Israele: nuove reclute religiose vogliono cambiare la polizia "dall'interno"

israelis border policeUn nuovo programma cerca di combinare la preparazione delle forze di polizia con gli studi religiosi, e incoraggia i giovani sionisti religiosi ad aspirare a occupare  posizioni chiave nel corpo.

di Yaniv Kubovich

Il fondatore di un programma volto a incoraggiare i diplomati dei programmi di formazione pre-militare e glihesder yeshivas ( che abbinano il servizio militare agli studi religiosi) a entrare nelle forze di polizia, sostiene che il suo approccio è il miglior modo per sistemare membri della comunità religiosa sionista nelle posizioni chiave della polizia. Il programma, denominato “Mehina Lechaim”, (“Preparazione alla vita”) è stato introdotto da Nahi Eyal (e non dovrebbe essere confuso con un programma avente lo stesso nome, ma per giovani con disabilità).
                
Il programma Eyal ha circa 18 studenti nella classe attuale che per più di un anno e mezzo coniugherà studi religiosi e addestramento per diventare poliziotto.

Eyal ha affermato che gli ebrei israeliani ortodossi hanno lasciato il reclutamento dei ranghi della polizia ad altre componenti della società e ha manifestato la speranza che, nell’arco di tempo di un altro decennio o due, il comandante della polizia israeliana per il distretto della West Bank sia un ebreo religioso ivi residente, e abbia nei ranghi superiori della stessa un certo numero di altri colleghi ebrei ortodossi.

“Dobbiamo cominciare a trovare la nostra strada nelle file di comando dell’organizzazione”, ha dichiarato.

Eyal, di 49 anni, è stato il fondatore della “mehina” Elisha, o corso pre-militare ed è rimasto al suo timone fino a quattro anni fa. E’ anche direttore del Forum Legale per la Terra di Israele e direttore generale dell’Unione Nazionale, un’alleanza di partiti politici di destra.

La decisione di assicurarsi la cooperazione della polizia, personalmente è stata difficile da prendere alla luce del fatto che suo figlio, nel 2006, è stato gravemente ferito durante gli scontri violenti che hanno coinvolto la polizia nello sgombero dell’avamposto di Amona. “Amona è stato un grave crimine compiuto dalla polizia per il quale nessuno ha pagato il prezzo,” ha dichiarato Eyal.

“Mio figlio aveva 15 anni e lui insieme ai suoi amici hanno pagato un prezzo troppo pesante. Un poliziotto che era [coinvolto] nell’evacuazione, ha cercato di ucciderlo con un bastone colpendolo tre volte alla testa, tanto che, nell’ambulanza, il polso [di mio figlio] aveva cessato di battere,” ha riferito Eyal. “Questo è stato l’evento in cui ho capito che c’era la necessità di fare qualcosa.”

Negli anni successivi, ha cercato di pareggiare i conti con la polizia, raccogliendo informazioni nel tentativo di screditarla e di mettere in imbarazzo il corpo, ma ha dichiarato  di aver capito che alla fine non avrebbe raggiunto i suoi scopi. “Se si vuole cambiare qualcosa, bisogna farlo da dentro l’organizzazione. Si deve entrare e prenderne la guida.”

Ha espresso la speranza che, entro una decina d’anni, componenti della popolazione religiosa sionista si sarebbero sentiti a proprio agio nello svolgere il servizio nelle forze di polizia e che alla fine, nei ranghi appena al di sotto del vertice, ci sarebbero stati almeno cinque funzionari religiosi, “che sarebbero a conoscenza di che cosa significa mandare un corpo per sfrattare i residenti”, come diceva lui. “Non ho dubbi che se ci fossero stati dei funzionari religiosi ad alto livello ad Amona, questo non si sarebbe verificato,” ha sostenuto, facendo riferimento allo scontro del 2006.

“Fra la nostra gente, l’immagine della polizia israeliana è complessa e difficile”, ha affermato in una citazione al pubblico religioso sionista. Da parte sua, però, la polizia israeliana si è mostrata interessata ad accettare studenti provenienti dalle hesder yeshivas , per il desiderio di reclutare, a quanto pare, personale di qualità e nel tentativo di attenuare le tensioni tra la gente delle colonie della West Bank.

Sebbene la politica ufficiale della polizia sia quella che i suoi componenti debbano servire ovunque siano inviati, ufficiosamente, alle reclute delle hesder yeshivas sono state date assicurazioni che non svolgeranno mai il servizio al centro del paese e non saranno inviate a farlo nella West Bank.

(tradotto da mariano mingarelli)

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