Cisgiordania: Oltre 200 palestinesi arrestati in una settimana

La tensione resta alta in Cisgiordania: 55 in manette solo ieri notte, raid notturni nelle principali città palestinesi. Con un bilancio finale di 100 feriti e tre morti.
di Rossana Zena

Betlemme, 22 novembre 2012, Nena News - La tregua è entrata in vigore. Da ieri sera le bombe israeliane non cadono più sopra la Striscia di Gaza. Ma la situazione resta tesa in Cisgiordania, teatro in questi giorni di manifestazioni di protesta in solidarietà con la popolazione gazawi.
                                   giovani protestano


Dal primo momento dell'aggressione militare contro Gaza, i palestinesi della Cisgiordania hanno espresso la propria piena solidarietà alla Striscia: la rabbia è forte, le immagini che arrivano da Gaza trasformano il rancore in violenza che si riversa contro il Muro e i posti di blocco israeliani. Nei social network, Facebook e Twitter, girano manifesti di unità nazionale che inneggiano a scendere nelle piazze per commemorare le vittime di Gaza. La resistenza popolare è diventata per i giovani palestinesi scesi in piazza in questi giorni - sopratutto i rifugiati dei campi profughi - come l'unico modo per dare una chance alla Palestina, per riprendersi i propri diritti. La rabbia nelle strada è palpabile insieme ad un diffuso senso di indignazione, molto evidente, non solo verso Israele ma anche verso l'Autorità Palestinese. I manifestanti, nel corso di alcune proteste, si sono dovuti confrontare con le forze di polizia palestinesi che cercavano di disperderli per non permettere loro di raggiungere i posti di blocco israeliani. Alcuni arrestati sono stati accusati di creare problemi all'ANP, di essere fonte d'imbarazzo.

La tensione continua a salire. Nelle numerose manifestazioni di questi giorni l'esercito israeliano ha risposto con proiettili di gomma e vere pallottole, con lacrimogeni e bombe sonore. Oltre cento i feriti, tre i morti. Tulkarem, Betlemme, Ramallah, Hebron, Nablus e Nabi Saleh sono i principali teatri della protesta.

Domenica scorsa, a Ramallah, nei pressi del checkpoint di Qalandiya, durante una manifestazione l'escalation di violenza è degenerata in lanci di pietre e molotov da parte palestinese. La risposta dell'esercito israeliano non si è fatta attendere: i soldati hanno aperto il fuoco e lanciato lacrimogeni. Un candelotto è finito in una casa dove si trovava un neonato di 1 anno e mezzo che è morto soffocato.

L'altra vittima è Rushdi Al-Tamimi, deceduto lunedì pomeriggio, dopo essere stato colpito da un proiettile israeliano durante una manifestazione a Nabi Saleh. La terza vittima è un ragazzo di 22 anni, Hamdi Jawwad Al Fallah. Il giovane è morto dopo essere stato colpito quattro volte durante degli scontri con l'esercito israeliano nel quartiere di Bir Al Mahjar ad Hebron.

Israele continua ad alimentare la tensione: nel giro di una settimana, l'esercito ha arrestato oltre 200 persone, 55 solo la scorsa notte (dati Addameer). Gli arresti avvengono generalmente dopo il tramonto, come è successo la scorsa notte al campo profughi di Aida a Betlemme: l'esercito israeliano ha compiuto un raid arrestando sei ragazzi con l'accusa di rappresentare un pericolo per la sicurezza d'Israele.

E ieri, nell'ultimo giorno di offensiva militare a Gaza, in Cisgiordania ci sono state altre manifestazioni: a Gerusalemme Est, nel quartiere di Issawiya, sono stati feriti due ragazzi di 13 anni da proiettili di gomma durante una violenta manifestazione; a Ramallah altri due ragazzi sono stati feriti alle gambe dal fuoco israeliano, fuori dal carcere di Ofer, considerato uno dei punti più caldi delle proteste contro l'Occupazione israeliana. Anche a Hebron e a Nablus sono scoppiati scontri: i dimostranti lanciavano pietre contro i soldati, l'esercito rispondeva con lacrimogeni, granate stordenti, proiettili di gomma e getti d'acqua maleodorante.Alla luce degli eventi, se in Cisgiordania il livello di tensione dovesse mantenersi così alto, il coinvolgimento popolare non potrebbe che aumentare. Nena News



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