La prova terribile di Hana Shalabi: condizioni di salute critiche e sfida spirituale di Richard Falk


Ci sono segnali di un numero sempre maggiore  di espressioni di consapevolezza       e solidarietà internazionale, compresa una veglia a Trafalgar Square il 23 marzo alle 18.30 e una Giornata dell’azione a Glascow, Scozia, il giorno seguente. Ci sono nuove accuse che perfino nella sua situazione attuale in cui si sta aggrappando alla vita, Hana è stata maltrattata dalle autorità penitenziarie e alla sua famiglia è stato negato il diritto di farle visita. Sono state citate le parole del padre, Yahya Shalabi: “Mia figlia tiene fede alle sue parole e alle sue promesse.  Si è impegnata a fare questo per se stessa e per la Palestina.” E la stessa Hana Shalabi ha detto   di questo impegno sacrificale:” È vero che le nostre vite sono molto preziose, ma la nostra libertà è anche più preziosa e più potente che le loro celle.” Il giornale israeliano parli di  Hana Shalabi con  retorica  disumana come  di “sospetta terrorista”, senza neanche ammettere che uno sciopero della fame è l’opposto assoluto del terrorismo:  rivolge la violenza contro lo stesso innocente in modo  da mettere in luce i torti dei colpevoli            a parte chi non ha inflitto da danni fisici e nella misura che altri non siano affatto degli obiettivi, si esprime nella forma di appelli straordinari alla loro consapevolezza e coscienza. Tutti noi non dobbiamo lasciare che questi atti di  ribellione spirituale siano vani.  Pubblico qui di seguito la dichiarazione rilasciata dai PHR-I due giorni fa e una versione rivista di un mio altro articolo messo in rete che era stato pubblicato pochi giorni prima da Al Jazeera.
Testo completo di Medici per i Diritti umani -  Israele- Dichiarazione
Il 33° giorno dello sciopero della fame, la detenuta amministrativa Hana Shalabi è in imminente pericolo di vita. Il 33° giorno del suo sciopero della fame, la detenuta amministrativa Hana Shalabi è in imminente pericolo di vita.  Un medico indipendente di: Medici per i Diritti umani di Israele (PHR-Israel) la ha visitata oggi e ha deciso che deve essere immediatamente portata in ospedale.  Medici per i Diritti umani: il trattamento del Servizio Penitenziario  viola l’etica medica.
Hana Shalabi, una detenuta amministrativa nel Carcere Sharon, sta facendo lo sciopero della fame da più di un mese, per protestare contro la sua detenzione violenta, l’ispezione umiliante e offensiva condotta su di lei quando è stata arrestata, e anche per protestare per essere tenuta in detenzione amministrativa. * Si prevede un’ udienza per il suo caso al tribunale militare.
Questa mattina (19 marzo) una dottoressa indipendente ha visitato Hana Shalabi per conto di del PHR –Israel e ha dichiarato che c’è stato un significativo deterioramento della sua condizione,  e che rischia di morire. Il peggioramento si manifesta con un processo di crollo muscolare, con una perdita di peso di 14 chili, dall’inizio dello sciopero della fame, polso molto lento e un abbassamento dei livelli di sodio nel sangue. Questi sintomi potrebbero indicare un grave danno cardiaco e l’inizio di un crollo del muscolo cardiaco che potrebbe portare all’arresto cardiaco in qualsiasi momento.
Inoltre, la temperatura del corpo è bassa (ipotermia); hanno registrato un valore di 55,05 C e Shalabi dice  di sentire freddo. Questi dati indicano che la produzione di energia nel suo corpo è per lo più diretta verso gli organi essenziali e questo indica anche il possibile danno cardiaco che potrebbe manifestarsi con aritmia, deterioramento strutturale, o morte improvvisa. Il medico che la assiste aggiunge che Shalabi non prende medicine, che mentre prima si muoveva da sola , adesso dipende dall’aiuto degli altri per spostarsi e soffre di grave debolezza, di bassa pressione sanguigna, di dolori forti in tutto il corpo, con sensibilità grave nella regione addominale superiore e forti capogiri.
I risultati delle analisi del sangue del 14 marzo indicano un abbassamento dei livelli di glucosio e di sodio nel sangue, e danni nelle funzioni della tiroide.  La tiroide ha un ruolo importante nel mantenere la temperatura del corpo e anche le funzioni cardiache, epatiche e cerebrali. Danni importanti  alla ghiandola della tiroide potrebbe condurre al coma, e questa possibilità, chiaramente, esiste per Hana Shalabi. Inoltre, l’esame del sangue fatto oggi indica una sospensione della funzionalità della coagulazione  e una significativa mancanza di ferro e di vitamine.
In seguito alla sua visita, la dottoressa ha determinato che Hana Shalabi è in imminente pericolo di vita e ha raccomandato che venga trasportata in ospedale senza indugio, per   un controllo accurato e ulteriori esami. Il servizio penitenziario ha fatto sapere di aver trasportato Hana Shalabi al Meir Hospital a Kfar Saba in seguito alle raccomandazioni della dottoressa.
I Medici per I Diritti Umani- Israele oggi denunciano la discutibile condotta del servizio Penitenziario di Israele per il suo trattamento di Hana Shalabi:
Si sta esercitando grande pressione su Hana Shalabi perché metta fine al suo sciopero della fame, sia a opera del comitato Etico del Servizio Penitenziario, che del religioso musulmano membro di quel comitato.
Il direttore sanitario  del servizio Penitenziario  ha parlato con  la dottoressa del PHR-I chiedendole di persuadere Hana Shalabi a smettere lo sciopero. Questo atto chiaramente viola i principi dell’etica medica.  
Le comunicazioni di Hana con la dottoressa dei PHR-I che si prevede la segua da vicino per i suoi problemi di salute, sono molto limitate. Per esempio, quando Shalabi ha chiesto di vedere la dottoressa del PHR-I la settimana scorsa, il Servizio penitenziario non  ha informato la dottoressa di questa richiesta.
I risultati delle analisi del sangue di Hana Shalabi, come è stato comunicato alla dottoressa del PHR-Ilasettimana scorsa, durante una telefonata con il direttore sanitario del Servizio penitenziario, sono risultati diversi dai risultati stampati, che erano stati inviati dal laboratorio e inviati al medico del PHR-I esaminarli oggi. Tali risultati presentavano un quadro medico diverso di quello che esisteva in realtà.
Sembra che il problema dell’alimentazione forzata non sia stato escluso e che la discussione del problema  continui nel Comitato Etico del Servizio Penitenziario.
Sembra che sia stato fatto un tentativo di indebolire la fiducia di Hana Shalabi nella dottoressa presentandole informazioni non esatte. Nel corso della visita medica di oggi fatta dalla dottoressa, Hana Shalabi ha detto che le era stato comunicato dai rappresentanti del servizio penitenziario che la dottoressa indipendente dei PHR-I aveva consegnato i campioni di sangue al Servizio Penitenziario perché non voleva tenerli lei.
I Medici per i Diritti Umani esprimono di nuovo la loro estrema preoccupazione per la vita di Hana Shalabi. L’organizzazione esprime il suo sgomento per il fatto che le equipe mediche stanno considerando ancora la possibilità di alimentazione forzata, malgrado il fatto che i trattati internazionali lo proibiscano.
L’organizzazione si appella alla comunità locale e internazionale perché agisca immediatamente e intervenga per il rilascio di Hana Shalabi  e perché operi per porre fine  all’uso di Israele della detenzione amministrativa.
Per rapporti di visite antecedenti da parte della dottoressa dei PHR-I, guardare: 13 Marzo.http://www.phr.org.il/default.asp?PageID=116&ItemID=1429
Contesto:   il  23 febbraio 2012 un ordine di detenzione amministrativa è stato emesso per la Signora Hana Shalabi. Il 29 febbraio c’è stata un’udienza per il suo caso al tribunale militare di Ofer. Il 4 marzo lo stesso tribunale ha deciso  ridurre il periodo di detenzione da sei a quattro mesi, ma senza promettere di estenderlo o rinnovarlo. A causa di questo verdetto, la Signora Hana Shalabi ha annunciato che avrebbe continuato lo sciopero della fame  fino al suo rilascio. Il 7 marzo, a Ofer si è tenuta un’udienza  di appello riguardo alla decisione del tribunale e il giudice militare ha ordinato alle parti di cercare di raggiungere un compromesso per domenica 11 marzo, ma un accordo non è ancora stato raggiunto.
Le proteste di coloro che si trovano in detenzione amministrativa, stanno aumentando.  Altri due detenuti amministrativi, Bilal Diab e Thair Halahleh, il 1° marzo  hanno dichiarato lo sciopero della fame, che hanno dichiarato di continuare fino al loro rilascio dalla detenzione. Il 3 marzo altri due detenuti amministrativi hanno dichiarato che faranno lo sciopero della fame fino al loro rilascio. Dall’inizio di marzo,  molti detenuti amministrativi hanno rifiutato di riconoscere il verdetto della corte militare e hanno rifiutato di partecipare a udienze legali riguardanti il loro caso. A causa della detenzione amministrativa voluta da Israele, alla riluttanza     del tribunale militare di interferire in  questa pratica, uno sciopero della fame   serve come strumento non violento e come il solo che hanno a disposizione i detenuti amministrativi  per protestare e lottare per i loro diritti umani fondamentali.
Circa 309 Palestinesi sono attualmente in detenzione amministrativa nelle carceri israeliane. La detenzione amministrativa permette a Israele di tenere indefinitamente i detenuti per periodi di sei mesi che si possono  rinnovare. L’arresto è garantito sulla base di “informazioni segrete”  e senza nessun atto di accusa.  Perciò i detenuti amministrativi e i loro avvocati non possono difendersi da queste accuse in tribunale.
Hana Shalabi: La sfida della nonviolenza palestinese    Khader Adnan aveva appena terminato il suo 66° giorno di sciopero della fame che metteva in pericolo la sua vita, quando si sono espresse preoccupazioni per  Hana Shalabi, un’altra abitante della Cisgiordania che faceva lo sciopero della fame e che adesso aveva fatto più di 34  giorni di digiuno. In base a una cupa ironia c’è una continuità tra questi atti di ribellione spirituale in quanto sia Khader Adnan che Hana Shalabi sono stati tenuti in detenzione nella stessa stanza nell’ospedale della prigione di Ramleh.
Entrambi gli scioperi della fame sono fatti contro l’uso oltraggioso della detenzione amministrativa da parte delle forze militari israeliane  che occupano la Cisgiordania, in protesta  contro la pratica coloniale  della detenzione senza imputazioni o  processo e contro il trattamento degradante e fisicamente violento imposto durante l’arresto, l’interrogatorio e la detenzione.
Il caso di Hana Shalabi dovrebbe commuovere anche i duri di cuore. E’una giovane donna di 29 anni, sensibile e generosa che è membro della Jihad Islamica, si dedica alla sua famiglia, alla speranza di sposarsi e ai semplici piaceri di fare spese di vestiario e di oggetti per la casa.  In precedenza era stata tenuta in detenzione amministrativa nella prigione HaSharon di Israele per un periodo di 30 mesi tra il 2009 e il 2011, ed è stata liberata quattro mesi fa in occasione dello scambio di prigionieri che ha portato alla liberazione di 1027 Palestinesi in cambio del soldato israeliano prigioniero dei Palestinesi,  Gilad Shalit. Dopo essere stata liberata, Hana, secondo quanto dice sua madre, ha trascorso settimane per tentare di  riprendersi dal senso di alienazione  che aveva sperimentato in prigione, e quindi raramente usciva di casa o abbandonava la compagnia della sua famiglia. Mentre stava tornando alla normalità, è stata di nuovo arrestata in  maniera molto offensiva, dato che, presumibilmente, un soldato la ha sottoposta a perquisizione facendola spogliare nel Centro per gli interrogatori e ad altri comportamenti intesi a umiliarla e a intimidirla.  Il 16 febbraio 2012, cioè il giorno del rinnovo della sua detenzione amministrativa, Hana Shalabi ha annunciato la sua decisione di iniziare uno sciopero della fame per protestare contro il trattamento subito e per chiedere la fine della detenzione amministrativa  su cui ora Israele conta molto per tenere in prigione almeno 309 Palestinesi. Alla sua famiglia è stato negato il diritto di visita perfino nella sua attuale condizione critica; Hana Shalabi è stata messa in isolamento all’inizio della detenzione e la sua salute si è deteriorata fino al punto da far sorgere gravi preoccupazioni per la sua salute e perfino per la sua vita. Secondo il suo avvocato, Raed Mahmeed,  Haha Shalabi è stata visitata da un medico  di Medici per i Diritti Umani che ha detto che “soffre di un  battito cardiaco lento, di livelli bassi di zucchero nel sangue, di perdita di peso, di debolezza muscolare, di ingiallimento degli occhi, e di alti livelli di sale nel sangue che si ripercuoteva sui reni, causandole dolore ai fianchi specialmente a quello sinistro, e anche dolori alle ossa del torace. I Medici per I Diritti Umani hanno detto che Shalabi non  riesce a dormire per i dolori e soffre anche di capogiri e di  annebbiamento della  vista e di  temporanea perdita della stessa. La signora Shalabi ha detto a Mahameed che la settimana scorsa aveva assunto del sale, ma che da allora aveva rifiutato di prenderne e ora vive con due litri di acqua al giorno.”
Ammirevolmente, i suoi genitori si sono impegnati a fare in uno sciopero della fame di solidarietà fino a  quando la loro figlia resterà in detenzione amministrativa. Sua madre, Badia Shalabi, ha girato un video dove dice che anche sola vista del cibo la fa piangere perché pensa alla sofferenza di sua figlia. Anche suo padre ha fatto un appello a tutti per salvare la vita diHana..
Malgrado i liberali in Occidente consiglino di frequente   ai Palestinesi, di affidarsi a tattiche non violente di resistenza, questi straordinari scioperi della fame hanno incontrato silenzio o indifferenza sia in Israele che in Occidente.  Le autorità israeliane hanno cinicamente dichiarato che intraprendere uno sciopero della fame è un’azione volontaria e una trovata pubblicitaria per la quale non si assumono alcuna responsabilità e colui che fa lo sciopero è il solo responsabile di qualsiasi danno ne consegua.  Non c’è neanche un accenno al fatto che  i reclami palestinesi sulla detenzione amministrativa sono ben fondati  si considera perfino di seguirli molto meno. Questa  durezza di cuore davanti a un tale atto di coraggio sacrificale è un segno sicuro che Israele non è pronta per una pace giusta e sostenibile con la Palestina.  L’ONU delude anche coloro che credono nei suoi ideali. Non ha alzato la voce neanche per far notare la situazione di Hana Shalibi o la responsabilità di Israele. Condivido l’idea di Khitam Saafin, presidentessa dei Comitati dell’Unione delle Donne Palestinesi: “ L’ONU deve essere responsabile di tutte le violazioni che sono compiute contro la nostra gente. Questi prigionieri sono prigionieri di guerra, prigionieri  in regime di sicurezza,   non criminali  Sono combattenti per la libertà dei  loro diritti.” La triste ma motivante ribellione di Hana Shalabi è espressa bene anche da Yael Maron, un portavoce della ONG Medici per i Diritti Umani –Israel: “La storia di Hana Shalabi, come quella di Khader Adnan prima, secondo me è un esempio notevole di lotta che è completamente non violenta verso ciò che li circonda.    E’ l’ultima protesta che un prigioniero possa fare, e la trovo coraggiosa e motivante.”  Impegnarsi in uno sciopero della fame indefinito, specialmente per una persona che non ha un ruolo di dirigenza, richiede una dedizione profonda e duratura per riparare   un torto gravissimo.  E’  straordinariamente  doloroso dal punto di vista fisico  e pericoloso per la salute del corpo,  e anche  estremamente  duro dal punto di vista psicologico. Presuppone una volontà fortissima e di solito sorge, come in questi esempi, dal senso che qualsiasi forma minore di resistenza si è dimostrata inutile  e si è dimostrata un lungo elenco di fallimenti. Alla fine, questo sciopero della fame senza condizioni è un appello alla coscienza e all’umanità dell’altro e un richiamo disperato a tutti noi, per farci capire meglio la cartografia della violenza che implica una detenzione  oltraggiosa e un’occupazione,  che può essere soltanto pervasivamente umiliante per una giovane donna islamica che ha un orientamento religioso. Rischiare la vita e la salute in  questo modo senza danneggiare o neanche minacciare l’oppressore significa rivoltare il terrorismo contro l’innocente.   Vuol dire sacrificare potenzialmente la propria vita per fare un appello in ultima istanza, un appello che trascenda la normale legge e politica, e che richiede una nostra replica.
Possiamo soltanto sperare ardentemente e pregare che l’eroico cammino di resistenza  di Hana Shalabi, terminerà con il suo rilascio e il completo recupero della salute. Per i benessere morale di Israele è ora, e lo è da molto tempo, di rinunciare ad affidarsi alla detenzione amministrativa e a fare anche di più,  a porre fine  immediatamente ai suoi vari crimini connessi con l’occupazione. A questo punto l’unico modo possibile di fare questo è ritirarsi senza condizioni  dietro i confini del 1967, e di iniziare negoziati di pace da una posizione alterata di malefatte riconosciute  senza chiedere o aspettarsi  qualsiasi gesto reciproco da parte palestinese. Nell’attuale atmosfera, è politicamente inimmaginabile che i capi di Israele terranno conto di questo appello, ma è moralmente inimmaginabile che Israele sopravvivrà a un imminente collasso spirituale se non impara rapidamente ad ascoltarlo.
Nel frattempo, noi che siamo al di là di queste zone di occupazione, di maltrattamenti, e di detenzione, dobbiamo fare di più, oltre che stare a guardare lo svolgimento di questo dramma. Dobbiamo fare tutto quello che possiamo per dare forza alle richieste di Khader Adnan, di Hana Shalabi  e di tutti coloro che  rifiutano il cibo per solidarietà,  che mirano a ottenere l’immediato rilascio di tutti i Palestinesi attualmente in detenzione amministrativa, e la fine della detenzione senza imputazioni, gli arresti  violenti nel cuore della notte, e, oltre a questo, e di terminare  un’occupazione che è durata 45 anni e di cui non si vede la fine.
 Da. Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
Traduzione di Maria Chiara Starace
  La detenzione amministrativa è una procedura usata dai militari israeliani per tenere reclusi a tempo indefinito i palestinesi, senza un’incriminazione, senza processo e spesso negando le visite dei familiari. In Israele la detenzione amministrativa è usata ordinariamente e in violazione della legge internazionale.http://comitatopalestinabologna.blogspot.it/2012/03/detenzione-amministrativa-strumento-di.html

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