YALLA Italia :Donne, riprendiamoci le moschee


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Ho già ampiamente e, come direbbe Cetto La Qualunque,infattamente, discettato di moschee, preghiera, separazione dei sessi.
Se nella verosimile società ipotizzata dal nostro Cetto le donne vanno bene solo "in posizione orizzontale", nel caso di alcuni frequentatori di moschee le donne vanno bene solo se nascoste, come il buon Profeta ( Pace e Benedizione su di lui) ci insegna. Un attimo. Davvero è questo che ci insegna?

Mi conforta (o sconforta, a seconda dei punti di vista) sapere che le mie riflessioni sembrino avere solidi punti di contatto con quelle di qualche altro libero pensatore, in questo caso Jehanzed Bard, filmmaker indipendente che collabora con altmuslimah.
Questo significa che il problema è lo stesso anche altrove, ma soprattutto che il disagio che provo circa l'atteggiamento nei confronti delle donne è generalizzato, e insomma dovrebbe spingere ogni donna musulmana a fare qualche riflessione.
Dar inizia il suo ragionamento in maniera molto netta:

"I privilegi degli uomini musulmani sono una realtà che non si può negare. Per le donne non è facile come per gli uomini godere di spazi più ampi, comfort e accessibilità alle moschee...[...]. Gli uomini musulmani dominano le posizioni di potere nelle moschee e nel mondo degli studiosi, e possono abusare del loro potere per predicare interpretazioni sessiste della legge Islamica e della tradizione, allo scopo di controllare le donne". E continua con esempi concreti:
"Nella maggior parte delle moschee, le donne sono condotte in una stanza separata spesso più piccola della sezione per gli uomini. In alcune moschee, uomini e donne pregano separati da un muro o una barriera, mentre in altre si può trovare un balcone, designato appositamente per le donne, che affaccia sulla sala principale. Addirittura alcune moschee, principalmente in paesi a maggioranza musulmana (ma anche in Occidente) non hanno neanche abbastanza spazio per le donne. La giustificazione è che le donne, diversamente dagli uomini, non sono obbligate a pregare in moschea e possono invece pregare a casa, mentre ottemperano ai loro "doveri femminili" ".
Dar torna poi sull'argomento in un secondo articolo, facendo riferimenti al passato dell'Islam:
"..se ci prendiamo un momento per uscire dalle comunità dei tempi moderni e ci caliamo nelle moschee del settimo secolo, scopriremo che le norme e l'etichetta che guidavano queste istituzioni erano molto più aperte ed inclusive verso le donne rispetto agli standard odierni. Esiste una gran quantità di prove dagli Hadith che suggeriscono come le barriere tra uomini e donne che frequentavano le moschee non esistessero ai tempi del Profeta. Per esempio, un hadith riportato da Ibn Abbas, cugino da parte di padre del profeta, racconta di una donna che era solita pregare subito dietro al Profeta mentre questi conduceva la preghiera della sua congregazione. La filmmaker femminista Zarqa Nawaz fa notare nel suo documentario Me and the Mosqueche le donne intervenivano spesso durante le prediche in moschea e addirittura contraddicevano il relatore nel caso lo reputassero in torto..."

Il pensiero del giovane Jehanzeb si articola fino a rispondere alle "controargomentazioni" più diffuse: le donne esercitano una carica seduttiva che potrebbe distrarre gli uomini (Dar dice "e cosa mi dite del contrario? il sorriso, lo sguardo, la voce e la presenza fisica di un uomo non hanno alcun effetto sulle donne?), gli uomini sono intrinsecamente più "deboli" quando si tratta di reprimere i propri impulsi o desideri (avete visto come le donne vanno in estasi per certi artisti che cantano passi coranici, come Sami Yusuf?), e via dicendo...
Peggio ancora, Dar cita l'insulto di un giovane musulmano ad Amina Wadud, la donna che scatenò un putiferio conducendo la preghiera a New York nel Marzo del 2005, ovvero "prostituta", ribattendo: chi è a questo punto che rende oggetto chi? Chi degrada la sessualità di chi?
Non è che il modo in cui le moschee praticano la segregazione ha un effetto controproducente - "sessualizzare" i rapporti tra uomo e donna?
Gli uomini hanno forse paura che le donne musulmane vengano valorizzate?

Se Hazrat Khadijah, la moglie del Profeta, era una donna d'affari, le donne dovrebbero poter guidare la preghiera. Se il "paradiso giace sotto i piedi delle madri", perché non dovremmo ascoltare una khutbah pronunciata da una donna, perché la loro voce è zittita in moschea, perché non c'è un trattamento equo?
Jehanzeb Dar si fa queste domande, ma come lui molti altri.

Riflettiamoci insieme, perché probabilmente il problema non risiede nella donna e nella sua carica seduttiva, quanto negli occhi di chi la guarda. Se ti rechi in moschea col cuore puro e privo di pensieri a sfondo sessuale, i tuoi occhi saranno una barriera molto migliore di qualsiasi muro fisico.



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