Carlo Strenger : Israele/Palestina: quattro Stati per quattro popoli?

traduzione  di Marcella Pasquini
 Ora dobbiamo guardare avanti: in che modo la  terra che sta ad ovest del fiume Giordano potrà diventare un luogo in cui la popolazione che la abita possa vivere in condizioni dignitose?
Ma soprattutto come può funzionare questo grande Stato di Israele?
Israele rappresenta già un’anomalia per il fatto che ha quattro sistemi educativi separati e distinti: uno per i sionisti osservanti, uno per gli ultra-ortodossi, uno per gli arabi e infine uno per gli ebrei laici.
Questi ultimi, peraltro, non sono più maggioranza, giacchè a partire dal 2010, meno della metà dei bambini israeliani risulta iscritta in scuole laiche: e, considerato il trend demografico, saranno sempre meno...
Mi ha colpito una frase che ho trovato scritta su un muro: 'ciò di cui abbiamo bisogno è una soluzione a quattro Stati'.
Quindi dovremmo avere uno Stato ultra-ortodosso, un regno di Giudea, uno Stato palestinese e uno Stato liberale laico – tutti uniti in una Repubblica federale. 
Lasciatemi spiegare. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha sognato per anni di offrire ai palestinesi quattro enclave tra loro non collegate e realizzate attorno ai centri abitati da popolazione palestinese, che non avrebbero avuto diritto di voto in Israele, ma goduto di altri diritti civili.
Il modello-Netanyahu dovrebbe essere esteso. Nella grande 'Terra di Israele', alle minoranze dovrebbe esser concesso l’autogoverno. Sto cominciando a pensare che, forse, i palestinesi sarebbero decisamente migliori di noi.
Una volta liberi di andare dove preferiscono, non avranno alcun bisogno di un governo federale, non  presteranno servizio militare, avranno il proprio sistema educativo e vivranno la loro vita liberamente.
Guardate che gli ultra-ortodossi vivono già in questo modo. Loro, de facto, vivono in un'enclave e in un universo totalmente separato dal resto del paese. Hanno le proprie scuole, la propria stampa e i propri sistemi politici, costruiti sulla leadership dei rabbini. Come i palestinesi, non prestano servizio militare e non pagano tasse ad Israele...  
In effetti, è abbastanza impressionante notare che, come i coloni, anche loro hanno un proprio sistema stradale: dopotutto, non si può guidare attraverso le loro città e quartieri durante lo Shabbat, e le donne non possono passeggiare sui loro marciapiedi indossando jeans e t-shirt.
Dunque, perché non formalizzare questa separazione già in atto? A questo punto, anche i liberali laici dovrebbero richiedere quell’autonomia di cui godono già gli ultra-ortodossi, e che Netanyahu vorrebbe concedere ai palestinesi.   
Come in Svizzera e negli Stati Uniti, la maggior parte delle tasse andrebbero ai singoli Stati piuttosto che al governo federale. E ciascuno Stato avrebbe il proprio sistema educativo che garantirebbe ad ogni gruppo una reale autonomia culturale.
Lasciate pure che gli ultra-ortodossi discutano tra loro se vogliono mantenere gli uomini e le donne separate sugli autobus. Lasciate loro avere cellulari kosher e insegnare ai propri figli null’altro che temi ebraici. Lasciate anche che siano loro a pensare come fonderanno il proprio Stato.
Nello sStato di Giudea, lasciate che i sionisti di destra, come MKs Zeev Elkin e Aryeh Eldad, dibattano tra di loro se lasciare che le donne cantino in eventi pubblici, se insegnare ai bambini che Shimon Bar Kochba fu un eroe, e se il re Davide debba essere l’ideale modello di riferimento per i futuri leader. Se vogliono, possono anche trasformare il proprio Stato in un regno, ciò che peraltro desidera un crescente numero di religiosi rabbini sionisti.
E lasciate noi laici liberali (e così pure gli arabi credenti e gli ebrei che credono in valori liberali) vivere nelle nostre piccole enclavi. Ce la caveremo abbastanza bene. Le nostre tasse andranno finalmente alle istituzioni che rispettiamo e con le quali ci identifichiamo – proprio come avviene per gli altri gruppi.
Da questa posizione, potremmo anche, allo stesso tempo, fare con i palestinesi l’accordo che desiderano. E non voteremo per la legislatura federale, dato che essa, quasi certamente, non sarà una democrazia liberale. E come gli ultra-ortodossi, non dovremo prestare servizio militare in un esercito che va a fare guerre inutili.  
Ci sentiremo molto meglio quando non dovremo più spiegare a menti totalitarie perché la libertà è importante. Che sollievo!

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