Amira Hass : L'AUTORITA' PALESTINESE - priva di qualunque autorità





Gli "Accordi di Oslo", inizialmente intesi per creare un governo proprio palestinese, hanno invece lasciato i palestinesi con "sacche" autonome che servono solo a rinforzare l'egemonia di Israele.
"Tutto andrà bene", la piacevole trasmissione di "Army radio" (radio dell'esercito) ha una redazione più giovane rispetto a quella di "Voice of Palestine" (voce della Palestina): a "Good Morning Palestine" (Buon giorno Palestina) il microfono a volte è aperto a cittadini qualunque che hanno delle lamentele da fare verso le varie istituzioni della burocrazia palestinese. Come a "Tutto andrà bene" il conduttore del programma trova più semplice rispetto alla gente comune individuare il numero di telefono di chi sia responsabile di cosa e strappare una promessa che al problema che viene discusso verrà trovata una soluzione. Per esempio domenica mattina un ufficiale della polizia di Hebron è stato messo sotto pressione per rispondere ad accuse fatte da un residente di Yatta (che ha rifiutato di farsi identificare) secondo il quale la polizia palestinese si sottrae ai propri impegni ed è lenta nell'intervenire in conflitti interni di città grandi. Colui che ha mosso l'accusa non ha voluto sentire ragioni riguardo alle divisioni di Area A e C e ha interrotto l'ufficiale diverse volte. 
Un altro programma radiofonico da spazio ai membri delle famiglie di persone imprigionate in Israele. E' uno show estremamente importante per i prigioneri, i cui genitori, mogli e figli non hanno il permesso di andare a trovarli per oscuri e non specificati "motivi di sicurezza".  Alcuni parenti si fanno bastare dei brevi "Come stai tesoro mio? Stiamo tutti bene, non preoccuparti per noi. Speriamo tu ti prenda cura di te stesso e della tua salute e che verrai rilasciato presto - tu e tutti gli altri prigionieri"; altri invece si dilungano, specialmente le donne. Una madre dice a suo figlio che gli ha mandato un pò di soldi per degli snack oppure che il suo fratello minore è fuori controllo e che lei è quindi preoccupata. Parla come se la conversazione non fosse solo unilaterale, ma facesse parte di una trasmissione  che ascoltano in tanti - guidatori di taxi, i loro passeggeri, commessi nei negozi e altre centinaia di prigionieri.
Parlando di taxi: come risultato di una catena di incidenti fatali del traffico che hanno avuto come protagonisti i tassisti, il Ministero dei Trasporti palestinese ha emesso un ordine cautelare che limita la velocità di tutti i veicoli di trasporto pubblico in strade interne nelle città a 90 kilometri orari. D'ora in poi tutti i nuovi taxi verranno modificati meccanicamente per disabilitare velocità più elevate al limite.
Tra un programma d'intrattenimento e un'edizione delle notizie, si può sentire un annuncio pubblico che incoraggia la gente a saldare i debiti con la compagnia che rifornisce l'energia elettrica perchè il non pagamento rafforza l'occupazione. Una recente puntata di "Women's Voices" (Voci delle donne) è stata dedicata ad una discussione molto vasta sul fenomeno degli uomini che cercano di impedire alle ex mogli di vedere i figli e quindi sui metodi legali a disposizione delle donne per combattere quest'ingiustizia.
Parlando di ingiustizia: La Coalizione delle  organizzazioni palestinesi per i diritti umani ha criticato figure rimaste anonime nell'ufficio del presidente Mahmoud Abbas che, a quanto sostiene la coalizione, hanno ordinato alla polizia di sopprimere violentemente manifestazioni tenute due mesi fa dal nuovo gruppo "Palestinesi per la dignità". I giovani protestavano per l'invito esteso a Shaul Mofaz per incontrare Abu Mazen. Ma la critica ha avuto il suo impatto. Due settimane fa, la polizia ha permesso al gruppo di marciare fino al muro di Muqata a Ramallah e gridare, senza interruzione, "traditore, traditore, il nostro governo è traditore".
Qual è il comune denominatore di questi annedoti? Cosa ci fa questa raccolta qui nell'articolo? E' il mio modo di sottolineare un'affermazione fatta nel libro "La Burocrazia dell'Occupazione: Il Regime dei permessi di movimento 2000-2006" dal legale Yael Barda, recentemente pubblicato dal Movimento dei Kibbutz Uniti e dall'Istituto Van Leer di Gerusalemme. Il libro è basato sulla tesi del suo capo all'interno dei dipartimenti di sociologia e antropologia dell'università di Tel Aviv. La ricerca iniziò con la sfacchinata alquanto testarda da parte di Barda in mezzo alle trincee del percorso affrontato mentre stava rappresentando i lavoratori palestinesi, i quali si perdevano nel labirinto reso intenzionalmente repressivo del nastro rosso ufficiale.  Barda contesta la conclusione tratta da Neve Gordon nel suo libro "L'Occupazione di Israele (Stampa dell'Università di California, Berkeley, 2008 ), che lei sommarizza come segue: "dagli accordi di Oslo, la forza usata contro i Palestinesi è cambiata ed è ora un potere sovrano che impiega un controllo legale utilizzando metodi della legge e forze di polizia; non interviene in decisioni civili e non fa distinzione tra coloro che si oppongono all'occupazione e coloro che l'accettano..."
In contrasto, la conclusione di Barda è: "dopo la separazione amministrativa e regionale promulgata come risultato degli accordi di Oslo, il controllo sulle vite dei palestinesi e l'interferenza nei loro affari come civili non è diminuita; al contrario è cresciuta". Barda ha accompagnato centinaia di lavoratori durante il loro "calvario" per ottenere un permesso da Israele e ha intervistato molti funzionari all'interno del sistema.  Questo è proprio come lei ha appreso da vicino su quanto invasive, non trasparenti e prive di supervisione siano le autorità israeliane - a partire dal servizio di sicurezza dello Shin Bet alla corte suprema - che dominano le vite dei palestinesi i quali sono solo alla ricerca di concretizzare il loro diritto alla libertà di movimento e ribellarsi contro muri di cemento, ordini e ingiunzioni.
Non ho letto il libro di Gordon, ma presumo abbia visto la vasta gamma di proibizioni in forza durante il periodo dell'occupazione diretta: su costruzioni, lettura e scrittura, opinioni di messa in onda e unificazione, opere teatrali e film, sul seminare e piantare. Le persone che erano responsabili negli uffici dei civili erano burocrati o personale militare israeliano. Distribuivano attentamente i permessi in modo da impegnare una linea telefonica di qua o costruire un altro piano là, mentre sottoponevano i richiedenti ad una sfilza di umiliazioni alquanto deprimenti. La trascuratezza offensiva e intenzionale delle infrastrutture ha sempre giocato un ruolo fondamentale nel meccanismo di dominazione dei nativi del luogo. Persino riuscire ad ottenere una patente di guida era una lotta attraverso lo stesso meccanismo.
Lo Shin Bet usava collaboratori già prima dell'impedimento della libertà di movimento che iniziò nel 1991, precedendo l'implementazione degli accordi di Oslo di tre anni. E' già abbastanza pensare alla terrificante presenza della Polizia di Confine, speciali pattuglie di perlustrazione e ispettori dell'Istituto di Assicurazione Nazionale nei villaggi e vicinati di Gerusalemme Est, trasformati dal governo israeliano in sacche strozzate di povertà, in modo da ricordare il potenziale del controllo diretto e la sua natura predatoriale. E' già abbastanza  ricordare l'Area C dove Israele non permette all'antica comunità palestinese di costruire servizi igienici o installare un sistema per l'energia solare.
L'area C, il 61-62 per cento della Cisgiordania sulla quale gli accordi di Olso diedero controllo completo a Israele, circonda sacche di auto-potere palestinese nelle quali il controllo diretto di Israele sugli affari dei civili è, infatti, divenuto molto debole, nonostante frequenti incursioni militari e benchè Israele abbia l'autorità di arrestare qualunque palestinese in ogni momento e di attuare delle restrizioni sui movimenti. In queste sacche, momenti autonomi e spazi di una comunità civile vengono creati e vissuti nonostante la gigante nube inflitta dall'occupazione onnipresente. La gente si abitua alla logica interna di queste sacche. Sarà la normalità o solo un miraggio? un autoinganno? No. Il regime ha creato un ibrido confusionario di stato di emergenza militare-coloniale  e autonomia civile. Il dualismo e tutte le sue contraddizioni sono la colla che rende duro da disfare quello che c'è già, cioè per esempio L'Autorità Palestinese.
Questo, pure, è il genio degli autori di Oslo, che formularono un vago contratto di affari aperto a interpretazioni opposte. E visto che a vincere è l'interpretazione dei forti, rimaniamo con sacche autonome che sono solo in grado di rinforzare l'egemonia di Israele.
Fonte: Haaretz

Traduzione a cura di PalestinaRossa

 

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