Nena News
25.05.2013
http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=75771&typeb=0&Youth-in-the-Palestine-Agents-of-Change-
I giovani in Palestina: attori di un cambiamento?
I giovani hanno la possibilità di mobilitare la comunità e generare un pensiero innovativo e creativo.
di Alice Priori e Ulrich Nitschke
La
quota dei bambini e dei giovani che sono al di sotto dei 18 anni
raggiunge un ragguardevole 60% nei territori palestinesi, mentre, al
contrario, copre solo il 16,5 % in Germania. I giovani hanno la
possibilità di mobilitare la comunità e concepire un pensiero innovativo
e creativo. Se investiti di potere e auto-organizzati come membri
attivi della società civile, essi rappresentano la più potente risorsa
umana per lo sviluppo sostenibile, in particolar modo nella società
palestinese. Senz’alcun dubbio il coinvolgimento attivo dei giovani
nella società e nei processi decisionali sono indicatori di una più
efficiente e responsabile rappresentanza dei cittadini e di buon
governo. Anche se la partecipazione dei giovani è un diritto che trova
riferimento nella Convenzione Internazionale sui Diritti Civili e
Politici (ICCPR, articoli 19 e 25), gli ultimi sondaggi tra la gioventù
palestinese mostrano tendenze allarmanti.
La
maggior parte dei giovani (73%) non appartiene ad alcuna delle fazioni
politiche. L’hanno giustificato come motivato dalla delusione e perdita
di fiducia nei confronti delle stesse. Quasi la maggior parte dei
giovani (42%) ha dichiarato che nessuno dei partiti politici esistenti
rappresenta veramente il popolo palestinese. Parallelamente vi è una
diminuzione di adesione giovanile alle varie organizzazioni della
comunità. Di fatto il 38% sono membri di organizzazioni giovanili. Club
giovanili, istituzioni civili o sindacati rivelano una partecipazione
giovanile inferiore al 20%. Ma nonostante ciò, la metà dei giovani
palestinesi non ritiene di essere ancora in grado di determinare un
cambiamento nella loro società. Come si può trasformare questo divario
in modi di partecipazione più significativi che abbiano pertinenza con
la vita quotidiana dei giovani e li aiutino a plasmare il loro futuro?
2 Al di là della Primavera araba dei giovani nel loro lungo cammino di impegno politico e sociale.
Il
più basso livello di partecipazione dei giovani ai partiti politici, di
contro ai più alti livelli di attivismo indipendente, è stato
influenzato dalle esperienze dei giovani a Gaza il 15 marzo 2011 durante
la rivolta araba in paesi vicini, quali l’Egitto e la Tunisia.
Dimostrazioni per la riconciliazione tra Hamas e Fatah non hanno
ottenuto alcun sostegno politico, ma hanno determinato le dure reazioni
delle forze di sicurezza. Se si ponesse la domanda sulla cosa più
importante per la sua vita futura, un giovane o una ragazza delle città
di Nablus, Jenin, Ramallah, Gaza o Rafah risponderebbe senza incertezze
di avere una famiglia e un lavoro. In assenza di prerequisiti, essi
possono divenire fonte di impegno politico e sociale. La vita quotidiana
dei giovani ha luogo in un conflitto che risente dell’occupazione
israeliana, della frammentazione della società palestinese e di
politiche interne instabili. A causa sia della mancanza di possibilità
che di motivazioni, i giovani palestinesi sono divenuti sempre meno
attivi nei processi politici e sociali della società civile. Povertà,
scarse opportunità d’impiego, mancanza di libertà di movimento o
incarcerazioni sviluppano un quadro di condizioni difficili per la
partecipazione.
Quasi
un quarto dei giovani palestinesi sono classificati come poveri e più
di un terzo è disoccupato. Le statistiche mostrano che la disoccupazione
giovanile è diverse volte più elevata di quella tra la forza lavoro più
anziana e oltre il 50% riguarda i più giovani. Questa ingiustizia è la
manifestazione di uno di uno dei maggiori problemi che colpiscono la
gioventù in cerca di lavoro: la corruzione e i favoritismi politici. I
giovani sono convinti che per trovare un posto di lavoro nel settore
pubblico o privato c’è bisogno della “wasta” – termine arabo che
descrive l’uso dell’influenza e degli agganci personali per ottenere
posti di lavoro e denaro, così si basa sulle relazioni personali e sul
favoritismo più che sul merito e l’istruzione.
3 Quadratura del cerchio - sfide per una partecipazione giovanile significativa in una società paternalistica.
C’è un generale malinteso secondo il
quale il processo partecipativo inizia e finisce con il processo
elettorale. L’informazione giovanile sull’amministrazione locale e sui
ruoli e responsabilità delle autorità locali è molto scarsa. La
maggioranza (56%) concepisce i comuni solo come fornitori di servizi
quali acqua, elettricità e infrastrutture, ma non come unità per lo
sviluppo sociale ed economico. Una delle ragioni per essere
politicamente inattivo riguarda il fatto che l’appartenenza a soggetti
diversi, da Fatah nella West Bank e Hamas nella Striscia di Gaza, può
influenzare le opportunità di lavoro delle persone o addirittura creare
il rischio di venire arrestati. Pertanto, un giovane attivista ha
affermato: “La partecipazione è senz’altro limitata nella West Bank e a
Gaza. L’autorità di sicurezza può essere diversa, ma alla fine ciascun
partito è interessato all’esercizio del suo potere e a incrementare la
divisione.”
Inoltre, per i giovani palestinesi,
l’esercitare il loro diritto a partecipare alla società in termini
politici, economici, culturali e sociali è una sfida importante in
quanto devono confrontarsi con una “cultura tradizionale incentrata
sull’adulto”: si presume che essi ascoltino e obbediscano agli anziani e
solo di rado sia loro permesso di parlare ed esprimere le loro
opinioni. Strutture patriarcali, influenza tribale sulle liste
elettorali o insufficiente distribuzione di potere e ricchezza escludono
i giovani. Per esempio, il 57% dei consigli locali non hanno in alcun
modo membri giovani. Questo significa che sono gli anziani a occupare le
posizioni strategiche e decisionali. Contrariamente a ciò, il 44% dei
giovani preferisce avere un capo del consiglio locale che abbia 35 anni o
anche meno.
Il genere è una dimensione particolare
della questione giovanile in quanto la società designa per le ragazze
palestinesi condizioni diverse rispetto ai loro coetanei maschi. Il
ruolo principale della donna è considerato quello di genitrice e di
esecutrice dei lavori domestici, mentre per gli uomini è quello di
capofamiglia responsabile e di colui che prende le decisioni. Questi
ruoli si riflettono nel comportamento e nelle attività sia dei maschi
che delle femmine, determinando in tal modo ciò che è appropriato o meno
per ciascun genere. Norme sociali di questo tipo si ripercuotono
sull’istruzione delle giovani, sul tempo libero e sulle opportunità di
lavoro. Le ragazze che sono costrette a sposarsi presto ci rimettono in
opportunità e nell’accesso all’istruzione e al lavoro. Inoltre, c’è
un’integrazione disuguale delle giovani nella comunità e nelle attività
extrascolastiche che le priva della possibilità di realizzare pienamente
sé stesse e di partecipare attivamente alla comunità.
Quali sono per i giovani gli altri
canali di espressione nella società palestinese accanto alla crescente
importanza dei Social Network? Vari centri e club giovanili sono gestiti
da un gran numero di ONG o di associazioni locali. Tali centri per la
pianificazione delle proprie attività sono dipendenti in modo
considerevole dai donatori e dai finanziamenti internazionali. Nella
maggior parte dei casi restano inattivi se non ci sono dei progetti
finanziati. Inoltre, essi comportano costi di gestione per le rispettive
municipalità e hanno bisogno di assistenza. Per i giovani, la struttura
più indipendente è il club sportivo. Ma spesso vengono messi a
disposizione dei giovani maschi principalmente corsi e partite di
football. A causa della mancanza di stanze e spogliatoi separati, le
giovani palestinesi sono escluse. Un numero crescente di Consigli Locali
Giovanili è in grado di insegnare ai giovani le procedure e di come
mirare agli obiettivi. Ma essi comportano anche il rischio di una
manipolazione politica e raramente modificano, in consigli di adulti, la
mancanza di consapevolezza per le questioni giovanili.
La dipendenza dai finanziamenti
internazionali si riflette in tutti i settori della società palestinese.
Le ONG appartengono ai principali fornitori di servizi sociali
essenziali che fanno da complemento alla lacuna nella copertura del
servizio e nel finanziamento dell’Autorità Palestinese. Ciò ha
determinato un cambiamento nell’atteggiamento tradizionale dei giovani
nei confronti del volontariato. In effetti, le ONG locali hanno
cominciato a offrire vantaggi o pefino a pagare volontari per farli
partecipare alle loro attività. E’ diventato difficile ingaggiare nuovi
soci e volontari. E’ in aumento il numero dei giovani palestinesi che
aspirano a ottenere vantaggi diretti dal volontariato, come corsi di
formazione, scambi con altri paesi o viaggi. All’interno del piccolo
quadro sostenibile esistente di partecipazione giovanile, i giovani non
vedono un vantaggio per sé stessi o per la loro società nell’essere
coinvolti e impegnati in modo attivo.
4 “Costruire sogni dove incontriamo muri.” – verso un approccio giovanile istituzionalizzato.
Risposte a queste sfide dal livello
politico sono ancora vaghe. Infatti, il Piano di Sviluppo Nazionale
(2011 – 2013) prevede per le donne e i giovani un ruolo maggiore nel
processo decisionale. Un documento politico sulla Partecipazione
Pubblica negli Affari dell’Unità di Governo Locale concepisce anche i
giovani come rappresentanti della comunità locale. Ma solo il 16 % ha
cominciato a partecipare a seminari per l’identificazione delle
pubbliche priorità. Negli incontri di pianificazione per la comunità
locale di giovani ne sono stati coinvolti soltanto il 9%.
Anche considerando le piccole capacità
finanziarie dei comuni e dei villaggi, la chiave del successo per far sì
che i giovani divengano attori della propria vita e non semplici
spettatori sta nel creare partenariati tra giovani e adulti.
Istituzionalizzare strutture sostenibili a livello locale può dare
spazio alla gioventù per esprimere le proprie esigenze e sviluppare
strategie per migliorare il proprio benessere. In questo contesto il
programma di governance locale , implementato dal GIZ [German
International Cooperation, n.d.t.] per conto del Ministero Federale per
la Cooperazione Economica e lo Sviluppo (BMZ), ha progettato
l’intervento “La Gioventù Crea Cambiamento” (YCC). Suo obiettivo, dodici
comuni pilota sia nella West Bank che nella Striscia di Gaza. Come le
esperienze pilota con quattro iniziative comunali giovanili (MYI) hanno
dimostrato, è essenziale assicurare un costante prosieguo con la
municipalità. L’obiettivo della YCC è quindi quello di ancorare e
istituzionalizzare la partecipazione dei giovani ai processi decisionali
locali, attraverso un approccio parallelo sia a livello nazionale che a
livello locale.
A livello locale, verranno istituiti:
- il
Funzionario per la Gioventù, un dipendente comunale che funziona come
persona di riferimento per tutte le questioni riguardanti i giovani,
- un
piano d’azione per la gioventù adottato dal Consiglio al fine di
integrare le attività dei giovani nel sistema di pianificazione comunale
e in diverse linee di bilancio, così come dovrebbero essere a
disposizione della gioventù degli spazi comunali con la funzione di
centri giovanili,
- il
programma YCC, oltre a sviluppare le capacità del comune, intende
utilizzare giovani Promotori: adolescenti (15 – 29 anni) che svolgono un
ruolo strategico per ciò che riguarda la mobilitazione dei loro
coetanei sulle questioni riguardanti i giovani e fungere da mediatori
tra il Funzionario per la Gioventù e i giovani della comunità,
- aumentare
la consapevolezza e la conoscenza a livello di comunità dell’importanza
di prendere in considerazione le opinioni dei giovani, dando loro la
libertà di partecipare e di esprimere pienamente le loro esigenze.
Questo processo viene realizzato tramite lo scambio di opinioni di
comunità e incontri pubblici, partite di comunità tra i giovani e i loro
genitori, incontri nelle scuole e nelle università, spettacoli teatrali
di strada e partecipativi.
Lo YCC prepara il supporto necessario
per stabilire nuovi canali per la creatività, le idee e i progetti dei
giovani attraverso la sperimentazione e l’apprendimento. Il fatto che i
giovani scelgano per se stessi, incoraggia un cambiamento dal basso
nella società degli atteggiamenti tradizionali verso i giovani. Allo
stesso tempo l’informazione sul lavoro, la promozione, la partecipazione
e le politiche giovanili viene trasferita alle istituzioni competenti
del governo locale al fine di costituire le basi perché si attui
realmente la partecipazione dei giovani. Si deve appoggiare Il Ministero
del Governo Locale (MoLG) per l’adozione di una politica giovanile e
per l’introduzione delle necessarie riforme normative secondo le lezioni
apprese in loco.
Non è facile cambiare un assetto
culturale solo con poche attività e questo processo incoraggiante, ma il
punto di partenza sarà quello di fornire agli adulti la possibilità di
approcciare il tema da altri punti di vista, con il prestare ascolto ai
giovani e sfidare lo status quo. La YCC fornirà ai ragazzi e alle
ragazze il modo di far crescere in loro la fiducia, la capacità di
comunicazione, il pensiero critico e le facoltà organizzative.
Incoraggiarli ad auto-organizzarsi per l’azione e a esprimere le proprie
esigenze li autorizzerà a essere partecipanti attivi nelle riunioni dei
Consigli Locali e nei processi decisionali delle loro comunità.
L’uguale partecipazione di ragazzi e ragazze porterà anche alla
progettazione e realizzazione di programmi che siano accessibili a tutti
i giovani. In alcuni casi questo potrebbe significare che i giovani
organizzeranno attività solo per le ragazze al fine di garantire libero
accesso e il superamento degli oneri sociali e dei fattori religiosi che
altrimenti limiterebbero la loro partecipazione.
Quando i giovani palestinesi verranno
presi sul serio dagli adulti e da coloro che hanno poteri decisionali,
invece di voltare le spalle alla società, essi cominceranno a farsi
carico a loro volta delle responsabilità per lo sviluppo della loro
comunità. In tal modo ne viene rafforzato il senso di appartenenza alla
propria comunità, e si evita così che i giovani desiderino di lasciare
la Palestina. Come scrive Salma, dalla Palestina, sulla pagina di un
sito web di notizie locali: “La gioventù palestinese costruirà sogni
laddove incontrerà muri …..Il futuro della Palestina è nelle mani dei
giovani.”
Alice Priori, è
consulente per lo sviluppo e responsabile per gli interventi di “La
Gioventù Crea Cambiamento” attuati dalla LGP [Local Governance Programme
in the Palestinian Territories,n.d.t.]
Ulrich Nitschke, è direttore del programma della LGP in Palestina.
(tradotto da mariano mingarelli)
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