Dall'Egitto alla Tunisia: il contagio di Tamarod

Il primo Tamarod, quello egiziano
Il primo Tamarod, quello egiziano
di Beatrice Cati

Roma, 31 luglio 2013, Nena News - La ribellione della "meglio gioventù" araba ha un nome : "Tamarod". Il movimento, è nato lo scorso aprile in Egitto, con l'obiettivo di raccogliere 15 milioni di firme per chiedere elezioni presidenziali anticipate. Al 29 giugno le firme raccolte erano 22 milioni, un successo inatteso, sintomo dell'irrefrenabile malcontento nei confronti dell' ex presidente egiziano Mohammed Morsi.

Dopo la sua destituzione da parte dell'esercito, un gruppo di attivisti tunisini ha lanciato il movimento Tamarod Tunisie. L'organizzazione politica, si è presentata ufficialmente illustrando il suo programma nel corso di una trasmissione televisiva alla quale ha preso parte il suo portavoce Mohammed Bennour, che ha precisato che il movimento non fa appello né alle violenza, né all'anarchia.

Il programma di Tamarod Tunisie si riassume nella richiesta di sciogliere l'Assemblea Costituente e di cancellare il progetto della nuova Carta attraverso l'istituzione di un comitato di esperti - quindi sganciato da partiti e formazioni politiche - che provveda alla redazione di una nuova Costituzione "che rappresenti tutti i tunisini", partendo dalla fissazione della data delle elezioni politiche.

In un periodo di tensione e crescente instabilità - dopo l'uccisione del leader di opposizione Mohammed Brahmi e le rinnovate proteste di piazza contro il governo - la potenza di questo movimento risiede nella rinnovata comunicazione tra attivisti e gioventù araba, una jeunesse che "disobbedisce" e che traina con sé l'intera popolazione. Ma quante firme ha raccolto Tamarod in Tunisia? Il portavoce del movimento Mohamed Bennour ha dichiarato che "la petizione on-line, ha raccolto 25mila firme in un mese e la pagina Facebook conta più di 20mila adesioni" e ha poi sottolineato l'assoluta indipendenza del movimento dagli altri partiti politici.

Non tarda a farsi sentire la reazione del partito islamista al potere Ennhada. Primo fra tutti, il primo ministro tunisino Ali Laarayedh, che ha definito Tamarod "una minaccia per il processo democratico, un tentativo di far deragliare la Tunisia". Anche il ministro dei Diritti Umani Samir Dilou ha dichiarato che "alcune attività del movimento Tamarod sono punibili per legge", secondo gli articoli 60 e 80 del codice penale. Alla strategia del terrore, gli attivisti dal canto loro reagiscono pacificamente, dichiarando di voler continuare il loro lavoro serenamente. Lo scorso 8 luglio, a Tunisi, è nato "Knagtouna", un'altro movimento politico ad aver lanciato una raccolta firme on-line, che ad oggi conta più di 20mila adesioni.

Una vera e propria reazione a catena, che sta velocemente prendendo piede anche in altri Paesi, come il Marocco e la Palestina, dove la pagina Facebook dell'organizzazione conta più di 19mila like. Petizioni sul web sono state lanciate in Libia da Tamarrd Libia e in Siria dal sito Tamarod Siria. Del resto, la grande diffusione e la continuità spontanea di questi movimenti sono il segno tangibile del desiderio di rivincita di giovani che con assoluta determinazione stanno ridefinendo i confini

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