Carlo Strenger: La psicologia della declinante democrazia israeliana. Il sondaggio inquietante di Haaretz
Carlo Strenger : The psychology of Israel’s declining democracy
Sintesi personale
Il sondaggio pubblicato da Haaretz è profondamente inquietante : il 69 per cento degli ebrei israeliani non vogliono concedere ai 2,5 milioni di palestinesi il diritto di voto nel caso che la Cisgiordania fosse annessa . Il 59 per cento pensa che gli ebrei dovrebbero avere la precedenza rispetto ad arabi nei posti di lavoro nei ministeri. Il sondaggio mostra senza dubbio la sconvolgente erosione nella fede nei diritti umani universali degli ebrei israeliani . La maggior parte degli israeliani tollera la discriminazione contro gli arabi per motivi di etnia e di religione. Se fosse vero questo indica un declino morale e politico di proporzioni spaventose.Al di là dell'indignazion e della disperazione i risultati di questo sondaggio richiedono un'analisi spassionata. La natura umana è la stessa dappertutto. Gli israeliani non sono più razzisti o xenofobi di qualsiasi altro gruppo, perchè allora questa recrudescenza di razzismo , di xenofobia e, in particolare, di odio profondo e di diffidenza verso gli arabi?. La ricerca psicologica negli ultimi dieci anni ha dimostrato che gli esseri umani , quando sotto sotto minaccia, tendono a diventare più conservatori. Favoriscono il proprio gruppo (nazione, etnia, religione) , sviluppano atteggiamenti più negativi nei confronti di altri gruppi. Politicamente questo conduce ad un inevitabile spostamento verso destra , all' erosione della tolleranza , all' aumento della violenza .Questo sembra spiegare i risultati del sondaggio: gli israeliani hanno certamente vissuto sotto minaccia nel 1948, nel 1967, e nel 1973, nella seconda intifada, nel sud e nel Nord di Israele.Ma qualcosa è fuorviante: la minaccia all'esistenza di Israele è oggettivamente diminuita negli ultimi decenni perchè allora il paese si è spostato così a destra quando la sua esistenza reale è molto più sicura? Una risposta, naturalmente è la possibilità dell'Iran di acquisire capacità nucleari , nessuno in Israele o in Occidente sottovaluta questa opzione,ma Netanyahu ha collegato questa potenziale minaccia all'Olocausto
aumentando così la percezione enormemente del pericolo. Lo ha fatto nonostante la posizione conraria della maggior parte dei servizi di sicurezza di Israele e la sua strategia, basata sulla paura, sembra aver raggiunto il suo scopo: gli israeliani si sentono minacciati mortalmente ed è probabile che si spostino ancora più a destra. Ma penso che ci sia un motivo in più per l'aumento del razzismo. Israele occupa la Cisgiordania per più di due terzi della sua storia ormai e ha discriminato gli arabi israeliani per tutto il tempo. Tutti gli israeliani capiscono che il paese non può essere contemporaneamente ebraico e democratico se continua l'occupazione , Ma diritto politico israeliano , che ha in gran parte governato il paese per più di metà della sua esistenza, sostiene che Israele non può o non deve ritirarsi dalla Cisgiordania per motivazioni teologiche e per ragioni di sicurezza. La psicologia ha dimostrato che gli esseri umani sono incapaci di sopportare l'immagine negativa di sè per un lungo periodo. Se un gruppo fa qualcosa considerata immorale in un sistema di valori strutturati non può a lungo sopportarne la dissonanza cognitiva. Di conseguenza tenderà a cambiare il sistema di valori al quale fare riferimento. Israele ha dominato i palestinesi per molto tempo senza dare loro diritti politici,in base alla tesi esposta, affermerà semplicemente che è giustificato discriminare gli arabi. La paura e il progetto di colonizzazione conducono inevitabilmente al razzismo e alla xenofobia.
Tuttavia recenti studi hanno dimostrato che persone con valori liberali forti non si spostano a destra neanche sotto minaccia. Essi non approvano la maggiore violenza, né diventano xenofobi. Ma i valori universali liberali sono ora in minoranza in Israele ed il ministro dell'Istruzione, Gideon Saar, sta sistematicamente sostituendo l'educazione alla democrazia con l'indottrinamento sciovinista nel sistema scolastico laico.
Questa tendenza è destinata a intensificarsi: l'indagine attuale dimostra che più gli israeliani optano per la religione più è probabile che approvino la discriminazione. Più della metà dei bambini ebrei israeliani sono oggi in scuole religiose dove si insegna che gli ebrei sono il popolo eletto e non si trasmettono valori democratici .
Niente di tutto questo fa ben sperare per il futuro della democrazia israeliana
2 LA MAGGIORANZA DEGLI EBREI ISRAELIANI SOSTIENE
UN REGIME DI APARTHEID IN ISRAELE
(di Joshua Lapide)
Gerusalemme, 23 Ottobre 2012 - La maggioranza della popolazione ebrea in Israele è favorevole a instaurare un regime di apartheid nel Paese, che emargini i palestinesi, in caso di annessione della West Bank. La maggioranza favorisce la discriminazione contro gli attuali cittadini arabi in Israele. È il risultato di un'inchiesta condotta dal centro Dialog, dell'università di Tel Aviv, commissionata dal Fondo Yisraela Goldblum, e basato su interviste a oltre 500 persone.
Secondo i risultati, il 59% degli ebrei preferiscono ebrei e non arabi nei posti di lavoro della burocrazia governativa; quasi la metà degli ebrei (il 49%) vogliono che lo Stato tratti gli ebrei meglio degli arabi; il 42% non vuole vivere nello stesso palazzo con arabi e il 42% non vuole che i loro figli siano nelle stesse classi con bambini arabi.
Almeno un terzo degli ebrei in Israele vorrebbero una legge che vieti ai palestinesi cittadini israeliani di votare per il parlamento della Knesset e, nel caso che Israele si annetta la West Bank, il 69% vuole che non si dia il diritto di voto ai circa 2,5milioni di palestinesi lì presenti.
Almeno il 74% è a favore di strade separate per israeliani e palestinesi nella West Bank; il 24% pensa che le strade separare siano una "buona soluzione" e il 50% crede che essa sia una "soluzione necessaria".
Circa il 47% vuole che una parte degli arabi israeliani sino trasferiti sotto l'Autorità palestinese; il 36% trasferirebbe diverse città arabe da Israele all'Autorità palestinese, in cambio di alcune colonie israeliane della West Bank.
Il 58% degli ebrei israeliani pensa che in Israele l'apartheid contro i palestinesi sia già in atto; il 31% afferma invece che l'apartheid non c'è. Più di un terzo (il 38%) degli ebrei vorrebbe annettere la West Bank e le colonie israeliane, mentre il 48% è contrario.
Nei dati pubblicati oggi sul quotidiano Haaretz, si distingue anche fra le diverse comunità ebraiche (laica, osservante, religiosa, ultra-ortodossa, proveniente dall'emigrazione ex sovietica). I più anti-arabi sono gli ultra ortodossi: l'83% di essi sono a favore di strade segregate; il 70% per il divieto di votare agli arabi israeliani; l'82% vuole che gli ebrei siano trattati meglio degli arabi; il 95% per privilegiare ebrei al posto di arabi nei luoghi di lavoro.Il gruppo dei "laici" è il meno razzista: il 68% non è contrario ad avere vicini arabi; il 73% ammette che i loro figli possano avere bambini arabi nella stessa classe e il 50% non accetta discriminazioni sul lavoro.
I "russi" stanno in mezzo, ma sono quelli che hanno le soddisfazioni più alte nel vivere in Israele: il 77%. In media il 69% degli israeliani è soddisfatto nel vivere in Israele.
In generale, il 59% dei gruppi pensa che Israele pratichi l'apartheid "in alcuni campi" o "in molti campi"; l'11% dice di non sapere.
Il giornalista Gideon Levy, commentando i risultati dell'inchiesta, definisce come "molto, molto malata" l'immagine di Israele che ne emerge. Secondo Levy, la novità che emerge da quest'inchiesta è "gli stessi israeliani, apertamente, senza vergogna e senza il minimo senso di colpa, si definiscono da sé come dei nazionalisti razzisti".
Personalità ebraiche contattate da AsiaNews fanno notare però che l'aspetto importante non è "l'immagine" che si dà di Israele, ma "i fatti" sul terreno: da quando è nato Israele vi è una politica discriminatoria verso gli arabi all'interno dei confini di Israele; una insofferenza verso i palestinesi della West Bank o di Gaza; un'incuria verso i diritti degli arabi e delle loro terre . Secondo le stesse personalità, tali direttive della politica israeliana non sono espressione di un "razzismo ideologico", ma puro esercizio di potere da parte di vincitori verso i vinti.
Fonte: http://www.asianews.it/ notizie-it/ La-maggioranza-degli-ebrei- israeliani-sostiene-un-reg ime-di-apartheid-in-Israel e-26166.html
(di Joshua Lapide)
Gerusalemme, 23 Ottobre 2012 - La maggioranza della popolazione ebrea in Israele è favorevole a instaurare un regime di apartheid nel Paese, che emargini i palestinesi, in caso di annessione della West Bank. La maggioranza favorisce la discriminazione contro gli attuali cittadini arabi in Israele. È il risultato di un'inchiesta condotta dal centro Dialog, dell'università di Tel Aviv, commissionata dal Fondo Yisraela Goldblum, e basato su interviste a oltre 500 persone.
Secondo i risultati, il 59% degli ebrei preferiscono ebrei e non arabi nei posti di lavoro della burocrazia governativa; quasi la metà degli ebrei (il 49%) vogliono che lo Stato tratti gli ebrei meglio degli arabi; il 42% non vuole vivere nello stesso palazzo con arabi e il 42% non vuole che i loro figli siano nelle stesse classi con bambini arabi.
Almeno un terzo degli ebrei in Israele vorrebbero una legge che vieti ai palestinesi cittadini israeliani di votare per il parlamento della Knesset e, nel caso che Israele si annetta la West Bank, il 69% vuole che non si dia il diritto di voto ai circa 2,5milioni di palestinesi lì presenti.
Almeno il 74% è a favore di strade separate per israeliani e palestinesi nella West Bank; il 24% pensa che le strade separare siano una "buona soluzione" e il 50% crede che essa sia una "soluzione necessaria".
Circa il 47% vuole che una parte degli arabi israeliani sino trasferiti sotto l'Autorità palestinese; il 36% trasferirebbe diverse città arabe da Israele all'Autorità palestinese, in cambio di alcune colonie israeliane della West Bank.
Il 58% degli ebrei israeliani pensa che in Israele l'apartheid contro i palestinesi sia già in atto; il 31% afferma invece che l'apartheid non c'è. Più di un terzo (il 38%) degli ebrei vorrebbe annettere la West Bank e le colonie israeliane, mentre il 48% è contrario.
Nei dati pubblicati oggi sul quotidiano Haaretz, si distingue anche fra le diverse comunità ebraiche (laica, osservante, religiosa, ultra-ortodossa, proveniente dall'emigrazione ex sovietica). I più anti-arabi sono gli ultra ortodossi: l'83% di essi sono a favore di strade segregate; il 70% per il divieto di votare agli arabi israeliani; l'82% vuole che gli ebrei siano trattati meglio degli arabi; il 95% per privilegiare ebrei al posto di arabi nei luoghi di lavoro.Il gruppo dei "laici" è il meno razzista: il 68% non è contrario ad avere vicini arabi; il 73% ammette che i loro figli possano avere bambini arabi nella stessa classe e il 50% non accetta discriminazioni sul lavoro.
I "russi" stanno in mezzo, ma sono quelli che hanno le soddisfazioni più alte nel vivere in Israele: il 77%. In media il 69% degli israeliani è soddisfatto nel vivere in Israele.
In generale, il 59% dei gruppi pensa che Israele pratichi l'apartheid "in alcuni campi" o "in molti campi"; l'11% dice di non sapere.
Il giornalista Gideon Levy, commentando i risultati dell'inchiesta, definisce come "molto, molto malata" l'immagine di Israele che ne emerge. Secondo Levy, la novità che emerge da quest'inchiesta è "gli stessi israeliani, apertamente, senza vergogna e senza il minimo senso di colpa, si definiscono da sé come dei nazionalisti razzisti".
Personalità ebraiche contattate da AsiaNews fanno notare però che l'aspetto importante non è "l'immagine" che si dà di Israele, ma "i fatti" sul terreno: da quando è nato Israele vi è una politica discriminatoria verso gli arabi all'interno dei confini di Israele; una insofferenza verso i palestinesi della West Bank o di Gaza; un'incuria verso i diritti degli arabi e delle loro terre . Secondo le stesse personalità, tali direttive della politica israeliana non sono espressione di un "razzismo ideologico", ma puro esercizio di potere da parte di vincitori verso i vinti.
Fonte: http://www.asianews.it/
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Following poll on Israeli support for apartheid, Gideon Levy says 'making peace would be an almost a
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