Palestina :L’ACQUA COME ARMA, ISRAELE ‘OCCUPA’ LE FONTI IDRICHE


  Sono decine le fonti d’acqua che i coloni israeliani si sarebbero accaparrati a detrimento della popolazione e delle coltivazioni palestinesi. Lo denuncia un rapporto diffuso oggi dall’ufficio di coordinamento del’Onu (Ocha) secondo cui 30 su 56 fonti idriche poste nelle immediate vicinanze di colonie e insediamenti della Cisgiordania, sono inaccessibili ai cittadini palestinesi.
Il documento riferisce che i palestinesi sono “fisicamente separati” dalle fonti idriche con minacce e atti intimidatori che spesso sfociano in vere e proprie violenze. Nel 93% dei casi, le fonti d’acqua della Cisgiordania si trovano “sotto totale controllo israeliano” nonostante ’84% si trovi su terreni registrati dall’amministrazione militare israeliana come “proprietà privata palestinese”.
In conclusione, i relatori del rapporto esortano le autorità israeliane a esercitare pressioni e a sanzionare atti “contrari al diritto internazionale e alla stessa legge israeliana”. Lo scorso 17 gennaio la Commissione Affari Esteri del Parlamento Francese aveva accusato in maniera più o meno esplicita Israele di praticare una nuova forma di apartheid attraverso una gestione “esclusiva” delle fonti idriche nei Territori palestinesi occupati.
Nel rapporto, firmato dall’ex-minstro dell’agricoltura francese Jean Glavany, si fa riferimento alle strategie di “water occupation”. Si tratta di una serie di misure, tra cui la stessa costruzione del muro di separazione eretto in Cisgiordania, che rispondono ad una ripartizione delle sorgenti d’acqua sotterranee tali da garantirne il consumo e la direzione unicamente ad Israele.
 [AdL]
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