Comunicato Stampa L'esercito israeliano detiene due bambini palestinesi nei pressi del villaggio palestinese di At-Tuwani, Colline a Sud di Hebron
At-Tuwani – Il 29 maggio intorno alle 11:00 due bambini palestinesi
di 13 e 15 anni provenienti dal villaggio palestinese di Tuba sono stati
trattenuti da tre soldati, due agenti della Border Police e due
poliziotti, tutti israeliani, per circa un'ora sulla strada tra
l'insediamento israeliano di Ma'on e il villaggio palestinese di
At-Tuwani.
L'accusa era di aver rubato ciliegie da un frutteto vicino alla
strada. I soldati ed i poliziotti sono stati chiamati da alcuni coloni
che stavano lavorando in un altro campo di ciliegie di fronte al primo. I
coloni hanno sostenuto di aver visto due ragazzini rubare dai suddetti
alberi per poi scappare via. Altri sedici bambini, presenti sul luogo
dell'incidente, hanno invece asserito che i due ragazzini erano
completamente innocenti, e che non sarebbero neanche entrati all'interno
del frutteto.
Ogni giorno i bambini attendono in questo luogo la
scorta militare israeliana incaricata di accompagnarli a casa passando
tra la colonia israeliana di Ma'on e l'avamposto israeliano di Havat
Ma'on. Lungo questa strada i bambini sono stati ripetutamente aggrediti
dai coloni. A volte i bambini devono aspettare molto tempo la scorta che
ritarda, esposti al pericolo degli attacchi dei coloni. Questa non è la
prima volta che vengono accusati di sottrarre ciliegie dal vicino
campo: l'ultimo episodio è stato registrato il 20 maggio, quando i
soldati hanno minacciato di arrestarli se li avessero scoperti a rubare.
Alle
12:10 i due bambini sono stati rilasciati. Ciononostante, secondo i
ragazzini, i poliziotti prima di lasciarli andare li hanno avvisati che a
partire da quel momento qualunque bambino fosse stato visto all'interno
del frutteto avrebbe causato l'arresto dei due in questione, colpevoli o
meno.
Ciononostante le comunità palestinesi delle Colline a sud
di Hebron sono fortemente impegnate nello scegliere la nonviolenza come
mezzo di resistenza all'occupazione israeliana.
Operazione Colomba mantiene una presenza costante ad At-Tuwani e nelle Colline a Sud di Hebron dal 2004.
Per informazioni: Operazione Colomba, +9
2 C/S: La Border Police demolisce una o più strutture nell'avamposto israeliano di Havat Ma'on
Mercoledì 29 Maggio 2013 22:41
Comunicato Stampa
Durante la demolizione due pastori
palestinesi sono stati picchiati dai soldati israeliani in un villaggio
vicino e la scorta militare incaricata di proteggere i bambini
palestinesi dagli attacchi dei coloni non si è presentata
At-Tuwani – Il 28 maggio, le forze armate israeliane sono entrate
nell'avamposto israeliano di Havat Ma'on con l'ordine di demolire una o
più strutture. La Border Police ha dispiegato ingenti forze militari in
tutta l'area, compreso il vicino villaggio palestinese di At-Tuwani,
mettendo in pericolo la quotidianità dei palestinesi e limitando la
libertà di movimento della popolazione locale.
Dopo le 10 a.m., i volontari di Operazione Colomba hanno visto due
pullman della Border Police, un bulldozer, due veicoli della DCO
(District Coordination Office) e una massiccia quantità di agenti della
Border Police entrare in Havat Ma'on. Nel frattempo alcuni
internazionali stavano aspettando con i bambini di Tuba e Magayr Al
Abeed la scorta militare israeliana che avrebbe dovuto riaccompagnarli a
casa. Dopo numerose chiamate alla DCL (District Coordination Liaison),
l'esercito israeliano li ha informati che la scorta non si sarebbe
presentata. Due volontari di Operazione Colomba hanno dunque
accompagnato i bambini a casa, passando da una strada più lunga ma
comunque pericolosa e molto vicina all'avamposto israeliano di Havat
Ma'on. I bambini sono stati esposti a un grave pericolo. dato che già in
passato i coloni li hanno violentemente attaccati numerose volte.
Mentre
i volontari accompagnavano i bambini a Tuba, i palestinesi li hanno
informati di un abuso di potere compiuto da parte di alcuni soldati a
Tuba, un villaggio palestinese vicino a Havat Ma'on: due pastori
palestinesi sono stati picchiati da due soldati dell'IDF durante la
detenzione, durata all'incirca 30 minuti.
Infine, qualche ora
dopo la demolizione, due check-point presidiati dalla Border Police
hanno bloccato la strada per At-Tuwani da Al Birkeh e viceversa,
causando disagi al movimento di persone e veicoli. I check-point sono
tuttora in corso e non hanno visto pause.
Secondo il Sasson
Report, pubblicato nel marzo 2005, Havat Ma'on (Hill 833) è stato
costruito per la prima volta nel settembre 1999, evacuato e demolito nel
dicembre 1999 e poi ricostruito di nuovo all'inizio del 2000
all'interno di un boschetto. Da quel momento in poi l'avamposto si è
espanso anche al di fuori del confine degli alberi attraverso la
costruzione di almeno dieci strutture, secondo quanto documentato da
Operazione Colomba. Dal 2000 questa è la prima azione concreta
intrapresa dallo Stato israeliano contro l'espansione di Havat Ma'on.
Ciononostante
le comunità palestinesi dell'area temono un'aumento della violenza dei
coloni come conseguenza della demolizione di ieri.
Le comunità
palestinesi delle Colline a sud di Hebron sono fortemente impegnate
nello scegliere la nonviolenza come mezzo di resistenza all'occupazione
israeliana.
Operazione Colomba mantiene una presenza costante nel villaggio di At-Tuwani e nell'area delle Colline a sud di Hebron dal 2004.
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Tu mi proteggi?
"Francesco, tu mi proteggi?"
Non ho trovato parole per
rispondere. Ali ha 15 anni e la scorta che accompagna lui e altri 10 fra
ragazzini e bambini oggi non è arrivata, hanno deciso di non mandarla.
"Tu mi proteggi?"
Hanno deciso di non mandarla, la sicurezza di quei 10 bambini è
passata in secondo piano, l'esercito di occupazione israeliano oggi era
tutto troppo occupato, forse un'importantissima emergenza, o forse no, è
stata una scelta.
"Tu mi proteggi?"
Non ho trovato
parole per rispondere, non ne ho trovate né nella mia lingua né in
nessun'altra, inglese, arabo, non sono riuscito a dare una risposta a
questa voce.
"Tu mi proteggi?"
Hanno deciso di non
mandarla. Sono stati indifferenti al loro dovere, indifferenti davanti
alle nostre chiamate, sono arrivati perfino a deriderci fingendo di non
sapere l'inglese davanti alle nostre frasi di rabbia, frasi a cui
pretendevamo una risposta.
"Tu mi proteggi?"
Non ho
trovato parole per rispondere. Non ho trovato parole per chi, fino ad un
minuto prima, aveva trattenuto i bambini più piccoli perché non si
incamminassero da soli aspettando ancora e ancora, chi non sarebbe mai
arrivato. Non le ho trovate per chi ogni giorno mi saluta e riferendosi a
chiunque sia presente spiega : "He is my friend!", mi guarda e mi
regala un sorriso dal cuore.
"Tu mi proteggi?"
Hanno
deciso di non mandarla. Mi chiedo a cosa sia servito, che colpa
potessero avere da espiare questi 10 bambini. Mi chiedo perché abbiano
deciso di sottrarsi ad una situazione di cui sono i responsabili. Mi
chiedo dove, dentro di loro, possano nascondere l'immensa vergogna che
devono provare verso se stessi.
"Francesco, tu mi proteggi vero?"
Non riesco a perdonarmi per non aver trovato quelle parole. Non riesco a
perdonarmi all'idea di non riuscire a trovarle in futuro. Forse l'unica
cosa che saprò fare sarà allungare la mano, come l' ho allungata oggi,
sarà provare a guardare in quegli occhi di paura chiedendo di lasciarmi
condividere il cammino, condividere questo tratto di strada.
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