Israele: Il torturatore George minaccia di rivelare segreti di Stato


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04.02.2012
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Ex-militare inquisitore caduto in disgrazia minaccia di rivelare segreti di Stato.
Il torturatore più famoso di Israele minaccia di rivelare gli sporchi segreti del sistema di sicurezza israeliano, se non ottiene una ricompensa.

di Yossi Gurvitz

Ieri, il “7 Yamim”, un supplemento settimanale di Yediot Ahronot, ha pubblicato una lunga intervista con il “capitano George”,  nome di battaglia di un addetto agli interrogatori dell’esercito caduto in disgrazia, il quale è diventato il carnefice più infame di Israele. George, che ha citato in giudizio il governo per averlo buttato fuori a calci dall’esercito, dichiara esplicitamente che il suo obiettivo consiste nel ricattare il governo.
                                                                                         Doron Zahavi alias "Capitano George"

“Ho tenuto la bocca chiusa e non ho detto nulla su questo caso [l’interrogatorio e la tortura di Mustafa Dirani di Amal – YZG], così come su molti altri casi in cui è stato applicato il metodo dell’insabbiamento, dell’offuscamento e delle menzogne”, svela George a Ronen Bergman di Yediot, “perché ero in attesa che qualcuno venisse a dirmi ‘ stop, aspetta, non possiamo andare avanti così.’  Se fossero venuti da me alcuni anni fa e mi avessero detto ‘ hai pagato un prezzo gravoso, cosa vuoi per chiudere questa faccenda in silenzio? Di quale tipo di risarcimento hai bisogno per restare dietro le quinte?’ Per quanto mi riguarda, anche se mi avessero dato un lavoro all’estero, per esempio in Alaska, e si fossero presi cura di me e della mia famiglia, mi sarebbe andato bene tutto, sarei rimasto zitto per sempre e non ci sarebbe stato questo incontro con te. Ma niente di tutto questo si è verificato e penso che siamo stati bambini troppo buoni.

In breve, come molti che prima di lui avevano portato a termine i lavori sporchi del sistema di sicurezza e si erano esposti, George ritiene di essere stato venduto, buttato in pasto ai cani, e questo nonostante avesse fatto esattamente ciò che chiunque altro faceva o quello che gli era stato ordinato di fare. A differenza di altri prima di lui, che hanno semplicemente affermato di voler rivelare il loro nome, George  ha un prezzo: un impiego in Alaska. Dato che non l’ha ottenuto è intenzionato a rompere il giuramento di fedeltà al sistema e testimoniare in tribunale. “Se questo arriva in tribunale, ciò che ti ho detto oggi è solo un anticipo, “ minaccia, “Credimi – nessuno vuole davvero che salga sul banco. Se dovessi starmene lì e parlare di Dirani, scopriresti che avrei molto altro da raccontare su come opera il sistema quando ha bisogno di nascondere ogni sorta di cose [….] e tutti sono dei bugiardi, che è poi il motivo per cui il paese si trova dove è oggi, nessuna dissuasione, nulla. E alla fine? Sono il capro espiatorio del sistema.”

Si tratta di un detto comune che i torturatori – e George , per sua stessa ammissione, è un torturatore – sono persone tra le più vigliacche. Ora scopriamo pure che sono i più corrotti.  George  è cosciente dei crimini, ma questi non costituiscono un problema per lui. Minaccia solo di rivelarli quando fosse in pericolo. Si comporta come un capomafia, ha chiesto il pagamento del prezzo: cerca di intimidire i capi dicendo che se non si prenderanno cura di lui, c’è molto che può raccontare. Fortunatamente per lui, i servizi di sicurezza israeliani sono solo di pochi gradini al di sopra di Cosa Nostra, altrimenti George  sarebbe andato incontro alla sua fine in un misterioso incidente.

George si lamenta di essere accusato di crimini sessuali. Ora, non c’è dubbio che se George avesse applicato a Dirani l’elettroshock, o utilizzato la tortura dell’acqua, nota con l’eufemismo di annegamento simulato, il caso sarebbe molto meno rilevante. Ma George è stato accusato da Dirani di averlo violentato con un manganello; e ammette – ha poca scelta, c’è un testimone – di aver ordinato a un soldato dell’IDF [Israeli Defence Forces] di spogliarsi e di avvicinarsi a Dirani in modo minaccioso, e poi di aver detto a questi che il soldato stava per violentarlo. Aveva perfino rimproverato il soldato che, imbarazzato, sorrideva: “comportati correttamente, questa è una faccenda seria.”

Tale accusa nei confronti di George è la seconda. La prima era giunta da disertori iracheni pochi anni prima: anch’essi lo avevano accusato di averli minacciati di stupro. L’IDF è riuscito a coprire quel caso e ciò può aver incoraggiato George nella vicenda Dirani. Egli stesso afferma che la minaccia di stupro è una misura standard nell’Unità dell’IDF per l’interrogatorio dei prigionieri (Unità 504) dove prestava servizio.

Ci sono diversi buoni motivi per credergli: poche settimane fa “Uvda”, un programma di giornalismo di indagine del Canale 2 ha mostrato un clip nel quale il comandante di George  minacciava di stupro Dirani; molti detenuti palestinesi fanno riferimento ad analoghe minacce; e in almeno un caso – quello del soldato israeliano, Amnon Pomrantz, ucciso nel 1990 – il cronista Gabi Nitzan ha scritto che lo Shin Bet (Agenzia di Sicurezza di Israele o ISA) aveva preso in ostaggio diversi bambini, con lo scopo di convincere i loro fratelli, che erano sospettati di aver appiccato il fuoco a Pomrants svenuto, a consegnarsi (Ho avuto la sfortuna di cercare uno di questi bambini per un breve periodo). Gli agenti dell’ISA hanno raccontato ai familiari dei bambini che se i sospettati non si fossero costituiti, essi sarebbero stati mandati in un campo di detenzione, dove sarebbero stati stuprati.

George ha violentato Dirani con un manganello? Egli lo nega con forza. L’ano di Dirami ha subito lesioni che possono essere conseguenza di uno stupro di tal genere; George sostiene che sono conseguenza della costipazione. Secondo la sua versione, Dirani soffriva di stitichezza e così coloro che lo interrogavano lo hanno obbligato a ingoiare un lassativo, e poi lo hanno costretto a indossare un pannolino. Questi ha sostenuto di essere stato costretto a indossare i pannolini perfino quando erano pieni di feci. Il sistema di umiliare un prigioniero costringendolo a rotolarsi nella sua merda  è conosciuto in diversi altri regimi di tortura – veniva usato, tra gli altri, dagli americani ad Abu Ghraib. La spiegazione di George – la stitichezza – suona un po’ dubbia.
                       mustafa-dirani-released

                                                                                        Il rilascio di Mustafa Dirani
A parte l’affermazione dello stupro, praticamente George conferma ogni accusa fatta da Dirani, aggiungendo ad esse il fatto che gli inquirenti hanno utilizzato il più efficace tipo di tortura: la privazione del sonno (noto all’inquisizione come tormentum insomniae). Per inciso, Bergman osserva che quando Dirani venne rapito e portato via dal Libano nel 1994, mentre si trovava ancora su suolo libanese, uno degli uomini armati che l’avevano sequestrato aveva premuto una pistola alla testa di suo figlio minacciando di sparargli se non gli avesse detto subito dov’era tenuto prigioniero Ron Arad, il navigatore  scomparso. La minaccia non venne eseguita.

Che cosa sapevano di tutto ciò quelle facce di bronzo dell’IDF? Abbastanza opportunamente, i nastri degli interrogatori sono misteriosamente scomparsi. George, che sostiene che tutto ciò che faceva era autorizzato, dichiara che il generale Amos Gilad – ufficiale di grado elevato dei servizi segreti, e che ricopriva la funzione di Coordinatore delle Attività di Governo nei Territori, attualmente ritirato dal servizio attivo – è stato a guardare gli interrogatori al momento, e se ci fosse stato qualcosa fuori della norma, gli avrebbe detto certamente qualcosa. Il Ministero della Sicurezza nega che Gilad sia stato coinvolto in tutto ciò che è successo lì. Senza i nastri, non lo sapremo mai.

George sostiene inoltre che molti dei detenuti erano morti durante gli interrogatori – in particolar modo dell’ISA – e tutto era stato occultato. Questa affermazione dovrebbe essere presa sul serio. Può anche darsi che, nel momento in cui George rompe la congiura del silenzio, fornisce a Israele un servizio di gran lunga più utile di quello da lui svolto durante la sua lunga carriera nell’unità di tortura dell’IDF. La tortura di Dirani – George non è stato il suo solo aguzzino – non ha funzionato, e neppure la minaccia di sparare al figlio davanti ai suoi occhi: Dirani non ha fornito alcuna utile informazione su Arad. George, naturalmente sostiene il contrario: Deve guardarsi allo specchio ogni mattina, dopo tutto, e torturare qualcuno senz’alcun vantaggio può essere troppo perfino per un sacco di merda delle sue proporzioni. I servizi hanno respinto, tuttavia, le informazioni estorte con la tortura come inaffidabili.

Il caso George-Dirani , se fosse stato trattato in modo adeguato, avrebbe potuto diventare la vicenda del Bus di linea 300 [1] dell’unità 504. Questo non è avvenuto, semplicemente perché il pubblico non vuole sapere. Nell’Israele del 2012 (come in quello del1994, e in quello del 1984) l’idea che ogni persona – anche Dirani, persino George – sia un essere umano che non deve essere defraudato con il ridurlo in un  tremante pezzo di carne che giace tra i suoi stessi escrementi, è ancora estremista.

(tradotto da mariano mingarelli)

[1] – Affare Kav 300 o dell’Autobus di linea 300 – riguarda la vicenda nella quale agenti dello Shin Bet, dopo aver arrestato due dirottatori palestinesi di un autobus di linea, li hanno giustiziati senza ragione plausibile. Per anni il servizio di sicurezza interna ha interferito con le indagini fornendo false testimonianze e occultando le responsabilità di funzionari ad alto livello dello Shin Bet in tutta la vicenda i quali, successivamente, hanno ottenuto scandalosamente addirittura il “perdono presidenziale”.[N.d.T.]

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2  CORTE SUPREMA RIAPRE LA GUANTANAMO DI ISRAELE : il famigerato blocco 1391

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