Fame di cultura nei Territori palestinesi


Feste del teatro e del cinema, concerti, esposizioni d’arte, incontri letterari. Nei Territori palestinesi cresce la fame di cultura. In dieci anni sono raddoppiate tanto le iniziative culturali quanto i loro fruitori. Cinquecentomila palestinesi, adulti e bambini, hanno partecipato nel 2011 a circa 9 mila eventi. Nel 2001 furono 238 mila. I dati diffusi in questi giorni dall’Ufficio palestinese di statistica,relativi a Cisgiordania e Gaza, rivelano, sia pure con sfumature diverse, una società alla ricerca di normalità e di nuove aperture intellettuali.
Solo così ad esempio si spiegano le folle di visitatori che hanno invaso l’estate scorsa la Palestinian Art Academy a Ramallah, dove era arrivato, per la prima volta nella storia dei Territori e dopo un «viaggio» burocratico durato oltre due anni, un capolavoro di Picasso, il Busto di donna, prestato dal museo olandese di Eindhoven. Nel 2011, ben 45 mila palestinesi hanno visitato esposizioni d’arte contro i 15 mila del 2001.
Certo va tenuto conto del fatto che dieci anni fa era in pieno svolgimento la seconda intifada e che i dati 2011 rilasciati dall’Ufficio di statistica vanno analizzati più in dettaglio. Ad esempio Betlemme, con la sua componente cristiana e laica, conquista il primo posto per partecipanti ad eventi culturali con 86 mila presenze, seguita da Nablus con 74 mila spettatori. A Gaza, tuttavia, su una popolazione di oltre un milione e mezzo di persone, solo 87 mila (grosso modo gli stessi numeri della cittadina della Natività) sono state coinvolte da iniziative culturali. In compenso però si tratta soprattutto di bambini: a loro è tra l’altro dedicato il Festival del Teatro e dell’Animazione che si svolge ogni autunno a Rafah e a Khan Yunis.
Nella Striscia poi, quest’anno a maggio, sarà organizzato per la prima volta il Festival internazionale della Letteratura palestinese, appuntamento giunto ormai alla sua quinta edizione, promosso dalBritish Council, dal Fondo arabo per l’arte e la cultura, dalla fondazione britannica Qattan. Lo scorso anno gli scrittori si trovarono in mezzo a sassaiole di coloni ebraici nel quartiere arabo di Silwan a Gerusalemme. Quest’anno se la dovranno vedere con il blocco israeliano di Gaza e con possibili contestazioni di fondamentalisti islamici. Ma se Picasso è riuscito ad arrivare a Ramallah nel 2011, e i letterati si incontreranno a Gaza nel 2012, è segno che qualcosa di positivo accade, almeno sul piano culturale, in questa parte di mondo ricordata più spesso per le sue sofferenze e i suoi lutti.



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