VIDEO / Gli zeloti e la bambina “immodesta”, un servizio tv scuote Israele


La bambina non ha nemmeno otto anni. È bionda. Biondissima. E magra. Indossa occhiali da vista. Che migliorano a mettere a fuoco quel che le si presenta davanti ogni giorno. E per questo sono una fortuna e una condanna. «Ho paura che mi facciano del male», dice la piccolina. Poi si mette a piangere.
Si chiama Naama Margolis e sta diventando, senza neanche volerlo, il simbolo di una nazione spaventata. Naama Margolis domenica sera è comparsa per pochi minuti nelle case di buona parte del Paese attraverso la tv. Ha mostrato alla telecamera di Channel 2 i suoi occhioni azzurri e spaventati. Ha messo a nudo le debolezze di una società che fa sempre più fatica a gestire il proprio estremismo religioso.
Siamo a Beit Shemesh, sobborgo a ovest di Gerusalemme. Qui la maggior parte degli abitanti è composta da ebrei ultraortodossi, «gli uomini cattivi vestiti di nero». Lo scorso fine settimana, quando da noi si stava celebrando il Natale, i funzionari municipali hanno rimosso i cartelli in cui si obbligavano le donne a camminare soltanto su un lato della strada (foto sotto). «Si tratta di discriminazione sessuale vero e proprio», hanno stabilito i giudici.
Ci sono state proteste. Gli ultraortodossi hanno lanciato anche pietre. C’è stato puro uno scontro fisico, durato poco, con la polizia. Il giorno dopo le cose non sono cambiate. Con la differenza che stavolta quegli uomini se la son presa anche con la troupe di Channel 2, una delle tv più seguite nel Paese. A un certo punto il veicolo dei giornalisti è stato preso d’assalto. Una portiera danneggiata, il vetro anteriore spaccato e pietre incastrate.
Per far capire a tutti cosa succede a Beit Shemesh il tg di Channel 2, nella sua edizione di punta, ha ritrasmesso la storia di Naama Margolis. Il servizio inizia mostrando la bambina e sua mamma. Sono su un marciapiede. La bambina sta piangendo. «Non devi avere paura», le dice la madre. Ma lei continua a singhiozzare. «Ho paura – risponde la piccolina – ho paura che mi facciano male». La strada «della paura» per la Margolis è lunga 300 metri: la distanza da casa sua alla scuola che frequenta. E in quei trecento metri, soprattutto nelle ultime settimane, la bambina viene sistematicamente presa di mira da zeloti ortodossi. Le urlano di tutto. Le danno della scostumata. Anche della «sharmuta», della puttana. A lei, un esserino di otto anni.
Gli ultraortodossi non sopportano la piccolina perché «non si veste in maniera sufficientemente modesta». La denuncia trasmessa in tv ha fatto discutere. E così, quando poi la troupe di Channel 2 s’è presentata a Beit Shemesh per filmare le limitazioni imposte alle donne da ambienti rabbinici estremisti locali, i giornalisti sono stati circondati e attaccati fisicamente. Mentre lunedì 26 dicembre sono state aggredite altre due troupes televisive. Alcuni poliziotti sono rimasti feriti, mentre circa 300 zeloti lanciavano strali e pietre. La situazione non è per nulla tranquilla. E spaventa il sit-in organizzato martedì 27 dicembre da un gruppo di attivisti di un movimento progressista. In attesa che nelle prossime ore vengano installate 400 telecamere a circuito chiuso sparse per le vie di un sobborgo sull’orlo della guerra civile.
© Leonard Berberi
Il servizio trasmesso su Channel 2 Israel

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