Israele ammette: uccidemmo Abu Jihad
l quotidiano Yediot Ahronot, dopo il
via libera della censura, ha pubblicato oggi un articolo che 25 anni
dopo conferma ciò che i palestinesi sapevano da sempre.
Non che non fosse noto da sempre. Nessuno aveva mai avuto dubbi sul diretto coinvolgimento di commando israeliani nell'uccisione dell'esponente palestinese nella sua abitazione nella capitale tunisina. Ma è importante che, sia pure a distanza di tanti anni, Israele abbia dichiarato apertamente la sua politica di eliminazione fisica dei leader palestinesi. Un'ammissione che forse un giorno, sostiene qualche palestinese, porterà anche a quella dell'avvelenamento del presidente Yasser Arafat di cui si parla dalla sua morte misteriosa, otto anni fa.
Comandante della unità speciale Sayaret Makdal che realizzò l'operazione di assassinio a Tunisi fu Nahum Lev (morto nel 2000). L'intelligence in terra tunisina fu svolta, ovviamente, dal Mossad, il servizio segreto israeliano, ha scritto Yediot Ahronot, aggiungendo che furono uccise a sangue freddo anche due guardie e un giardiniere del tutto innocente all'ingresso dell'abitazione di Abu Jihad. Quell'assassinio generò grande sdegno e gravi incidenti nei Territori occupati palestinesi. Abu Jihad, braccio destro di Arafat, era molto popolare. Israele lo eliminò poiché, dopo il divampare, in modo spontaneo, della prima Intifada nel dicembre 1987, il leader palestinese fu in grado di prendere quasi subito il volante della rivolta popolare contro l'occupazione militare e di organizzarla in modo capillare. Nena News
Nena News
01.11.2012http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=39597&typeb=0&Israele-ammette-uccidemmo-Abu-Jihad
Gerusalemme, 01 novembre 2012, Nena News - Ci sono voluti
quasi 25 anni ma alla fine Israele ha ammesso di aver assassinato il 16
aprile 1988 a Tunisi, Khalil al Wazir, meglio noto come Abu Jihad,
popolare numero 2 di Fatah e "comandante" della prima Intifada
palestinese (1987-93). Lo rivela oggi il quotidiano di Tel Aviv Yediot Ahronot, che ha finalmente ottenuto il via libera dalla censura alla pubblicazione dell'articolo.
Non che non fosse noto da sempre. Nessuno aveva mai avuto dubbi sul diretto coinvolgimento di commando israeliani nell'uccisione dell'esponente palestinese nella sua abitazione nella capitale tunisina. Ma è importante che, sia pure a distanza di tanti anni, Israele abbia dichiarato apertamente la sua politica di eliminazione fisica dei leader palestinesi. Un'ammissione che forse un giorno, sostiene qualche palestinese, porterà anche a quella dell'avvelenamento del presidente Yasser Arafat di cui si parla dalla sua morte misteriosa, otto anni fa.
Comandante della unità speciale Sayaret Makdal che realizzò l'operazione di assassinio a Tunisi fu Nahum Lev (morto nel 2000). L'intelligence in terra tunisina fu svolta, ovviamente, dal Mossad, il servizio segreto israeliano, ha scritto Yediot Ahronot, aggiungendo che furono uccise a sangue freddo anche due guardie e un giardiniere del tutto innocente all'ingresso dell'abitazione di Abu Jihad. Quell'assassinio generò grande sdegno e gravi incidenti nei Territori occupati palestinesi. Abu Jihad, braccio destro di Arafat, era molto popolare. Israele lo eliminò poiché, dopo il divampare, in modo spontaneo, della prima Intifada nel dicembre 1987, il leader palestinese fu in grado di prendere quasi subito il volante della rivolta popolare contro l'occupazione militare e di organizzarla in modo capillare. Nena News
Nena News
01.11.2012http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=39597&typeb=0&Israele-ammette-uccidemmo-Abu-Jihad
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