Bradley Burston e Mitchell Plitnick: Gingrich e l'invenzione del popolo palestinese

Speaker Gingrich, if you're serious about becoming president, it's time that you got to know us a bit better.
Let's start with the Occupation, our 44-year-long experiment in re-inventing the Palestinian people. This is what you need to know before you bet your political farm on it:We don't have it in us. We can't pull it off.
No one here is of any use at it. Anyone who has ever occupied here knows it. The army trains you for everything: armored warfare, urban firefights, chemical weaponry, nuclear attack, biological agents, commando raids, missile strikes. Everything except the one thing you know you'll face – Occupation.
Your friend Bibi will tell you about our innovative, can-do nature. He may, however, omit this: We have proven ourselves incapable of doing the one thing that has come, against our will, to define us more than anything else we do as Israelis: Occupation.
Why not? Why the woeful preparation, the inappropriate equipment, the proven recipe for military fear and anger and, across the firing line, civilian tragedy? What's our problem?
Somewhere inside, we know that to succeed in occupying, we would have to truly believe in it. To believe in it, we would have to fully acknowledge that occupation, in all its obscenity, is what we are, in fact, doing.
To acknowledge the occupation is to recognize the Palestinians; not as terrorists or poseurs, not as inventions, but as full, flesh and blood human beings, as entitled to their rights as we are to ours.
And that is something that your friend Bibi, and this Israel, are not prepared to do.
You may know how to keep the Palestinians from asserting their rights, Mr. Speaker, but we don't.
Maybe you can control their sense that they want their own country in the West Bank and Gaza and East Jerusalem, in their own lifetimes, but we can't.
In fact, we can't even occupy or control our own.
And this, as a devotee of Doomsday scenarios, is where you come in.
This week, when scores of  Hilltop Youth, the rosy-cheeked stinkweed of the settlement movement, burst into an IDF base and hurled rocks at a brigade commander, we had no idea how to respond. So we didn't.
The same night, when another two dozen Hilltop Youth or their surrogates threatened our relations with Jordan and the Christian world, defying the army and the government by founding an illegal settlement outpost in border zone closed by the army – near a monastery at the traditional site of Jesus baptism – we put one of the leaders on the IDF's Army Radio, crowing about their next exploit.
And lest that not do enough damage, the next day saw a mosque torched in Jerusalem, and police cars slashed and smashed, all in the name of Outposts forever and Palestine Never. 
Should you become president, and you display understanding for the settlers - as you will doubtless feel that you need to - you can bet that they will take that as license to go for the Day of Judgment play: the drive for the Temple Mount. World War III, here we come.

While settling into the Oval Office, however, you might do well to remember the name Mustafa Tamimi. The context as well.
On Friday, at the same time viewers heard you describe the Palestinians as an invented people, a real Palestinian named Mustafa Tamimi was murdered by our inability to occupy.
The Occupation, you will come to learn, murders in the second degree. "A non-premeditated killing," the legal definition holds, "resulting from an assault in which death of the victim was a distinct possibility."
Such was Tamimi's gruesome death, his face and brain crushed by a tear gas canister fired, contrary to all proper procedure, by an Israeli soldier at close range and at level aim, with minimal regard to a compromised field of vision, in an environment in which firearms, gas and other chemicals are routinely used prematurely, disproportionately, and inappropriately. No accident.
Maybe you know how to occupy Palestine, Mr. Speaker, but Israel clearly does not. Anyone who has engaged here in the business of occupying can tell you how it happened.
What you need to know, Mr. Speaker, is the why of it.
On your next visit, and there will surely be one, you should pay a call to Tamimi's village, Nabi Saleh. Not hard to find. On Fridays, you can find it by the thick clouds of tear gas alone.
The army, by its own open admission, will not allow non-violent demonstrations in Nabi Saleh. Non-violence is punished with tear gas. Or worse.
Nor is non-violence allowed in other villages with longstanding and well-documented land grievances over settlements which have taken over their property by force of arms, or law, or bureaucracy, or deceit.
Mr. Speaker, you may be capable of occupying Nabi Saleh, but we are not.
Mr. Speaker, if for the sake of Jesus and the Resurrection, you want the territories to stay occupied forever, you and your Christian Zionist allies will have to do some homework before Inauguration Day.
We're not going to be of much help. If you want all of this to stay occupied, you may have find a way to do this by yourselves.
http://www.haaretz.com/blogs/a-special-place-in-hell/newt-gingrich-may-be-able-to-occupy-palestine-but-israel-can-t-1.401207




2Risposta a Gingrich : israeliani e americani sono popoli inventati
Monday, 19 December 2011 08:10 Mitchell Plitnick/SouciantLa scorsa settimana il candidato repubblicano alle presidenziali Usa ha affermato che i palestinesi sono un popolo ‘’inventato’’, facendo divampare le polemiche. Mitchell Plitnick replica a Gingrich, ribattendo che sia Israele sia l’America sono ‘’inventati’’ e ammonendo contro i tentativi di minare il diritto palestinese all’autodeterminazione. Nel film “Monthy Python e il Sacro Graal” una donna viene accusata di essere una strega. Quando il cavaliere che presiede il processo chiede al popolo come sa che quella è una strega, un uomo in mezzo alla folla risponde: ‘’Mi ha trasformato in salamandra’’. Poiché il cavaliere non sembra convinto, l’uomo dice imbarazzato: ‘’Adesso va meglio’’. Qui a Washington DC, invece, il nostro Newt continua a peggiorare.  Newt Gingrich, ex presidente della Camera dei Rappresentanti ed attuale candidato repubblicano alla Ppesidenza, è stato un vero e proprio geyser di odio e bigotteria nel corso della sua carriera politica. Questa settimana, nel suo piú recente esempio di discorso d’incitamento all’odio, Gingrich ha ribadito la posizione trita e ritrita che ‘’i palestinesi sono un popolo inventato’’.L’obiettivo di Gingrich, naturalmente, è di mostrare la sua lealtà verso Israele attraverso l’umiliazione dei palestinesi. Per i suoi sostenitori cristiano-sionisti ed ebrei repubblicani, per quanto esiguo sia il loro numero, ciò implica permettere ad Israele di trattare con i palestinesi in qualsiasi maniera ritenuta opportuna perchè i palestinesi, come collettività, non hanno alcun diritto. Ogni briciola che viene loro concessa da Israele è quindi un enorme sacrificio nell’interesse della pace. Newt ha presentato la sua affermazione come una verità di fatto, e in un certo senso lo è. Tutte le nazioni sono invenzioni. Benedict Anderson, nel suo libro ‘’Comunità immaginate’’, descrive la nazione come ‘’un comunità politica immaginata – e immaginata come intrinsecamente limitata e sovrana insieme’’.

Anderson definisce inoltre la coesione nazionale: ‘’[…] Malgrado disuguaglianze e sfruttamenti effettivi che possono predominarvi, la nazione è sempre concepita in termini di profondo, orizzontale cameratismo. In definitiva è questo sentimento di fratellanza ad aver consentito, per tutti gli ultimi due secoli, per così tanti milioni di persone, non tanto di uccidere, quanto di scegliere volontariamente di morire in nome di immaginazioni così limitate’’.

La formula usata da Anderson riassume bene ciò che tanti di noi trovano così disgustoso nel nazionalismo. Ma quella comunità immaginata è diventata una tetra realtà ed è proprio su questo che normalmente si basano la sovranità territoriale e lo Stato moderno.

L’ironia, nella dichiarazione di Newt, sta nelle conseguenze che trae, ovvero che la nazione palestinese è stata inventata appositamente per ‘’sostenere questa guerra contro Israele’’.

Le nazioni, come ha fatto notare lo storico israeliano Tom Segev, ‘’sono create gradualmente’’. L’influente studio del professor Rashid Khalidi, ‘’L’identità palestinese: la costruzione della moderna coscienza nazionale’’, traccia le origini di questa identità nazionale fino ad un momento che precede di decenni i primi incontri con gli immigrati sionisti.

Quel che è certo è che pochi nazionalismi furono così consapevolmente costruiti – si potrebbe dire ‘’inventati’’  – come il Sionismo. Questo movimento cercò consapevolmente di unire il popolo ebraico e riconfigurarlo come una nazione moderna, con uno Stato in cui vivere. E di certo è riuscito nell’intento.

Creare una nazione da un popolo disomogeneo, disperso in tutto il mondo, con una lunga serie di storie, culture e lingue differenti, non fu un’impresa da poco. Dai suoi primi giorni di vita negli anni ’70 e ’80 del 1800 fino alla creazione dello Stato di Israele, il Sionismo fu avversato dalla maggioranza degli Ebrei nel mondo. Tuttavia, crebbe come ideologia, guadagnò moltissimo a livello politico ed ebbe successo non solo nell’ottenere uno Stato, ma anche nel creare una nuova cultura che poggiasse sulle fondamenta della storia e della tragedia ebraica.

Il nazionalismo palestinese emerse in circostanze molto differenti dal Sionismo; d’altro canto, l’evoluzione della maggior parte delle nazioni che si possono nominare è unica nel suo genere. Gli argomenti contro la nazionalità palestinese possono essere presentati solo al di fuori di una comprensione di cosa costituisca uno stato nazionale.

Newt dice che i palestinesi in realtà sono arabi. In effetti, quasi certamente lo sono. Gli Arabi costituiscono una popolazione enorme, e il termine racchiude molte nazioni. L’unica cosa che davvero si può dire sia elemento comune a tutti è l’arabo come lingua nativa (anche se, ovviamente, molti immigrati arabi di seconda generazione, lontani dalla loro patria, non lo parlano più, come è vero per molti cittadini trasferitisi all’estero). Inoltre, l’arabo è una lingua differenziata, con dialetti così diversi l’uno dall’altro che molti arabi provenienti da regioni differenti non riescono a comunicare tra di loro facilmente. In base alla definizione di Newt, non esistono i sauditi, gli iracheni o i siriani.

Inoltre c’è la questione che lo Stato di Palestina non è mai esistito. Ovviamente, prima della Prima Guerra Mondiale, quando i confini della Palestina furono tracciati dalle potenze alleate sottoponendola ad un mandato britannico, non c’era il Libano, né la Giordania, né il Kuwait…tutti Stati mai esistiti in precedenza.

Potremmo anche far presente che gli Stati Uniti d’America di certo non c’erano prima dell’imponente processo di colonizzazione e conquista che coinvolse un’ampia e disparata varietà di persone (la maggior parte delle quali fu ridotta in schiavitù), e che inventò ‘’il popolo americano’’, contro cui Newt e i suoi colleghi politici di Washington non hanno nulla da ridire.

Questi sono fatti importanti che dobbiamo tenere a mente. La nazione palestinese è stata inventata allo stesso modo in cui lo sono state le altre nazioni. Quindi va bene, Newt, sono stati inventati, proprio come i siriani, gli iracheni, i belgi, i polacchi, gli americani, i canadesi e, sì, gli israeliani.

Come tutti i nazionalismi, quella palestinese ha caratteristiche particolari. Una di queste è che il nazionalismo palestinese, nonostante abbia avuto inizio prima di incontrare il Sionismo, ne è stato influenzato in larga misura a causa del suo conflitto con esso, e della espropriazione da parte dello stesso. Per il secolo passato, questi due movimenti nazionali si sono trovati fisicamente in conflitto, e questa condizione ha influenzato profondamente entrambe le ideologie.

Ma Newt ha ritenuto opportuno chiarire le sue affermazioni. Perciò ha detto: ‘’Bisogna che qualcuno abbia il coraggio di dire la verità. Queste persone sono terroristi’’. Il suo agente, che nel frattempo si stava affannando a confermare che Gingrich appoggia la soluzione a due Stati, dev’essere trasalito.

Invece i suoi elettori sono trasaliti di certo, e con qualche ragione. Le frasi di Gingrich negano chiaramente ogni sorta di diritto nazionale palestinese e ritraggono i Palestinesi come una minaccia alla sicurezza. Egli sembra porsi non solo in prima linea nella componente d’estrema destra da lui rappresentata, ma come avanguardia della politica statunitense del rischio calcolato in un mondo non più diviso in due blocchi.

Ad oggi, c’è un solo Stato compreso tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Noi che appoggiamo la soluzione a due Stati, se ancora non possiamo imporci di riconoscere la vittoria da parte dei nostri oppositori di questa battaglia, dobbiamo almeno cominciare a preparare un nuovo scenario in questo conflitto.

I neoconservatori e gli zeloti della fiamma nera stanno già prospettando la fase successiva. A porre milioni di Palestinesi sotto assedio, sotto occupazione e a rischio d’espulsione è proprio il mantenimento di quel singolo Stato. Ecco cosa suggerisce il discorso di Newt.

E’ improbabile che Gingrich venga eletto Presidente degli Stati Uniti l’anno prossimo. Ma quelli della sua categoria hanno continuato ad influenzare la politica statunitense nel Medio Oriente durante il primo mandato di Obama. Non appena la soluzione a due Stati, almeno come finora è stata prospettata, svanirà come un sogno, la loro influenza aumenterà.

Se quelli di noi che sperano di vedere una giustizia equa e un futuro decente per entrambi, israeliani e palestinesi, non agiscono, lasceremo un vuoto che i vari Newt Gingrich e i loro amici del Likud e di Yisrael Beiteinu saranno fin troppo rapidi a riempire. E’ ora di agire, prima di non avere più la possibilità di farlo.



 


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