 58% al 41% - nelle vendite delle imprese della Cisgiordania fuori dalla loro area di affari.
I
lavoratori vengono frequentemente fermati ai checkpoint, elemento che
diminuisce le loro opportunità di trovare un lavoro. Analizzando i dati
dal 2000 al 2009,i ricercatori hanno notato che, nel migliore degli
scenari, un solo checkpoint ad un minuto di distanza dalla propria
cittadina riduceva il potenziale di occupazione dei residenti dello 0,5%
e la paga oraria del 5,2%. I dati potrebbero apparire piuttosto bassi,
ma i ricercatori stimano che ciò si sia tradotto, nel solo 2007, in
6.900 persone disoccupate in più rispetto a quanto sarebbe accaduto
senza checkpoint. Ovvero, una perdita di 38 milioni di dollari. Se si
guarda solo all'impatto sulle paghe orarie, la perdita ammonta a 229
milioni di dollari, circa il 6% del PIL della Cisgiordania nel 2007.
Se
lo studio guarda solo agli effetti che i checkpoint hanno sul breve
termine in Cisgiordania, la ricerca mostra anche che tali restrizioni al
commercio danneggiano senza dubbio anche il benessere della
popolazione. La scorsa settimana è giunta la notizia che multinazionali
come IKEA e KFC stanno pensando di aprire altri negozi nei Territori. È
abbastanza? C'è poco da essere ottimisti. Il rapporto di marzo della
Banca Mondiale dimostra che fino quando le sanzioni israeliani andranno
avanti non c'è speranza di una crescita economica sostenibile in
Cisgiordania, soprattutto in un contesto di assenza di progressi
politici.
(Traduzione a cura della redazione di Nena News)
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