di Giorgio Bernardelli : Siria: in morte del cristiano Elias Mansour
Dobbiamo smetterla di fermarci ai discorsi in generale: davanti al dramma della Siria è ora di fare i conti con i volti delle vittime. Così dopo quello di padre Fadi, il sacerdote greco-ortodosso ucciso qualche giorno fa a Damasco, oggi sul nostro sito pubblichiamo quello di Elias Mansour, 84 anni, l'ultima vittima di cui si è avuta notizia.
«L'ultimo cristiano di Homs» l'ha definito stamattina l'agenzia Fides raccontando della sua morte. In realtà era l'ultimo cristiano rimasto nella sua casa nella città vecchia di Homs; molti altri sono sfollati in periferia o rifugiati nel convento dei gesuiti, la cui storia raccontavamo qualche settimana fa. Ma questo non rende certo meno grave la morte di Mansour e l'angoscia per la sorte del suo figlio disabile Adnan, di cui non si hanno notizie. Il sito Syrian Documents - dal quale abbiamo tratto la sua foto - attribuisce la sua morte a un cecchino del battaglione Al Farouq, un gruppo dell'ala islamista dell'opposizione siriana.
È difficile spiegare fino in fondo che cosa significhi per le Chiese d'Oriente la tragedia della comunità cristiana di Homs: come raccontavo qualche mese fa in questo articolo scritto per il sito VaticanInsider Homs ha infatti un ruolo importante nella storia dei cristiani d'Oriente: da qui venne persino un Papa -
Aniceto, il decimo successore di Pietro - da qui all'inizio del XX secolo i fedeli di rito assiro riorganizzarono la loro presenza dopo gli anni difficili della persecuzione ottomana. Secondo la tradizione a Homs per alcuni secoli nell'antichità i cristiani sono andati in pellegrinaggio per venerare la testa di san Giovanni Battista, prima che prendesse la strada di Costantinopoli. Oggi proprio qui si sta consumando un nuovo martirio che non può più lasciarci indifferenti.
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