Palestina. Una marcia contro le demolizioni, a rischio 1500 persone






Sabato scorso hanno manifestato per difendere le loro case. Sono circa 1500 le persone a rischio dopo l'annuncio del ministro della Difesa Ehud Barak. Il racconto di un attivista che ha partecipato alla marcia per la pace nelle colline a sud di Hebron.



di Simone Ogno


La Marcia per la Pace è stata organizzata dal locale Popular resistance committee con il proposito di sostenere la presenza e la resistenza della popolazione locale.
L'area a sud di Hebron fu chiusa dalle forze di occupazione israeliane negli anni'70 per essere utilizzata come luogo di addestramento delle truppe nei Territori Palestinesi Occupati, noto come Firing Zone 918.
Di recente il ministro della Difesa israeliano Ehud Barak ha annunciato l'evacuazione di otto dei dodici villaggi che la compongo: Khirbet al-Majaz, Khirbet at Tabban, Sfay, Khirbet al-Fakheit, Halaweh, Mirkez, Jinba e Kharoubeh.
Altri quattro, Mufaqarah, Tuba, Maghayir al-Abeed e Khirbet Sarura saranno momentaneamente risparmiati, sebbene la loro sorte rimane critica, in quanto sistematicamente vessati da ordini di demolizione ed esposti agli attacchi dei coloni di Ma'on, Karmil, Suseya e Mezadot Yehuda, quattro dei settlement che circondano l'area costituendo una seria minaccia per una zona che rischia di essere isolata.
Circa 1500 persone potrebbero presto rimanere senza casa. 
Secondo le parole di Barak, gli abitanti dei villaggi potranno coltivare le proprie terre durante il fine settimana e le festività ebraiche, e nel corso di due periodi (di un mese) ogni anno, durante i quali le esercitazioni militari israeliane vengono interrotte.a marcia è partita dal villaggio di Al-Tuwani che sorge a ridosso della Firing Zone e ha raggiunto Mufaqarah intorno alle undici, attraversando un tratto della Road 316 e risalendo la strada interdetta ai palestinesi che porta alla colonia di Avigayil.
Lungo il tragitto i pilastri che delimitano l'area sono stati colorati da bandiere e manifesti che rivisitano i divieti: "Palestinian Peace Area. No Entry for Israeli Army and Settlers".
Il corteo, composto da una sessantina di partecipanti palestinesi, internazionali e israeliani ha fatto così sosta per circa trenti minuti prima di ripartire in direzione di Tuba, ingrossato nelle fila da alcuni abitanti di Mufaqarah; le jeep dell'Israel Defense Forces hanno seguito da lontano la marcia, intervenendo durante il passaggio vicino alla colonia di Ma'on per formare un cordone a prevenzione di un attacco dei coloni.
Il cammino verso Tuba si è colorato dei suoni di una chitarra e canti, mentre costeggiava il sistema eolico del villaggio donato da Comet-ME, Ong israeliana che si occupa di sviluppo sostenibile nelle South Hebron Hills e minacciato da un ordine di demolizione rilasciato il 18 giugno 2012. Anche qui, in caso di demolizione circa 70 persone resteranno senza elettricità.
A Tuba la marcia ha osservato un'ulteriore sosta prima di ripartire verso Maghayir al-Abeed, dove gli abitanti dei villaggi e i rappresentanti del South Hebron Hills Popular resistance committee hanno riaffermato il diritto della popolazione a rimanere sulla propria terra senza il quotidiano pericolo di espulsione.
Sulla via del ritorno verso Mufaqarah i partecipanti sono stati attaccati da un gruppo di coloni di Ma'on, con un lancio di pietre che fortunatamente non ha causato feriti.
Due di questi hanno comunque tentato di approcciare il gruppo armati di bastone, ma l'intervento dell'esercito e della polizia israeliana ha posto fine alle minacce. Un colono è stato inseguito arrestato con l'accusa di aver attentato all'incolumità dei partecipanti.


25 settembre 2012

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