Valle del Giordano : distruzione case e rifugi per gli animali da parte dell'IDF


 

 Sintesi personale

 Il 17 gennaio, l'esercito israeliano ha distrutto 55 case e rifugi per animali nella zona di Al Maleh. Questa operazione militare su larga scala è avvenuta contemporaneamente in  due villaggi emarginati situati nel nord della Valle del Giordano, vicino al checkpoint Tayasir. Dei 55 edifici demoliti, 23 sono case di famiglia: cinque in Hamamat Al-Maleh (lasciando 37 persone senza fissa dimora) e 18 in Al-Mayta (lasciando 150 persone senza fissa dimora). Inoltre, 33 altri edifici utilizzati per ricovero di animali delle comunità sono stati distrutti, così come alcuni serbatoi d'acqua. Due giorni dopo, il 19 gennaio, l'intero villaggio era stato dichiarato zona militare chiusa e l'esercito israeliano ha confiscato beni della comunità, compreso il cibo, biancheria da letto e tende che erano state fornite alle famiglie dalla Croce Rossa dopo le demolizioni. Tuttavia, gli abitanti sono rimasti e hanno dormito fuori nei campi, senza riparo. Sia Al-Maleh che Al-Mayta, come molti villaggi in Area C, hanno subito continue molestie da parte dell'esercito israeliano. Sono stati oggetto di ordini di demolizione ripetuti e solo due settimane fa sono stati costretti a lasciare le loro case per una notte, presumibilmente a causa di addestramento militare israeliano.



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Post-demolizione

L’ho già visto da qualche parte, anche se non ricordo dove. Ha gli occhi tristi, lo sguardo sconsolato. Il suo nome è Ayman, è padre di 5 figli, tutti di età inferiore ai 7 anni, ed è un contadino originario del villaggio di Al-Jiftlik, nella Valle del Giordano. Lo incontro, ancora sconvolto, tra le macerie della sua casa, mentre cerca di costruire una sorta di tenda per la notte.
Sono arrivati questa mattina alle 9 e hanno demolito la mia casa, quella di mio fratello e anche una baracca per animali” mi racconta. “Ero al lavoro quando ho ricevuto la notizia. Son tornato qui e ho trovato i figli in lacrime e le pecore sparse ovunque. E’ la seconda volta in un anno che l’esercito israeliano mi demolisce la casa. Questa primavera, a marzo, si è ripetuta la stessa identica cosa”.
Ed ecco che capisco tutto, che per un attimo rivivo quel terribile giorno di marzo quando, per la prima volta nella mia vita, ho visto la mia “prima demolizione”.
Ricordo la crudeltà del gesto, la mia difficoltà nel fotografare, nel narrare, nel parlare con le persone. Mi ricordo di Ayman, che impacciato e scioccato, si era avvicinato alle macerie della sua casa assieme ai figli e aveva cercato di sorridere davanti ai fotografi.
Ed ora per Ayman si è ripetuta la stessa identica tragedia. L’esercito israeliano ha demolito nuovamente la sua casa che aveva ricostruito con tanto sforzo prendendo in prestito 20.000 shekel (equivalente di 4000 euro). Una politica, quella delle demolizioni, che ormai per Israele è diventata pratica quotidiana. Pochi giorni prima, sempre nella Valle del Giordano, un intero villaggio, Hammamat Al-Maleh, era stato raso al suolo.
Che ne sarà di me ora? Tutti vengono qui, mi fotografano e mi promettono aiuto…ma da marzo nessuno mi ha aiutato, mi son dovuto ricostruire tutto da solo, ed ora, nuovamente, devo ricominciare”.
E i bambini come stanno? Dove sono?” gli chiedo
“Sono dai vicini, stanno bene, ridono, giocano. Per fortuna ci sono i bambini. Hamdulillah”. Sorride.
Casa demolita ad al-Jiftlik (14.03.2012)

 

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