Bradley Burston : Il solo vero segreto di stato di Israele. No, non è una bomba atomica.




                       Che cosa nasconde Israele dietro il muro? Foto di Alex Levac

In un paese dove tutti sanno tutto, c'è un solo vero segreto di stato. E non ha nulla a che fare con le armi nucleari.



  •     Israele: Un posto speciale all'inferno.
  • Questa settimana, i titoli dei giornali vi hanno accennato, ma hanno rimosso diversi passaggi. Ci sono stati chilometri di carta finemente dettagliati dedicati alle sfide apocalittiche dei problemi della sicurezza e alla pericolosa, crescente povertà in Israele, così come alle misure di austerità che possono rendere entrambe più difficili da sopportare. Ciò che è abbastanza sicuro è che l'unico segreto di stato che viene mantenuto saldamente è evidente, nella sua assenza. 
    Così eccolo qua: nessuno sa quanto denaro viene versato agli insediamenti. Nessuno. 
    Nessuno lo ha mai saputo. 
    Nessuno può saperlo, perché il denaro è nascosto in bella vista, camuffato e nascosto nei bilanci di ogni ministero, così come nell'insondabile, indifferenziato e senza fondo bilancio fangoso della Presidenza del Consiglio dei Ministri. 
    Un report di questa settimana della radio dell'esercito ha rivelato che i ministri stessi non sanno esattamente quanto del bilancio andrà a finanziare, favorire, allargare, proteggere e, con effetto retroattivo, a legalizzare gli insediamenti, oltre a trovare incentivi finanziari freschi per invogliare migliaia di nuovi residenti a trasferirsi nelle case al di là del confine della Linea Verde del 1967. 
    E allora, osserva il rapporto, i comitati chiave della Knesset e le agenzie governative lavoreranno dietro le quinte per assicurare che il finanziamento aggiuntivo venga destinato, fuori dalla vista e dalla supervisione, agli insediamenti e agli avamposti illegali della Cisgiordania e di Gerusalemme est. 
    Ciò evidenzia un altro elemento nascosto dell'impresa degli insediamenti: in Israele la povertà è un bene per gli insediamenti e grandiosa per l'occupazione. 
    Lo è sempre stata. 
    Durante la costruzione degli insediamenti, iniziata nel primi anni Ottanta, i governi del Likud avevano già cominciato a smantellare le reti di assistenza sociale che avevano sostenuto l'economia e la società israeliana dalla sua fondazione nel 1948. 
    Con le privatizzazioni forzate, molte città periferiche e quartieri urbani marginali furono lasciati annegare in un'economia afflitta dall’inflazione, dalla chiusura delle industrie locali storiche e dalla perdita di posti di lavoro. 
    Invece di lavorare per aiutare le zone colpite dalla crisi, dove godevano di un forte sostegno elettorale, i governi del Likud preferirono la prospettiva di far trasferire le persone nella nuovissima periferia della città di Emerald: ben finanziata, con agevolazioni fiscali, oltre la linea di confine sempre più favorevole ad Israele. 
    Grazie agli alloggi a prezzi irresistibilmente accessibili che attirarono migliaia di acquirenti, attratti anche dai finanziamenti per le scuole e i trasporti, l'occupazione si è estesa, passo dopo passo, nei territori. Ovunque sono sorte basi dell’esercito per proteggere i coloni - basi che, spesso, nel tempo, sono diventate nuovi insediamenti, autorizzati o meno. 
    In questo modo, anche se erano mossi dall’ideologia, quello che i leader degli insediamenti stavano vendendo era qualcosa di completamente diverso: la bella vita. 
    E il prezzo era giusto. 
    Soprattutto quando ci si poteva aspettare che nessuno, in Israele, sapesse quale sarebbe stato il vero costo per la nazione. Gli insediamenti, istituiti appositamente per minare i movimenti di pace, hanno anche fatto pagare un tributo economico indiretto al commercio e all'industria israeliani, costretti a combattere una crescente corrente di isolamento internazionale, un effetto di paria e la perdita della buona volontà che il progresso di pace aveva ispirato. 
    Ma anche i costi diretti, le montagne di fondi che Israele ha versato agli insediamenti, hanno eluso l'esame completo. 
    Come l’allora ministro delle finanze Yuval Steinitz indicò lo scorso anno, i finanziamenti per gli insediamenti sono sempre più di quello che appaiono. 
    "Abbiamo raddoppiato il budget per la Giudea e la Samaria, ha detto Steinitz, riferendosi alla Cisgiordania, a una radio regionale dei coloni. Lo abbiamo fatto tenendo un basso profilo, perché non volevamo che i partiti, in Israele o all'estero, contrastassero questa operazione. " 
    Suppongo che dovremmo essere grati quando le persone confessano un inganno. 
    Anni fa, quando ero una nuova recluta dell'esercito israeliano, il mio plotone fu inviato a guardia di uno dei primi insediamenti, la recente costituzione di Beit El. 
    Costruito in gran parte su proprietà privata palestinese che il governo aveva "temporaneamente" sequestrato per uso militare, l'insediamento era costituito da alcune roulotte e da una splendida yeshiva costruita in pietra di Gerusalemme color crema. 
    Mi ricordo di uno degli studenti della yeshiva che mi disse che la scuola l’aveva costruita il governo. Quale ministero aveva previsto il finanziamento, gli chiesi. "Il Ministero degli Affari Religiosi? Dell’istruzione?" 
    Lui scosse la testa. "dell’Agricoltura". 
    "Che cosa, esattamente, si fa a crescere qui?" Chiesi. 
    C'era una traccia di sorriso. "Rocce". 
    Anche adesso ci stanno crescendo delle rocce. Ci crescono le rocce che la gioventù Hilltop, le truppe d'assalto del movimento dei coloni, gettano ai palestinesi. Ci crescono le rocce che i giovani palestinesi lanciano contro gli ebrei. 
    Avrei dovuto vederlo arrivare, tanti anni fa. I coloni non pagano per le rocce. Ma c'è un prezzo per quello che fanno con queste. Non ci è permesso di sapere qual è, ma, in un modo o nell'altro, siamo noi che pagheremo il conto.
    (tradotto da Barbara Gagliardiper l’Associazione di Amicizia Italo-Palestinese Onlus)

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